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Istituto europeo di tecnologia: l’Onu suggerisce una struttura decentralizzata con un modello a ‘cluster’

Europa


Gli esperti dell’Onu non condividono la proposta della Commissione Ue di creare un vero e proprio Istituto europeo di tecnologia (European Institute of Technology – EIT), preferendo una struttura decentralizzata che si appoggia su organismi locali e regionali impegnati in ricerca e innovazione.

 

Secondo il Rapporto di questi ricercatori, pubblicato lo scorso 5 aprile, l’EIT proposto dalla Ue non sarebbe “realizzabile” e sarebbe ugualmente “non percorribile” l’aspetto finanziario del progetto.

L’Analisi, redatta dall’Università delle Nazioni Unite (UNU) su richiesta dell’Europarlamento, evidenzia che creare un Istituto non accrescerebbe in modo significativo le attività della ricerca, non garantirebbe la formazione e non ci sarebbe l’auspicato trasferimento delle tecnologie in maniera appropriata.

 

In pratica, gli autori sostengono che tutti i Paesi, regioni o istituzioni europee non hanno difficoltà a convertire il sapere in commercio e massa critica, per ricompensare lo spirito di impresa e le eccellenze nel campo della ricerca e istruzione: “Non tener conto di questo fatto potrebbe far pensare troppo facilmente che una soluzione istituzionale a livello europeo sarebbe necessaria in alcuni casi, lì dove invece degli approcci regionali o nazionali sarebbero più appropriati”.

 

Il Rapporto dell’ONU suggerisce quindi un modello alternativo, un Istituto europeo di tecnologia che procederebbe con un approccio di tipo “cluster“, sostenuto da “roccaforti” a livello locale e regionale nel campo di ricerca, istruzione e innovazione. Si potrebbero creare fino a 30 Istituti europei di tecnologia, ciascuno dotato di proprie discipline, con circa 300 scienziati che si aggiungerebbero ai ricercatori e un budget annuo di circa 70 milioni di euro. Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, per questo tipo di Istituto, l’ONU propone di stabilire dei fondi europei per l’innovazione con stanziamenti annuali calcolati sull’intero bilancio della Ue.

 

Il progetto di creare un Istituto europeo della Tecnologia è stato presentato nel febbraio 2005 dalla Commissione nell’ambito della Agenda di Lisbona (Commission mid-term review of the Lisbon Process (COM (2005) 24) e lo scorso anno è stato raccolto dal Consiglio europeo, quando l’idea dello IET è stata sottoposta per la prima volta ai Venticinque. Da allora la Commissione europea ha lavorato per definire molti dettagli circa la struttura dell’Istituto, la sua autonomia e le modalità di funzionamento. Ad oggi però restano ancora da definire la sede e lo stanziamento.

 

Una volta che il Parlamento europeo e il Consiglio avranno adottato la proposta, l’IET potrebbe entrare in funzione nel 2008, con un bilancio stimato a un massimo di 2,4 miliardi di euro per il periodo 2008-2013, finanziato da fonti pubbliche e private.

Da parte sua, la Commissione ha già annunciato lo stanziamento di 300 milioni di euro, ma anche i singoli Stati e le regioni sono invitati a portare il loro contributo.

 

Il progresso tecnologico e l’applicazione dei risultati di una ricerca scientifica di alto livello sono motori determinanti per la crescita economica e l’impiego. Nonostante i numerosi successi dell’Europa nel campo della ricerca e dell’istruzione, elementi recenti rivelano delle difficoltà a tradurre questi successi in vantaggi competitivi per le imprese europee. L’Europa, con qualche eccezione, resta ancora dietro rispetto ad altri Paesi quando si tratta della creazione, diffusione e applicazione delle new knowledge. La parte globale dei brevetti riconosciuta alle aziende europee, per esempio, così come la proporzione dei vincitori europei del premio Nobel sono diminuiti negli ultimi anni.

 

I competitor di Stati Uniti e Asia riescono spesso a creare con successo delle partnership interessanti tra le azienda e la comunità scientifica, attirando studiosi internazionali di alto livello che si dedicano alla ricerca fondamentale e a quella applicata.

 

Da qui l’idea di creare un Istituto europeo della tecnologia, che potrebbe giocare un ruolo innovatore nel miglioramento del trasferimento della conoscenza, incitando i migliori ricercatori e le migliori aziende del mondo a lavorare in collaborazione.

L’argomento si discuterà in occasione dell’audizione pubblica sull’EIT che si terrà al Parlamento europeo il prossimo 8 maggio 2007.

 

 

Documenti correlati:

 

European Institute of Technology

 

The European Institute of Technology: further steps towards its creation – COM(2006) 276 final

 

Frequently Asked Questions

 

Creazione di un faro della conoscenza: l’Istituto europeo di tecnologia – COM(2006) 77 definitivo

 

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