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Tariffe di terminazione: nuovo taglio Ofcom. Incluso per la prima volta anche il 3G

Gran Bretagna


Anche in Gran Bretagna l’Authority per le tlc ha il suo bel da fare per calmierare i costi della telefonia mobile e ha stabilito che gli operatori mobili dovranno ridurre le tariffe di terminazione all’ingrosso tra il 10% e il 45% per i prossimi 4 anni.

I limiti alle tariffe wholesale vengono tra l’altro applicati per la prima volta anche a 3 UK, unico provider finora escluso dalla regolamentazione in quanto non in possesso di una rete 2G.

 

L’imposizione di questi nuovi tagli alle tariffe che gli operatori si praticano l’un altro, seguita a una lunga diatriba con la Commissione europea, dovrebbe generare una riduzione media annuale delle tariffe all’ingrosso di circa 400-500 milioni di sterline. Risparmi che dovrebbero poi essere trasferiti – almeno questo è quanto spera l’Authority – anche sui prezzi praticati ai consumatori.

 

La struttura tariffaria applicata dal regolatore britannico si basa sui prezzi che gli operatori mobili pagarono al momento dell’acquisto delle licenze 3G nel 2000: all’incirca, in totale, 22,5 miliardi di sterline.

Nessuno degli operatori coinvolti nella folle corsa alle licenze di terza generazione è però riuscito a recuperare, anche in minima parte, la somma – è ormai assodato – era di molto superiore al reale valore dell’investimento.

 

In base a quanto notificato lo scorso settembre alla Commissione europea, le tariffe di terminazione avrebbero dovuto attestarsi a 7,8 centesimi di euro a minuto per gli operatori 2G/3G (O2, Orange, T-Mobile e Vodafone) e a 8,9 centesimi per l’operatore 3G (H3G).

 

Dura la reazione del commissario Viviane Reding, secondo cui queste tariffe avrebbero mantenuto le tariffe di terminazione a un livello “più alto del necessario”. La Reding chiese allora all’Ofcom di rivalutare il suo approccio “contrario a una concorrenza equilibrata sul mercato mobile britannico”.

 

La Commissione ritiene in sostanza che le tariffe proposte non rifletterebbero il valore corrente dello spettro 3G bensì, e in maniera spropositata, il suo valore storico stabilito al momento dell’asta nel 2000 e che i costi calcolati sulla base dei prezzi pagati in occasione delle aste potrebbero generare distorsioni della concorrenza e un aumento dei prezzi a livello consumer.

 

Con le nuove tariffe wholesale, dunque, 3 subirà una riduzione del 45%, a 5,9 pence al minuto, mentre quelle di Vodafone, O2, Orange e T-Mobile dovranno attestarsi a 5,1 pence al minuto sia per le chiamate su reti 2G che 3G.

Per Orange e T-Mobile rappresenta una riduzione di circa il 20% e per Vodafone e O2 di circa il 10%.

Le nuove tariffe entreranno in vigore dal primo aprile e dureranno per 4 anni.

 

Quando nel 2004, per proteggere i consumatori dai prezzi eccessivi per le chiamate effettuate dai telefonini, l’Oftel (ora Ofcom) aveva avviato la regolamentazione delle tariffe di terminazione relative alle reti di seconda generazione, quelle per il 3G vennero escluse poiché non trasportavano ancora abbastanza traffico.

 

L’Ofcom ha anche pubblicato la revisione del mercato avviata nel 2005 e ha stabilito che ognuno dei 5 operatori mobili mantiene un significativo potere di mercato per la terminazione delle chiamate vocali sulla propria rete. Il controllo delle tariffe resta perciò necessario per proteggere i consumatori.

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