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Raitre sul digitale terrestre? L’Agcom fa dietrofront, ‘Solo un equivoco’  

Italia


L’Agcom al centro delle discussioni di questo weekend. Le polemiche riguardano le dichiarazioni sul digitale terrestre rilasciate dal presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, al convegno di Napoli, ma anche l’aperta critica della Ue al lavoro dell’Autorità.

Bruxelles ha criticato l’operato dell’Agcom, asserendo che “nonostante la riorganizzazione interna, la carenza di risorse umane resta un problema”. Di qui ritardi, lentezze che – a detta della Commissione – rischiano di ostacolare l’efficienza del mercato. Oltre a ‘decisioni controverse’ cui l’Authority italiana dovrebbe al più presto porre rimedio. Nell’annuale Rapporto sul settore delle Tlc in Europa – che il Commissario Ue per la Società dell’Informazione e Media Viviane Reding presenterà giovedì prossimo – si sottolinea come il mercato italiano delle Tlc vada sempre più migliorando sul fronte della concorrenza e della competitività.

 

Per la Ue, “…L’Agcom è stata efficacemente riorganizzata ed è riuscita, pur se in ritardo, a notificare tutte le analisi di mercato“, ma purtroppo eccessiva la “…la lentezza nell’approvazione degli accounting report“.

“Questi ritardi – si legge nel rapporto – provocano incertezza sul mercato, perchè dagli accounting report dipendono i costi che gli operatori devono corrispondersi, per esempio per i servizi di interconnessione tra una rete e l’altra. Fatto sta – ha rilevato la Commissione – che l’ultimo rapporto approvato dall’Agcom risale al dicembre del 2004 e riguarda l’anno 2001, mentre l’operatore dominante ha già notificato i suoi report per il periodo 2002- 2004″ .

 

Dalla sua, l’Authority si è difesa, sostenendo che “…la Commissione ha fotografato con nitidezza i risultati che vedono l’Italia uno dei mercati più liberalizzati d’Europa, grazie all’azione dell’Agcom”. Sara sufficiente a dissipare ogni dubbio? Forse un po’ poco.

 

Riguardo invece all’affermazione attribuita al presidente dell’Autorità sull’auspicio che Raitre possa passare rapidamente al digitale terrestre, fonti dell’Agcom hanno sottolineato che “…è frutto di un equivoco”.

L’associazione Articolo 21, attraverso il portavoce Giuseppe Giulietti, aveva chiesto un chiarimento in merito alle dichiarazioni del presidente Calabrò a Napoli nel corso di un colloquio con il sindaco Rosa Russo Jervolino.

“…Si tratta certamente di un equivoco“, ha ribadito Nicola D’Angelo, Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

 

Da subito Giulietti stesso aveva auspicato che si fosse trattato per davvero di un fraintendimento “…dal momento – ha sostenuto in un comunicato – che non siamo riusciti a trovare nessuna legge o proposta di legge che indichi Raitre come la rete che deve andare sul satellite. Sarebbe necessario che tale equivoco venisse rapidamente chiarito per non ingenerare confusione e per non avallare le tesi di chi vorrebbe che la terza rete fosse l’unica sempre esposta a interventi di tipo sanzionatorio”.

 

E il commissario D’Angelo, interpellato da Articolo21, ha risposto che effettivamente “…in nessuna norma e in nessun provvedimento è previsto che Raitre debba seguire un percorso di digitalizzazione accelerata o di trasferimento sul satellite e questo non si ricava neanche dal Ddl che ha presentato il Governo per la riforma della legge Gasparri”.

 

A Napoli, il presidente dell’Agcom ha sottolineato la necessità che si passi in tempi rapidi alla nuova tecnologia di radiodiffusione in digitale terrestre, abbandonando il vecchi analogico.

“…E’ un errore esiziale pensare che si possa dilazionare l’avvento del digitale in maniera indefinita. L’Italia – ha dichiarato Calabrò – ha già commesso dei gravi errori: quando ha rinunciato al nucleare, diventando un Paese a sovranità economica limitata, e quando ha rinunciato allo sviluppo della tecnologia della Tv a colori: avevamo la nostra tecnologia e abbiamo perso quel autobus, quel business non è tornato più. Non possiamo assolutamente perdere il treno del digitale, che marcia anche più velocemente di quanto si creda”. 

 

“…La Francia che ha indicato l’obiettivo del 2012, come si penserebbe di fare per l’Italia, già nel 2008 avrà gran parte del Paese coperto dal digitale terrestre. Così – ha detto ancora Calabrò – si procede, preparando oggi il domani. Il digitale moltiplica per cinque le capacità trasmissive dell’analogico, il che significa più programmi e un altro modo di rapportarsi al telespettatore, con programmi on-demand. Bisogna prepararsi per tempo”.

 

Intanto Giuseppe Giulietti, con un’interrogazione al Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, (a firma anche dei deputati Antonello Falomi e Tana de Zulueta) chiede il motivo per il quale il ministero non abbia assegnato al canale televisivo ‘Rete A‘ le frequenze necessarie per coprire la popolazione, come peraltro richiesto dall’autorizzazione a trasmettere rilasciata dallo stesso dicastero.

 

Nell’interrogazione Giulietti ha ricordato che “…l’emittente televisiva Rete A è titolare dell’autorizzazione per l’attività di radiodiffusione televisiva nazionale su frequenze terrestri in tecnica analogica; l’emittente non è in condizione di garantire con l’attuale disponibilità di frequenze ( 193 in totale) la copertura della popolazione nel territorio a cui si riferisce l’autorizzazione; Rete A ha presentato al Ministro e all’Agcom richiesta di assegnazione di frequenze disponibili nell’ambito del territorio nazionale e il Ministero delle Comunicazioni ha risposto di non poter accogliere l’istanza di assegnazione presentata dalla predetta emittente”.

 

Come ha spiegato Giulietti, l’emittente televisiva ha fatto ricorso al TAR contro la decisione del Ministero delle Comunicazioni; con sentenza n. 13415/06 depositata il 30 novembre 2006, il Tribunale Amministrative Regionale per il Lazio, ha riconosciuto il diritto dell’emittente all’assegnazioni dei canali richiesti e sono scaduti i tempi entro i quali il Ministro avrebbe potuto ricorrere presso il Consiglio di Stato.

“A questo punto chiedo al Ministro Gentiloni – ha aggiunto all’interrogazione Giulietti – se il Governo voglia tutelare i diritti dei soggetti autorizzati, permettendo loro di esercitare l’attività televisiva, mettendo a disposizione le frequenze che si stanno liberando con il passaggio al digitale. Non si tratta di danneggiare qualcuno ma di tutelare chi i diritti ce l’ha, senza creare condizioni con ‘figli di un editore minore’. Così come per Europa7, problema da me già segnalato, mi aspetto un intervento da parte dell’esecutivo su questa vicenda di Rete A”.

 

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