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MVNO: Poste Italiane pronta a entrare nel settore mobile. Obiettivo, 2 mln di clienti in 4 anni

Italia


Sarà Poste Italiane a inaugurare l’era degli operatori mobili virtuali in Italia?

Pare proprio di sì, in base a quanto annunciato dall’amministratore delegato del gruppo, Massimo Sarmi, il quale ha reso noto che il consiglio di amministrazione ha deliberato la costituzione di una società ad hoc e ha varato il business plan a sostegno della nuova iniziativa imprenditoriale pensata “per offrire a clienti, imprese e pubblica amministrazione servizi innovativi che si integreranno con quelli tradizionali”.

 

“L’obiettivo – ha dichiarato Sarmi – è quello di essere sul mercato il prima possibile”, anche se ancora non è stato raggiunto alcun accordo concreto con gli operatori attivi sul mercato italiano.

 

“Stiamo esaminando con tutti gli operatori quali sono le condizioni che riterremo migliori sia dal punto di vista economico che per il nostro profilo”, ha aggiunto Sarmi, sottolineando che il progetto prevede la fornitura di “un servizio vero e proprio di operatore mobile virtuale, che sia riconoscibile sul mercato con il marchio Poste, e che offra tutti i servizi di telefonia mobile a cui aggiungeremo servizi peculiari nostri”.

 

Ai tradizionali servizi di telefonia mobile saranno dunque integrati i già noti servizi offerti con i brand BancoPosta e PostePay che, come sottolinea la società in una nota – “diventeranno ancora più versatili, semplici e accessibili”.

 

Sarà dunque possibile – sempre sperando che le regole in Italia cambino al più presto, ma a questo punto crediamo di sì – pagare bollettini, inviare telegrammi, lettere e raccomandate direttamente dal cellulare, nonché pagare servizi di mobilità nel trasporto quali taxi, bus, treno, inviare cartoline cartacee realizzate con mms e conoscere lo stato di un invio attraverso il servizio di tracciatura della corrispondenza.

 

Il gruppo – forte  della sua presenza capillare sul territorio nazionale con 40 mila sportelli e 20 milioni tra correntisti, possessori di carte e libretti – indirizzerà i piani tariffari ai giovani, alle famiglie, ai cittadini stranieri, alle imprese e alla PA.

 

L’Italia è attualmente l’unico Paese europeo in cui agli operatori virtuali è vietato operare, almeno fino al 2010, in base a una delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (544/00).

 

La situazione sembra prendere però una piega diversa e, anche stando a quanto affermato a più riprese dal ministro per le Comunicazioni Paolo Gentiloni, entro quest’anno il mercato mobile italiano dovrebbe aprirsi all’ingresso dei MVNO.

L’Agcom, da canto suo, ha preferito non intervenire direttamente, avviando all’inizio dello scorso anno “un’attività di attento monitoraggio sulla evoluzione del mercato dei servizi all’ingrosso di accesso e raccolta, con particolare attenzione all’effettivo ingresso di operatori virtuali”.

 

Anche se in Italia, ha ricordato l’Agcom, “non sussiste per gli operatori mobili un obbligo a contrarre con eventuali operatori non dotati di risorse radio”, ciò “non esclude la possibilità di negoziazione volontaria su base commerciale”, nel rispetto dei principi di trasparenza e non discriminazione.

 

In tutti gli altri Paesi, l’Autorità di regolazione del settore favorisce e protegge gli accordi tra operatori dominanti e MVNO o comunque non li esclude: accordi in questo senso sono stati conclusi, ad esempio, in Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Olanda e Svezia dove, sulla base di contratti commerciali, sono attivi operatori alternativi con background industriali diversificati, dai supermercati a catene di distribuzione all’ingrosso agli operatori telecom veri e propri.

 

Proprio per la particolare situazione regolamentare italiana, Sarmi non si sbilancia sulla tempistica dell’ingresso nel mercato ma ha comunque sottolineato che la scelta di un operatore virtuale avverrà a stretto giro e si è detto molto positivo riguardo la reazione degli operatori italiani. Nessuna conferma ufficiale, tuttavia, è ancora giunta riguardo un accordo con Vodafone.

 

Ambizioso l’obiettivo del gruppo, che spera di arrivare a “2 milioni di linee entro il 2011″ , concentrandosi in un primo momento su “strategie e accordi commerciali”, per poi eventualmente stabilire se “questi accordi andranno stretti con acquisizioni, partecipazioni, scambi azionari”.

 

Il gruppo ha anche presentato i risultati finanziari molto positivi, con un utile netto quasi raddoppiato a 675,6 milioni contro (348,9 milioni nel 2005), in crescita del 93,6% e un risultato operativo in crescita del 46%a 1,48 miliardi di euro, contro 1 miliardo nel 2005.

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