Gentiloni annuncia tavolo tecnico per riformare l’audiovisivo: focus su Pay TV, cinema e nuove piattaforme di distribuzione

di Raffaella Natale |

Italia


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Il sostegno alla produzione delle opere audiovisive europee, con una revisione aggiornata delle quote di investimento che coinvolga anche la Pay TV; la riforma del cinema; la distribuzione sulle nuove piattaforme. Queste le guidelines sulle quali si muoveranno i Ministeri delle Comunicazioni e dei Beni culturali per il rilancio del cinema e dell’audiovisivo emerse anche nel corso dell’audizione del Ministro Paolo Gentiloni in Senato davanti alla Commissione Cultura.

Gentiloni ha annunciato misure in sei mesi e ha riferito che i ministeri delle Comunicazioni e dei Beni culturali daranno vita ad un tavolo tecnico per individuare le giuste indicazioni. Un tavolo che dovrà occuparsi di diverse problematiche e in primo luogo di quelli che sono chiamati i “diritti di sfruttamento secondari“, cioè i diritti relativi anche alle diverse piattaforme di distribuzione, “di modo che i proprietari di contenuti siano incentivati a valorizzare tutte le modalità di consumo disponibili“; in secondo luogo, i “diritti collettivi”, per garantire “regole precise, trasparenti ed efficaci su tutti i canali distributivi”.

un modello, ha detto Gentiloni, potrebbe essere quello adottato per i diritti sportivi, cioè la negoziazione separata per singole piattaforme. Per tutelare produttori e diritti, si punta a istituire un’apposita sezione del Roc (il Registro degli operatori di comunicazione) per le opere trasmesse in Tv.

 

Il tavolo dovrà anche individuare le misure per valorizzare gli archivi storici, per modificare le sanzioni per la pirateria e i file-sharing in modo da “…colpire le organizzazioni dedite allo smercio di opere contraffatte – ha spiegato il Ministro – disincentivare la circolazione illegale di materiali digitali protetti da copyright”.

 

Si pensa, infine, a misure di User Generated Content, cioè destinate a definire “…un quadro normativo di riferimento in materia di paternità di contenuti autoprodotti da parte degli utenti e di responsabilità, a tutela degli utilizzatori stessi della rete“.

“…In particolare – ha detto Gentiloni – adottando un regime sufficientemente flessibile per consentire agli operatori maggiore facilità nella realizzazione di nuovi modelli di business”.

 

Il Ministro, durante l’audizione al Senato ha fatto un altro importante annuncio: il sostegno alla produzione delle opere audiovisive europee, potrebbe essere esteso anche alla Pay TV. Secondo il Ministro le quote destinate dagli operatori al sostegno all’audiovisivo europeo vanno modificate “…al fine di individuare le modalità per coinvolgere le emittenti a pagamento nel novero dei soggetti tenuti a contribuire“. Va anche chiarito quali piattaforme debbano essere considerate come televisive, con particolare riferimento alla IPTV (Internet Protocol Television) e va definito in modo specifico che cos’è l’opera audiovisiva e chi è il produttore indipendente.

Per Gentiloni comunque, IPTV, distribuzione online e trasmissioni sul mobile rappresentano “…un’opportunità di sviluppo del mercato della distribuzione cinematografica e più in generale audiovisiva“. Trattandosi di “…mercati nascenti“, lo Stato “deve intervenire con politiche volte in primo luogo a favorirne la crescita”.

 

Il Ministro ha anche sottolineato la necessità di sostenere il cinema italiano. “…L’alleanza tra cinema e televisione – ha ricordato – ridisegnata nel ’98 con la introduzione di quote sull’acquisto di opere cinematografiche e audiovisive, ha rappresentato un nuovo volano strategico per Rai e Mediaset, costrette a ripensare il proprio approccio al settore. La nascita di Rai Cinema e la trasformazione della mission di Medusa ne sono state la diretta conseguenza”.

 

Le politiche a sostegno del cinema per il futuro, secondo Gentiloni, “…non potranno limitarsi a un ampliamento delle risorse gestite dallo Stato, delle regioni e degli enti locali”, in quanto “…un circuito virtuoso deve anche prevedere uno sfruttamento a tutto tondo del prodotto“, evitando quindi i casi di film che, nonostante un cospicuo sostegno statale, sono rimasti senza pubblico o addirittura non sono mai usciti in sala.

 

La senatrice Vittoria Fanco, presidente della Commissione Cultura, commentando l’audizione del Ministro delle Comunicazioni, ha dichiarato che “…il testo di riforma del cinema, al quale stiamo lavorando, e che è praticamente in dirittura di arrivo, converge con le indicazioni espresse dal Ministro Gentiloni.

“….L’audizione del Ministro – ha detto ancora la Franco – è stata molto significativa e utile soprattutto in relazione alle prospettive dei contenuti cinematografici per i nuovi media e le nuove piattaforme distributive. La sfida ancora aperta, che il legislatore deve affrontare, riguarda appunto la tutela dei diritti d’autore in questo nuovo contesto mediatico”.

 

“E’ necessario  – ha aggiunto la senatrice – contemperare da un lato la tutela degli autori e dall’altro la libera fruizione dei contenuti cinematografici in un ambiente aperto come Internet, ad esempio”. Il Ministro ha, quindi, confermato che la riforma del cinema è materia affidata al Parlamento: “…Il nostro testo di riforma è in dirittura d’arrivo e converge su molti dei contenuti elencati da Gentiloni. In particolare concordiamo sul fatto che il cinema italiano ha bisogno di nuove risorse, e che la legge Veltroni , che ha prodotto effetti molto positivi, vada aggiornata per estendere le quote di investimento in contenuti cinematografici da parte delle emittenti televisive, anche in relazione alle nuove piattaforme di trasmissione”.

 

“…A tal proposito, proporrò – ha concluso la Franco – di ascoltare in audizione anche il Ministro per l’Innovazione tecnologica Luigi Nicolais. Credo poi che l’annuncio di un tavolo tecnico per il rilancio del settore cinematografico e audiovisivo sia molto positivo. E’ necessario rivedere il sistema per incentivare le diverse modalità di fruizione del cinema”.

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