Broadcasting mobile: no a nuove regole Ue, gli operatori siano liberi di scegliere. Le raccomandazioni dell’EMBC

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Mobile Broadcasting

No a nuove regole europee per la trasmissione di contenuti audio e video sui telefonini.

Secondo un documento che verrà presentato domani alla Commissione Ue dal Consiglio europeo sul broadcasting mobile, l’esecutivo dovrebbe piuttosto spingere i singoli Paesi a liberalizzare il mercato dello spettro radio, così che gli operatori mobili possano utilizzare le frequenze anche per offrire contenuti audiovisivi.

La Commissione, secondo lo European Mobile Broadcasting Council, dovrebbe inoltre prendere in considerazione anche il broadcasting mobile nell’ambito della revisione delle leggi sul copyright.

 

L’EMBC è stato creato lo scorso anno dalla Commissione europea per sviluppare delle raccomandazioni in grado dare impulso alla trasmissione di contenuti attraverso le reti mobili.

 

Il Consiglio è giunto alla conclusione che “non c’è l’urgenza di una nuova regolamentazione specifica per l’introduzione e lo sviluppo del broadcasting mobile”.

Il settore, infatti, sta ancora muovendo i primo passi e un intervento europeo sugli standard o la normativa potrebbe causare più problemi che altro, visto che al momento i player stanno utilizzando o testando diverse tecnologie in competizione tra loro.

 

Il broadcasting mobile implica la trasmissione di qualsiasi contenuto digitale – dagli show televisivi ai programmi radiofonici – su ogni dispositivo mobile attraverso le frequenze radio o le reti 3G.

 

Gli operatori mobili dovrebbero essere lasciati liberi di decidere quale tecnologia utilizzare e se il sistema prescelto debba operare accanto a quelli di altre compagnie.

 

“La Commissione europea e gli enti di standardizzazione dovrebbero promuovere l’interoperabilità”, ha raccomandato il Consiglio, pur aggiungendo che “l’attuale normative Ue è sufficiente ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi di interoperabilità”.

 

Il Consiglio ha anche riconosciuto che gli operatori mobili potrebbero avere bisogno di condividere le reti o le frequenze per meglio servire i consumatori, ma non chiede alcun intervento dell’esecutivo volto a obbligare gli operatori a farlo, come invece avviene in altre aree del settore.

 

Attualmente, nella maggior parte dei Paesi Ue sono i regolatori nazionali a controllare il mercato dello spettro radio e a decidere che può avere accesso alle frequenze.

 

Fare in modo da “allentare la presa dei regolatori sul mercato” potrebbe avere un effetto molto importante sull’introduzione del mobile broadcasting, ha spiegato ancora il Consiglio.

Particolare attenzione, ha aggiunto l’EMBC, dovrà essere rivolta al tema dei diritti d’autore.

È probabile infatti che gli operatori giungano ad accordi di roaming per i contenuti audiovisivi, in modo da permettere a un utente che si trova lontano dal suo Paese di guardare un video sul telefonino come se si trovasse casa.

 

Questa esigenza “solleva la questione della tutela del copyright sui diversi mercati nazionali”, ha concluso il Consiglio, consigliando alla Commissione di “prendere in considerazione anche l’aspetto del roaming relativo al brodcasting mobile”.

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