Scatto alla risposta: la proposta Agcom sotto la lente del governo. Bersani, ‘Tema da approfondire’

di Alessandra Talarico |

Italia


Telefonini

Un primo passo è stato fatto, con l’abolizione dei costi di ricarica, e già si pensa al dopo, all’eliminazione di tutte le ‘anomalie’ che caratterizzano il mercato italiano delle telecomunicazioni. Un’impresa non da poco.

La parola del giorno è trasparenza. Scritta a caratteri cubitali su tutti i maggiori quotidiani, termine quanto mai fuorviante nella selva delle tariffe praticate dagli operatori italiani.

 

Ed è proprio in tema di trasparenza, che Corrado Calabrò aspetta al varco gli operatori: il presidente dell’Agcom, questa volta prendendo lui in contropiede il Governo, ha proposto l’abolizione dello scatto alla risposta, perché – dice – innanzitutto è un costo fisso, e come tale deve essere abolito, e in secondo luogo la sua eliminazione gioverebbe alla tanto decantata trasparenza, permettendo ai clienti di avere un confronto più immediato tra le diverse offerte degli operatori.

 

Una proposta che è “allo studio”, ha spiegato il ministro Bersani, sottolineando che si tratta di un tema “da approfondire dal punto di vista normativo”. Interpellato dai cronisti alla Camera, il ministro ha anche sottolineato che “in via generale da adesso in poi ci sarà un governo molto attento ai suggerimento dell’Autorità’ in materia di concorrenza”.

 

Lo scatto alla risposta è un’altra spina nel fianco dei consumatori italiani, costretti a pagarlo e ripagarlo di nuovo se la linea cade per mancanza di campo o disservizi, anche se la telefonata è durata pochi secondi, in piena contraddizione col principio che si paga solo quello che si consuma.

L’abolizione dello scatto alla risposta potrebbe essere inserita direttamente nel decreto Bersani, la cui conversione in legge è già all’esame delle Camere.

 

La proposta di abolire lo scatto alla risposta si inserisce in una foga interventista a 360 gradi.

Il presidente dell’Authority italiana – che quest’anno presiede l’ERG, l’organismo che raggruppa le Autority europee – ha dato una stoccata anche sul roaming, dicendo di volersi impegnare in sede europea per la riduzione dei costi del traffico internazionale.

 

“Posso annunciare sin d’ora – ha detto Calabrò – una buona notizia per i consumatori italiani: da luglio le tariffe del traffico internazionale saranno drasticamente ridotte”.

 

Calabrò pone anche l’accento sulla necessità di una comunicazione più onesta da parte degli operatori, ricordando a questi ultimi – in merito alla questione della portabilità del numero –  ad esempio, di precisare che il credito residuo rimane nella completa disponibilità del consumatore che può anche trasferirlo da un operatore all’altro.

Una simile precisazione, secondo l’Authority, “non potrà che avere ricadute importanti nelle dinamiche concorrenziali del settore”.

 

Nel frattempo, sono state già definite le tabelle che permetteranno di comparare le varie offerte commerciali in base a costi ‘onnicomprensivi’ per chiamate di uno o due minuti, e l’Agcom ha provveduto ieri a “verifiche a 360 gradi presso gli operatori” per fare un primo screening sul rispetto della delibera sulla trasparenza e in generale sulla cancellazione dei costi di ricarica.

Per essere in regola, le aziende gli operatori telefonici dovranno pubblicare sul proprio sito internet la lista delle offerte vigenti, specificando se sono ancora sottoscrivibili o meno e inviarla contestualmente all’Authority con l’indicazione dell’indirizzo della relativa pagina web, di modo da consentire all’Agcom di pubblicare sul proprio sito un apposito elenco dei link dove reperire tutte le informazioni.

 

Per non farsi più scavalcare da nessuno, l’Authority sta vigilando attentamente e ha anche chiesto al governo di poter imporre agli operatori inadempienti sanzioni pecuniarie al di la degli attuali poteri di intervento.

 

Il Codacons, intanto, alza il tiro e mira anche alla telefonia fissa che i cui numerosi oneri – dai servizi non richiesti ai dialer 50 euro, dalle spese di spedizione ai costi noleggio e manutenzione – pesano per 242 euro annui su ogni utente.

 

Ma i sindacati avvertono: attenzione a che i provvedimenti adottati in favore dei consumatori non diventino un boomerang per i conti economici delle aziende di telefonia che potrebbero orientarsi verso scelte riduttive solo sulla componente ‘costi’ oltre a sacrificare le politiche di sviluppo.

Per Nicoletta Rocchi, segretario confederale Cgil, “dal ’99 al 2005 il settore telecomunicazioni ha tagliato mediamente del 2% all’anno i prezzi, e non tutte le compagnie hanno goduto dei forti profitti che si sono realizzati sino ad ora solo per alcune di esse”.

 

“E’ necessario, insomma, che dopo gli interventi di liberalizzazione e di difesa dei consumatori si ponga attenzione anche a tutto ciò che e’ necessario per favorire lo sviluppo, pena un futuro che rischia di essere affidato unicamente alle scelte finanziarie dei mercati azionari e a quelle di impresa che minacciano la riduzione dei costi”, ha aggiunto la Rocchi.

 

E mentre l’ad di Wind Paolo Dal Pino, dalle pagine di Repubblica, parla di ‘favore’ a Tim e Vodafone – il patron Naguib Sawiris, si dice amareggiato e deluso dal governo – anche i tabaccai sono sul piede di guerra e minacciano lo sciopero delle ricariche a seguito della notizia che tutti gli operatori abbatteranno a breve i già risicati margini dovuti alla rete distributiva, per recuperare l’abbattimento del costo di ricarica.

 
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