Roaming: nessuno dovrebbe pagare più di 33 cents al minuto. Per il BEUC gli operatori continuano a gettare fumo negli occhi

di Alessandra Talarico |

Europa


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Nessuno dovrebbe pagare più di 33 centesimi al minuto per una chiamata in roaming. E’ questa la conclusione a cui è giunto il BEUC, l’organizzazione di associazioni di consumatori indipendenti europee, in base a uno studio appena pubblicato.

 

Contrariamente a quanto sostengono gli operatori mobili, spiega il BEUC, non ci sono prove che le tariffe pagate dai consumatori siano scese negli ultimi mesi. Le iniziative ‘volontarie’ promosse negli ultimi mesi, nota ancora l’associazione, sono molto complesse e difficili da usare e non hanno effetti evidenti sulle tariffe nel loro complesso. L’unico principale effetto di queste iniziative è quello di “gettare fumo negli occhi” di consumatori e regolatori.

 

Il BEUC nota inoltre che le informazioni in materia di servizi telecom internazionali, compreso il roaming e le tariffe per il suo utilizzo, rese dagli operatori alle Autorità nazionali di regolazione “sono spesso incomplete”.

Questa mancanza di informazioni dettagliate sui reali costi del roaming “permette agli operatori di esagerare l’impatto di un eventuale controllo sui prezzi”.

 

Secondo le associazioni indipendenti europee, contrariamente a quanto sostenuto dagli operatori, la riduzione delle tariffe di roaming “non porterebbe a un concomitante crollo dei profitti”.

Essi sostengono che gli uomini d’affari utilizzano il roaming per lavoro e che le loro abitudini non cambieranno anche se i prezzi diminuissero. Il rapporto prova che queste tesi non sono corrette: “i consumatori ‘comuni’ usano il roaming allo stesso modo e certo loro sono sensibili ai prezzi e aumenterebbero l’utilizzo del servizio se i prezzi diminuissero”.

 

Gli operatori sostengono allo stesso modo che il taglio ai prezzi impatterebbe negativamente sugli investimenti. In realtà i tetti proposti dal BEUC non metterebbero in causa né la profittabilità d’insieme dell’industria né la sua capacità d’investire e i benefici ottenuti dai consumatori sarebbero molto importanti.

 

L’associazione francese UFC-Que Choisir ha fatto un calcolo per stimare quanto risparmierebbe un eurodeputato, in base alle bollette di alcuni di loro. Il risultato è sorprendente poiché, in base alle bollette di alcuni eurodeputati presi come modello, ogni politico potrebbe risparmiare da 277 a 3000 euro, con una media di 1000 euro ciascuno.

 

Il presidente di UFC-Que Choisir, Alain Bazot, ritiene – alla luce dei punti evidenziati dal report – che “gli operatori mobili manipolano la verità. Essi hanno organizzato una vasta collusione su scala europea a cui è giunta l’ora di mettere fine per costruire l’Europa delle telecomunicazioni”.

 

Abbassare i prezzi si tradurrebbe infatti in un aumento dell’utilizzo del servizio. “Volumi maggiori ridurrebbero i costi unitari a vantaggio di tutti”, ha aggiunto il direttore del BEUC, Jim Murray.

 

Secondo la Commissione europea, che vorrebbe imporre un tetto alle tariffe del roaming, il prezzo medio attuale per una chiamata di un minuto dall’estero è di 1,15 euro. La Ue propone un prezzo massimo di 49 centesimi al minuto, dal momento che il costo di gestione del servizio da parte degli operatori non supera i 12 centesimi al minuto.

 

Secondo la GSM Association , le tariffe del roaming sono scese del 25% nel corso del 2006. Il costo medio a minuto di una chiamata sarebbe dunque sceso a 62 centesimi, contro i precedenti 83 centesimi.

 

L’associazione degli operatori mobili si batte fin dall’inizio contro la nuova proposta di regolazione delle tariffe fortemente voluta dal commissario Viviane Reding, la quale continua a ribadire che le nuove regole entreranno in vigore già da quest’estate, per produrre i primi effetti a livello consumer entro la fine dell’anno.

 

Oltre alla riduzione delle tariffe, la Ue chiede agli operatori anche maggiore trasparenza, attraverso la fornitura agli utenti di informazioni complete sulle tariffe praticate al momento della sottoscrizione del servizio e l’aggiornamento costante sulle variazioni delle tariffe. Alle autorità nazionali di regolamentazione il compito di seguire da vicino l’andamento delle tariffe applicate ai servizi di trasmissione dati come i messaggi SMS e MMS.

 

“Le cose stanno andando per il verso giusto – ha detto la Reding – dovremmo farcela entro l’estate”.

 

Se ne discuterà di nuovo il 15 marzo, nel corso di un incontro con i ministri europei delle telecomunicazioni.