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Dvd: il bollino Siae ha fatto il suo tempo. Superfluo un contrassegno per capire se una impresa opera nella legalità o illecitamente

Italia


Riportiamo di seguito il commento del Presidente della Fapav (Federazione Anti-Pirateria Audiovisiva) e Amministratore Delegato di Sony Pictures Home Entertainment, Fabrizio Ferrucci, intervenuto nel merito del dibattito sul contrassegno Siae.

 

 

 

Chi come me è in questo mercato fin dai primi giorni della videocassetta, agli inizi degli anni ‘ 80, ha certamente riscontrato come una certificazione obbligatoria fosse allora necessaria per consentire al nostro settore di svilupparsi correttamente, colpendo i pirati e marginalizzando gli operatori più spregiudicati.

 

Tuttavia oggi l’Editoria Audiovisiva è una realtà solida e trasparente. Ha avviato e consolidato negli anni processi di autocontrollo ed esclusione delle imprese inaffidabili.  

 

Non abbiamo certo bisogno del contrassegno Siae per capire se una impresa opera nella legalità o illecitamente.

Anzi, in alcuni casi proprio l’emissione erronea di contrassegni o il loro uso scorretto può portare a situazioni di confusione, dando una parvenza di legalità a DVD che invece sono pirata.

 

Proprio nei giorni scorsi abbiamo letto la notizia di un ingente sequestro di DVD contraffatti in Dogana. 

In verità si trattava di DVD perfettamente legali, pubblicati da un Associato di Univideo e di Fapav che per ragioni logistiche non erano ancora stati contrassegnati Siae (ma sarebbero stati bollinati in Italia prima della distribuzione ai punti vendita).

Sono certo che tutto si chiarirà, ma intanto questo nostro Associato ha perso giorni utili per esordire sul mercato nella data prevista. Non solo subendo una mancata vendita ma anche perdendo di credibilità nei confronti dei propri clienti che attendevano le consegne.

 

Sicuramente non è un caso isolato e sul quale dovremmo riflettere per evitare soprattutto di mettere sullo stesso piano aziende che operano professionalmente nel settore e organizzazioni di fatto criminali.

 

La pirateria è un problema gravissimo e va combattuto con ogni mezzo. Il punto è che certamente combattere la pirateria partendo dalla verifica dei contrassegni è una modalità ormai superata e resa pressoché inutile dai tempi e dalle tecnologie, in particolare da Internet, ma anche dai masterizzatori domestici che consentono a chiunque di realizzare piccole tirature per amici e parenti che sempre più spesso vengono anche utilizzate pubblicamente come nella sonorizzazione di negozi o ristoranti.

Nei confronti di questo fenomeno il bollino Siae non ha certo alcuna efficacia.

 

Inoltre non si capisce perchè il nostro Paese, allineato su molti altri fronti con le altre nazioni della comunità europea, debba differenziarsi e mantenere un contrassegno che alla fin fine va a disturbare anche l’immagine dei prodotti. 

 

Pertanto auspico che l’iniziativa dell’Univideo (Unione Italiana Editoria Audiovisiva) trovi accoglimento da parte del Ministro Bersani e del Parlamento.

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