‘Switch-off’ anche per l’Istat: dal paniere esce il VHS ed entra il digitale

di Raffaella Natale |

Italia


Memorie Flash

Passaggio al digitale anche per l’Istat a riprova del progressivo abbandono dei sistemi analogici. Nel paniere, niente più videocassette e sviluppo dei rullini fotografici per dare spazio alle nuove tecnologie digitali.

In particolare, rende noto l’Istituto, dal paniere escono l’ormai obsoleta macchina fotografica, la videocassetta, la pellicola fotografica a colori e il suo sviluppo e la sveglia a pile. Al loro posto entrano la scheda di memoria per macchine fotografiche digitali, la stampa da foto digitale e la multipresa elettrica che va a sostituire il cavo elettrico.

 

Sono queste alcune delle variazioni che l’Istat ha effettuato per il calcolo dei prezzi al consumo nell’anno 2007, aggiornando il paniere che quest’anno è composto da 540 posizioni rappresentative rispetto alle precedenti 562.

 

Come spiegato in conferenza stampa, la diminuzione degli indici è stata determinata da alcuni raggruppamenti che hanno riguardato per esempio i prodotti ittici freschi.

Nell’indice nazionale per l’intera collettività (Nic) 6 capitoli registrano un incremento del loro peso, quali: prodotti alimentari e bevande, bevande alcoliche e tabacchi, abitazione, acqua, elettricità e combustibile, servizi sanitari e spese per la salute, trasporti, servizi ricettivi e di ristorazione.

 

L’aumento più rilevante è per le bevande alcoliche e per i tabacchi (+11,1%), che passano dal 2,73% al 3,04% del totale. La flessione maggiore riguarda l’istruzione, che passa dall’1,1% allo 0,9% con una flessione del 16,5%. In valore assoluto il peso maggiore riguarda i prodotti alimentari e le bevande alcoliche (16,4%), ed i trasporti (15,16%).

La diminuzione più rilevante in termini assoluti è quella del capitolo mobili, articoli e servizi per la casa.

 

Fra le altre uscite, l’Istat segnala la torta gelato sostituita di più comodi multipack, le pantofole da donna al cui posto entrano i sandali, e la coperta ormai sostituita dal più comodo piumino da letto.

 

Esce dal paniere rappresentativo dell’inflazione anche la tariffa dell’Ordine degli avvocati a seguito del provvedimento emanato dal Governo sulle liberalizzazioni delle tariffe di categoria. Altre voci che invece fanno il loro primo ingresso nel cestino utilizzato dall’Istat sono i sughi pronti, il costo di riparazione della moto, la visita al monumento storico, il costo per le scuole private per l’infanzia, il filo interdentale, i sedili porta-bambini per le automobili e le assicurazioni sugli infortuni.

 

Per quanto riguarda la base territoriale della rilevazione l’Istat spiega che essa e costituita da 85 Comuni con una copertura in termini di popolazione provinciale dell’88,9%.

Degli 85 Comuni 19 sono capoluoghi di Regione e 66 capoluoghi di Provincia. Rispetto al 2006 Chieti come capoluogo di provincia è stato provvisoriamente escluso dal calcolo.

I punti vendita coinvolti nella rilevazione sono circa 40mila, ai quali si aggiungono circa 10mila abitazioni interessate alla rilevazione degli affitti.

 

Nel complesso sono circa 400 mila le quotazioni di prezzo raccolte sul territorio e inviate ogni mese all’Istat dagli uffici comunali di statistica.

L’Istat per la classificazione degli indici dei prezzi al consumo utilizza quella internazionale COICOP che prevede un primo livello di classificazione che considera 12 capitoli di spesa (ad esempio prodotti alimentari e bevande analcoliche, mobili, articoli e servizi per la casa).

 

Il secondo è costituito da 38 categorie di prodotti (ad esempio, all’interno del capitolo prodotti alimentari, bevande analcoliche e inclusa la categoria alimentari mentre, all’interno del capitolo mobili, articoli e servizi per la casa, si trova la categoria elettrodomestici ed apparecchi per la casa). Il terzo livello è formato da 108 gruppi di prodotti (ad esempio, carni all’interno della categoria degli alimentari, elettrodomestici in quella di elettrodomestici e apparecchi per la casa).

 

Nella classificazione nazionale l’Istat prevede che i 108 gruppi di prodotto si suddividono ulteriormente in 206 voci di prodotto, che descrivono in maniera esaustiva l’insieme dei consumi conservati e rappresentano il massimo livello di dettaglio della classificazione per classi di consumo omogeneo: ad esempio carne bovina fresca all’interno del gruppo carni, grandi apparecchi elettrodomestici all’interno del gruppo elettrodomestici. Poi vi è il paniere di prodotti composto da 540 posizioni rappresentative e questo insieme di beni e servizi – secondo l’Istat – può essere visto come un “paniere della spesa che contiene i prodotti prevalentemente acquistati dal complesso delle famiglie”.

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