Si torna a parlare dell’Information operation roadmap. Gli Usa pronti a usare il web per scopi militari?

di Raffaella Natale |

Stati Uniti


Computer

A distanza di mesi dalle prime indiscrezioni, si torna a parlare con maggiore insistenza del documento non classificato del Pentagono che rivela elementi di un piano di guerra informatica, elaborato dagli Stati Uniti.

 

Si tratta di uno scritto del 2003, chiamato ‘Information operation roadmap‘ (IOR) firmato dal Ministro della Difesa Donald Rumsfeld, di cui per primi avevano parlato il New York Times e George Washington University grazie al Freedom Information Act.

 

Nel documento in questione si chiede di rivedere l’abilità dei militari nel condurre operazioni d’informazione e guerre elettroniche, sottolineando come le forze armate statunitensi debbano riflettere su questa nuova tipologia di guerra virtuale, dove l’informazione è fondamentale per ottenere un successo militare e in cui i computer e i network di comunicazione sono di vitale importanza.

 

Il Dipartimento della Difesa attribuisce un alto significato al controllo dell’informazione, le operazioni descritte, infatti, includono una serie di attività insolite per i militari: istruire i giornalisti, formare unità psicologiche (Psyops) per manipolare i pensieri e le convinzioni del nemico ed effettuare attacchi informatici per distruggere network nemici.

 

Dal documento emerge l’importanza attribuita dal governo americano ai new media. Internet e le tlc diventano strumenti per arrivare prima alla gente, visto che i numeri di recenti Studi rilevano che la stragrande maggioranza degli americani legge le informazioni direttamente online o le apprende dagli mms che arrivano sui telefonini.

Questo è il prodotto di una società sempre più globalizzata, dove per avere qualunque tipo di notizia è sufficiente un click del mouse. 

 

E che i mezzi di informazione di nuova generazione avessero acquistato tanto importanza ce ne siamo accorti proprio con la guerra in Iraq.

Le notizie dell’ultimo minuto prontamente disponibili online, ma ancora i comunicati dei terroristi rilasciati su alcuni siti creati ad hoc, per non parlare dell’impiccagione di Saddam Hussein, il cui contestato video ha fatto il giro del web alla velocità della luce.

 

Ma la liberalizzazione delle news ha i suoi pro e i suoi contro: quanto più è facile reperire qualunque tipo di notizia, quanto più è altrettanto semplice poter mettere sul web anche indicazioni forvianti, che balzano all’occhio dei più esperti navigatori.

 

Da qui si comprende l’importanza che il Pentagono abbia attribuito alla ‘guerra elettronica’.

I piani del Pentagono per implementare una “guerra virtuale” sono impressionanti, scriveva la BBC, sottolineando che “…le operazioni descritte nel documento comprendono un raggio sorprendentemente ampio di attività militari: ufficiali per gli affari pubblici che impartiscono istruzioni ai giornalisti, truppe per le operazioni psicologiche che cercano di manipolare i pensieri e le credenze del nemico, specialisti di attacchi contro network computeristici che cercano di distruggere i network dei nemici”.

 

La “Information operation roadmap’ raccomanda che le operazioni psicologiche (Psyops) “…prendano in considerazione un vasto raggio di tecnologie allo scopo di disseminare propaganda nel territorio del nemico: veicoli aerei senza equipaggio, sistemi pubblici di indirizzi sparsi e miniaturizzati, tecnologie senza fili, telefoni cellulari e internet”.

 

La IOR aspira ad “…assicurare il massimo controllo dell’intero spettro elettromagnetico” e sviluppare la capacità di “…scardinare o distruggere l’intero spettro di sistemi di comunicazione, sensori, e sistemi di armi dipendenti dallo spettro elettromagnetico, emergenti a livello globale”.  

 

Information operation roadmap

Donald Rumsfeld, Secretary of Defense
30 Ottobre 2003

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