Tlc, nuovo studio conferma: i telefonini vettori di sviluppo dei Paesi emergenti

di Alessandra Talarico |

India


Telefonia mobile

Le comunicazioni mobile stanno contribuendo a rivoluzionare la vita economica e sociale dell’India, creando una ondata di piccoli imprenditori locali e garantendo un maggiore accesso ai servizi sociali.

È quanto emerge da uno studio condotto dal Center for Knowledge Societies (CKS), che i identifica i sette settori – tra cui quelli dei trasporti, della finanza e della sanità – che potrebbero essere radicalmente trasformati dalle tecnologie mobili.

 

La diffusione del telefonino nel Paese sta crescendo a ritmi molto sostenuti, un indiano su 5 ne possiede uno, con sei milioni di nuove sottoscrizioni al mese.

Entro la fine del prossimo anno si dovrebbero inoltre registrare sensibili miglioramenti in termini di copertura, per permettere anche alle persone che vivono nelle aree rurali di usufruire dei servizi mobili. In queste zone, le infrastrutture di telecomunicazione sono pressoché inesistenti e il telefonino è spesso l’unico strumento di comunicazione disponibile.

 

Secondo la London Business School, una penetrazione mobile del 10% è in grado di spingere la crescita annuale di un Paese dello 0,6%, dal momento che in molti Paesi in via di sviluppo i cellulari rappresentano l’unica infrastruttura disponibile in grado di migliorare la produttività.

 

Il rapporto identifica 7 aree in cui le comunicazioni mobile potrebbero agire come vettore di cambiamento per il business.

Innanzitutto nei trasporti: il 45% dei villaggi indiani non è coperto da servizi di trasporto pubblico e solo l’1% delle famiglie possiede un’auto. Le comunicazioni mobili potrebbero dunque essere usate per creare e coordinare progetti di ‘car sharing’ e fornire informazioni in tempo reale circa i servizi pubblici.

Anche nel micro–commercio l’apporto dei cellulari potrebbe essere determinante, dal momento che i piccoli commercianti sono spesso costretti a effettuare lunghi viaggi per vendere le loro merci nei mercati e non possono stringere in anticipo accordi con fornitori e acquirenti. La telefonia mobile potrebbe risolvere le questioni logistiche dei commercianti che si trovano nelle aree rurali, favorendo l’utilizzo di sistemi di ordinazione e consegna e la possibilità di stipulare accordi anticipati con business partner o clienti.

I telefonini potrebbero poi favorire l’uso dei servizi finanziari, di telemedicina, di eGovernment e di eLearning, oltre che dare la possibilità di usufruire di servizi di creazione e distribuzione di contenuti locali.

 

La ricerca si basa su interviste con piccoli commercianti e contadini raccolte in tre aree rurali dell’India – Badun, Satara e Chittradurga – e nell’area urbana di Bangalore, allo scopo di comprendere in che modo il telefonino avesse cambiato le loro vite e di raccogliere informazioni sulle aspettative per il futuro.

 

Ma lo studio vuole essere anche uno stimolo affinché governi nazionali e internazionali, industria mobile e ONG si uniscano per favorire lo sviluppo, l’accesso e l’utilizzo di nuovi servizi mobili nelle aree rurali.

 

Alle autorità locali e nazionali i ricercatori suggeriscono di integrare le rispettive politiche regolatorie, economiche e rurali e di fare di più per incentivare e supportare lo sviluppo delle infrastrutture.

 

L’industria mobile, da canto suo, “ha bisogno di comprendere l’impatto sociale della connettività mobile nelle comunità rurali e di renderle accessibili alla maggior parte di esse”, spiega il rapporto. Questo non vuol dire soltanto abbassare i prezzi e i costi di proprietà che rallentano il rollout e impediscono l’accesso a strumenti potenti nella lotta contro la povertà, ma soprattutto creare applicazioni e servizi realmente utili allo scopo.

 

Secondo la GSMA, in 16 Paesi in via di sviluppo su 50, le tasse rappresentano il 20% del costo totale relativo al possesso e all’uso del telefonino.

In 14 di questi Paesi, l’utente mobile medio paga più di 40 dollari all’anno in tasse sul telefonino e i servizi mobili.

19 dei paesi presi in esame dallo studio inoltre impongono agli utenti tasse aggiuntive, prima di tutto sulla vendita, che ammontano a circa 13 dollari ad utente.

 

La GSMA ha anche rilevato che gran parte delle vendite di telefonini nei mercati emergenti avviene attraverso il mercato nero. Nel 2004, il 39% dei cellulari venduti è stato distribuito via canali illegali, causando una perdita di 2,7 miliardi nei 50 mercati esaminati. Se questo trend continuasse, spiega GSMA, nei prossimi 5 anni si registrerebbero perdite per 24,5 miliardi.

 

Le ONG infine, hanno il non facile compito di definire le esigenze delle comunità rurali e sviluppare assieme a loro nuovi metodi di distribuzione e fruizione dei servizi sociali.

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