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Anno europeo delle pari opportunità: online il nuovo sito web della Ue

Unione Europea


Oggi l’Anno europeo 2007 sulle pari opportunità per tutti (AEPO), che sarà inaugurato a Berlino il 30 gennaio nel corso del primo Vertice sulla parità, ha lanciato il suo nuovo sito web dove sono stati pubblicati i risultati di un’indagine dell’UE sulla lotta contro la discriminazione.

In base all’indagine – effettuata in preparazione dell’Anno europeo – più della metà degli europei (51%) pensa che non si faccia abbastanza per combattere la discriminazione nei loro paesi e la maggior parte degli interpellati ritiene anche che la discriminazione sia ampiamente diffusa (64%). Nel complesso i risultati confermano che gli europei sono disposti a cambiare, con un’ampia maggioranza a favore dell’adozione di provvedimenti volti a promuovere le pari opportunità per tutti nel settore dell’occupazione.

 

Il nuovo sito web dell’Anno europeo costituirà un importante mezzo di comunicazione per tutto l’Anno, potrà fornire informazioni aggiornate sulle iniziative cui possono partecipare i cittadini, fungere da fonte d’ispirazione per molteplici attività e promuovere la formazione di reti. Per garantire l’impatto a lungo termine dell’Anno europeo il nuovo programma dell’UE per l’occupazione e la solidarietà, intitolato PROGRESS – per il finanziamento delle attività del periodo 2007-2013 – riprenderà le idee migliori sviluppate durante l’Anno. I nuovi approcci, le nuove idee e il nuovo slancio dell’Anno europeo contribuiranno a rafforzare l’impegno dell’UE nel campo della parità e della non discriminazione.

 

Vladimír Špidla, commissario europeo responsabile dell’Occupazione, degli affari sociali e delle pari opportunità ha dichiarato: “I risultati dell’indagine di oggi indicano chiaramente che il livello della discriminazione rimane alto per gli europei, che sono favorevoli all’adozione di misure più severe per combattere i pregiudizi, l’intolleranza e le diseguaglianze. Confido che il l’Anno europeo del 2007 sulle pari opportunità per tutti animerà un dibattito vivace sulla diversità, dando nuovo slancio e maggiore efficacia alla lotta contro la discriminazione”.

 

L’indagine evidenzia che l’esistenza di norme contro la discriminazione (fondata sul sesso, la razza o l’origine etnica, l’età, l’orientamento sessuale, gli handicap, la religione o le convinzioni personali) è ancora poco nota nell’UE – solo un terzo dei cittadini dichiara di conoscere i propri diritti in caso di discriminazioni o molestie. Per questa ragione gli obiettivi principali dell’Anno europeo consisteranno nell’informare i cittadini del loro diritto alla non discriminazione e alla parità di trattamento, nel promuovere le pari opportunità per tutti e nell’evidenziare i vantaggi della diversità. Per raggiungere i cittadini, la campagna sarà notevolmente decentralizzata e centinaia di attività saranno organizzate a livello comunale, regionale e nazionale.

 

Le attività comprenderanno diversi progetti, tra cui premi per la diversità nella vita lavorativa, destinati alle imprese pubbliche e private che compiono sforzi concreti per combattere la discriminazione, concorsi per le scuole, che prevedono composizioni sui temi del rispetto e della tolleranza, formazioni sulla lotta contro la discriminazione per i mezzi di comunicazione.

 

Le manifestazioni coinvolgeranno le persone e le organizzazioni maggiormente interessate al successo dell’anno: sindacati, datori di lavoro, ONG, associazioni di giovani, organizzazioni che rappresentano le persone vittime di diseguaglianze così come autorità locali e regionali. L’approccio decentralizzato dell’Anno europeo consentirà di portare avanti le attività anche dopo l’Anno, con un impatto duraturo sul terreno.

 

Le risposte all’indagine variano sensibilmente da uno Stato membro all’altro, tuttavia il messaggio principale che ne emerge indica che per gli europei la discriminazione è ancora ampiamente diffusa (64%) nei loro paesi e che i cittadini desiderano un cambiamento di questa situazione. Un’ampia maggioranza ritiene che essere portatori di handicap (79%), Rom (77%), persone con più di 50 anni (69%) o di origine etnica diversa (62%) costituisca uno svantaggio nella loro società.

 

Nel contempo in tutti gli Stati membri, tranne in quattro, la maggioranza pensa che le persone di origine etnica diversa rispetto al resto della popolazione arricchiscano la cultura nazionale. Un’ampia maggioranza ritiene che siano necessarie più donne in posti direttivi (77%) e in Parlamento (72%). Molti pensano inoltre che nel mercato del lavoro debbano essere presenti più portatori di handicap (74%) e persone oltre i 50 anni (72%).

 

Quando si tratta di trovare un lavoro l’handicap e l’età sono i due fattori che, secondo gli europei, costituiscono il maggiore svantaggio per i candidati. Circa 8 interpellati su 10 pensa che a parità di qualifiche una persona di 50 anni o più abbia meno possibilità di ottenere un impiego o una promozione rispetto a una persona con meno di 50 anni e lo stesso vale per un portatore di handicap e una persona sana. Numerosi interpellati (68%) ritengono che per le donne le responsabilità familiari rappresentino un ostacolo per accedere a posti direttivi. Questa convinzione è particolarmente diffusa in Spagna e in Germania (76% in entrambi i paesi).

 

Una delle principali iniziative dell’Anno europeo è costituita dal Vertice sulla parità che avrà luogo la prossima settimana a Berlino per l’inaugurazione dell’Anno e al quale parteciperanno leader dell’UE, ministri delle Pari opportunità e rappresentanti ad alto livello della società civile.

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