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Fastweb: nessuna falsa fatturazione ai fini IVA, ‘notizie prive di fondamento’

Italia


“Notizie prive di fondamento“. E’ così che Fastweb (Milano, MTAX:FWB) si riferisce alle notizie apparse oggi sulla stampa. In una nota, il gruppo precisa di “…non aver mai prodotto fatturazioni fittizie per accrescere il proprio credito IVA, credito peraltro già di ampie proporzioni e dovuto a ingenti investimenti effettuati dalla costituzione della società per dotare il Paese di una rete di tlc di nuova generazione.”

Fastweb aggiunge che “…L’indagine della Procura di Roma è relativa ad attività di alcuni gestori di servizi a pagamento che si avvalgono della rete di trasporto di operatori telefonici italiani, tra i quali, con un ruolo del tutto marginale, Fastweb”.

L’attività – spiega – è di natura ordinaria e, come tale, è svolta da numerosi operatori telefonici in Italia e all’estero. Tale attività, secondaria rispetto ai volumi d’affari della società, ha generato negli ultimi anni un modesto contributo al margine operativo lordo pari a circa l’1%. A fronte di queste prestazioni, materialmente effettuate, Fastweb ha emesso regolari fatture, registrate nei libri contabili in ottemperanza alla normativa fiscale vigente, e ha regolarmente effettuato gli adempimenti IVA”.

Aggiungendo, “…In questo quadro ogni altro comportamento ipotizzato sarebbe contrario al buon senso e agli interessi economici della società”.

In ordine alle false comunicazioni sociali “…non si è mai verificata alcuna ipotesi di tal genere, tenuto conto che né la magistratura né gli organi di controllo hanno sollevato alcun rilievo nei confronti della società”.

La società dall’inizio delle indagini (fine 2004), ha garantito alle autorità giudiziarie la più totale collaborazione.

Il Presidente Silvio Scaglia e il Consigliere Mario Rossetti non sono mai stati oggetto di indagine e non hanno mai ricevuto alcun avviso di garanzia.

Fastweb ha sottolineato che, a tutela del proprio interesse e di quello di tutti i suoi azionisti, “…ha dato mandato ai propri legali di segnalare alla magistratura e alla CONSOB possibili ipotesi di turbativa di mercato”.

Negli ultimi giorni, la società milanese è stata sotto l’occhio attento del mercato, specie dopo la cessione da parte del presidente e fondatore Silvio Scaglia, di parte della propria quota detenuta attraverso SMS Finance SA a UBM (Unicredit Banca Mobiliare),.

La vendita ha riguardato un blocco di 5.000.000 di azioni al prezzo netto di 44,40 euro per azione.

La decisione di cedere questo pacchetto azionario è anche motivata dallo sviluppo di Babelgum, la nuova iniziativa di Silvio Scaglia nel campo della Tv via internet che sarà lanciata su scala mondiale nei prossimi mesi.

Babelgum è nata nel 2005 e non è controllata da Fastweb. La start up fa direttamente capo a Scaglia affiancato da Erik Lumer con una quota di minoranza.

La società, come spiegano gli esperti, si pone l’obiettivo di far convergere l’alta qualità video su internet con l’interattività del web. A oggi le previsioni sulla crescita del business pubblicitario del video online è tra i 2,9 e i 3,9 miliardi di dollari da qui al 2010. La sede della società è Londra con filiali in Italia, in Francia e in Irlanda. L’investimento iniziale ammonta a 10 milioni di euro.

Il presidente, pienamente convinto del successo di Fastweb, intende mantenere stabile la presenza di SMS Finance nel capitale della società.

Parte integrante dell’accordo con UBM è l’impegno di SMS Finance a mantenere un lock-up di almeno 12 mesi per la quota rimanente.

Il presidente di Fastweb ha dichiarato che c’è stata una reazione molto speculativa, che verrà riassorbita rapidamente in Borsa, e ha aggiunto “…resto convinto che la società ha un valore molto più alto di quello di oggi, per questo ho venduto solo 5 milioni di titoli”.

Inoltre Fastweb beneficia del report di Morgan Stanley che reputa il settore “attractive” e che vedrebbe la società milanese nel mirino di Vodafone, che punta a consolidare la propria posizione in Italia.

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