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Tutti insieme appassionatamente. I maggiori broadcaster Usa si uniscono per ‘far fuori’ YouTube

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Alleanza tra grandi per contrastare il successo di YouTube. L’ormai famoso sito di video online, rilevato da Google a ottobre per la cifra record di 1,65 miliardi di dollari, potrebbe presto trovarsi faccia a faccia con i grandi broadcaster americani: NBC Universal, News Corporation, Viacom e forse CBS.

Secondo alcune indiscrezioni apparse sul New York Times, l’accordo potrebbe essere già raggiunto nei prossimi giorni.

 

Obiettivo dei player Tv è quello di lanciare un nuovo servizio in grado di competere con YouTube, che in appena un anno ha rivoluzionato il modo di comunicare sul web, lanciando un indirizzo internet nel quale fare confluire parte delle rispettive produzioni e i video amatoriali degli utenti iscritti.

 

Insomma, ci si prepara a una vera e propria ‘guerra aperta’ per recuperare il tempo perso e arginare o controllare un fenomeno che solo negli Usa registra milioni di visitatori e utenti quotidiani.  

 

Inizialmente le società del mercato entertainment non avevano dato molto credito a allo sviluppo di YouTube, considerandola una moda del momento, destinata a bruciarsi in breve tempo, specie per i possibili rischi legali cui andava incontro. Ma l’acquisto di Google ha fatto riconsiderare il fenomeno e aperto a nuove partnership tra operatori.

 

A quanto si apprende, il nuovo sito genererà entrate dalla pubblicità, offrendo videoclip forniti dalle compagnie. Al tempo stesso si darà grande spazio ai contenuti user generated, che hanno fatto il successo di YouTube.

Secondo gli esperti l’unico ostacolo al buon esito dell’iniziativa sono i possibili conflitti di interesse di News Corp (che controlla il sito di social networking MySpace) e di CBS, che ha attualmente un accordo pubblicitario con Google. L’annuncio formale potrebbe comunque arrivare alla fine della settimana.

 

Fondata nel 2005 da tre ex dipendenti di eBay, grazie agli 11,5 milioni di dollari investiti da Sequoia Capital, YouTube ha conosciuto un vero e proprio successo anche grazie alla diffusione della connessione internet a banda larga.

 

Nel volgere di poco tempo si è piazzato al quattordicesimo posto mondiale tra i siti più consultati, con 72 milioni di visitatori in agosto e 100 milioni di video guardati ogni giorno, tanto da scatenare una corsa all’acquisto. In lizza c’erano grossi nomi – Yahoo!, Time Warner, News Corporation e Viacom – nei mesi scorsi interessati all’acquisizione, secondo la stampa specializzata.

Google ha avuto la meglio, motivata anche dall’intenzione di rafforzare la propria divisione Google Video, che ricopriva una piccola parte del mercato dei video online (l’11% contro il 46% di YouTube e il 21% di My Space).

 

Resta il problema pirateria, una delle maggiori preoccupazioni per le compagnie cinematografiche, ma anche di film, televisione e musica. Situazione controversa è quella degli aventi diritti. Molto più complessa di quanto appare. E, mentre si discute ancora la questione dei diritti d’autore per la stampa online, sembra che nessuno, neanche le major, si preoccupi della distribuzione totalmente illegale dei video su YouTube. Tra le major discografiche, solo Warner Music ha chiuso le trattative.

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