Digitale terrestre: Calabrò, ‘Gara necessaria per garantire trasparenza, ma occorre accelerare per non disperdere le opportunità’

di Raffaella Natale |

Italia


Mercato TV

Dopo la recente decisione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per la cessione attraverso una gara del 40% della capacità trasmissiva digitale utilizzata da Rai, Mediaset e Telecom Italia Media, il presidente Corrado Calabrò è tornato sull’argomento e ha dichiarato alla stampa che con l’avvio del procedimento “…si traghetta il sistema verso la Tv digitale” all’insegna della massima trasparenza nelle procedure di assegnazione.

 

La gara sarà, infatti, gestita da una Commissione di esperti nominata dall’Agcom e dal Ministero delle Comunicazioni. Questa è la principale novità contenuta nello schema di regolamento approvato dal Consiglio dell’Autorità, relatori i commissari Michele Lauria e Stefano Mannoni.

Scopo del provvedimento, favorire il pluralismo e accelerare la transizione al digitale terrestre a cominciare dalle regioni all digital.

 

Calabrò ha spiegato che “…il 40% è una parte imponente della capacità di trasmissione, quasi la metà, che andrà assegnata a soggetti che non hanno impianti“, quindi “operatori indipendenti che sono editori e altri soggetti“.

Il tutto “…con la modalità di una gara controllata e gestita dall’Autorità – ha precisato – in modo tale che non vi siano gare ‘mascherate’ o filiazioni delle stesse emittenti”.

Il presidente dell’Agcom ha anche sollecitato “…la creazione di contenuti attrattivi” per il digitale, perché “…è sconcertante la carenza che si registra in questo campo. Spero in una mobilitazione intellettuale“.

 

La Commissione di esperti assegnerà, tramite una procedura competitiva, la capacità trasmissiva agli editori indipendenti e agli operatori di rete che richiedano il completamento della copertura delle proprie reti. La graduatoria, approvata dall’Autorità, valorizzerà la qualità dei programmi e promuoverà l’accesso dei soggetti nuovi entranti nel mercato digitale terrestre.

 

Calabrò ha trovato “…sbagliato l’atteggiamento assunto da certe emittenti e cioè di aspettare la data del 31 dicembre 2011 visto che l’avvio del digitale è in programma il primo gennaio del 2012. Intanto gli altri Stati, come la Francia, vanno avanti. Con il risultato che noi che ci eravamo mossi in anticipo rischiamo di perdere questa opportunità”.

 

Tra le emittenti in possesso del multiplex c’è chi ha segnalato scarsità di richieste da parte di potenziali editori televisivi: “…intanto bisogna assicurarsi che chiunque sia interessato al digitale abbia la possibilità di accedere alla capacità trasmissiva. Poi vedremo: non credo che all’esito delle gara non vi saranno richieste“, ha detto ancora Calabrò.

 

Altra cosa importante, l’Autorità ha convocato per martedì 5 dicembre le società che fanno parte dell’Auditel, la società di rilevazione degli ascolti televisivi, e gli altri soggetti interessati per ascoltare i loro punti di vista sulla riforma del sistema di rilevazione degli ascolti.

Una riforma che deve avere quali punti fermi, spiega il presidente dell’Authority, l’apertura del sistema a tutti gli operatori, il metodo scientificamente valido e la possibilità per gli apparecchi di rilevazione di registrare non solo gli ascolti della Tv analogica ma anche quelli del satellite.

“…A questo punto l’Autorità inserisce nel Cda della società propri consiglieri indipendenti che ne controllano l’operato”.

La riforma dell’Auditel è affrontata nel Ddl Gentiloni per la transizione alla Tv digitale, ma, come ha ricordato Calabrò, ci sono già gli strumenti giuridici per operare il cambiamento necessario.

 

“…Nella situazione attuale – ha spiegato il presidente dell’Agcom – vengono rilevati gli ascolti dei soli operatori che partecipano alla società“. Viceversa si deve aprire “a tutti gli operatori“.

E ancora, “…il metodo deve essere scientificamente valido: a tale proposito si è disposta la sigla di una convenzione con l’Istat per la modifica del campione”. Infine “…gli apparecchi di rilevazione devono poter registrare gli ascolti anche delle Tv via satellite e non solo di quella analogica”.

 

A questo punto l’Autorità inserisce consiglieri indipendenti a garanzia dell’operato dell’Auditel: “…poi se il sistema funziona, bene, altrimenti l’Autorità può addossarsi la rilevazione degli ascolti”.

Una funzione che anche oggi l’Autorità sarebbe in grado di avocare a sé: “…ma si tratta di un costo di circa 20 milioni di euro e di un ampliamento di organico che non siamo in grado di sostenere” ha spiegato Calabrò. Meglio quindi “…se funziona una struttura esterna con i requisiti di garanzia, trasparenza e obiettività necessari”.

L’Autorità affronterà altrimenti il problema “…se davvero gli operatori sono tetragoni al cambiamento”.

 

Da anni al centro di aspre polemiche, in particolare sulla mancanza di trasparenza riguardo ai metodi utilizzati e sull’inaffidabilità dei dati rilevati, Auditel resta in Italia la fonte primaria per l’analisi degli ascolti televisivi.

Un sistema che fa acqua da tutte le parti e che ha portato alla costituzione di un ‘Tavolo permanente sulla questione Auditel’, che è nato con l’obiettivo di raccogliere tutte le istanze della società civile, che già da molti anni si sono espresse criticamente nei confronti dell’Auditel, chiedendone l’abolizione a frutto di un sistema di rilevamento degli ascolti televisivi veritiero e trasparente. 

 

Roberta Gisotti, portavoce del Tavolo permanente e autrice del libro ‘La favola dell’Auditel’, è da anni a capo di questo movimento che cerca di ottenere un intervento da parte delle Autorità per risolvere una spinosa questione che vede impegnati da anni operatori, consumatori, società di rilevazione.

 

Sky Italia dovrebbe essere tra gli operatori che faranno il loro ingresso nel sistema Auditel.

Recentemente la società di Rupert Murdoch ha fatto sapere che, finché i dati di ascolto non saranno chiari e trasparenti, non entrerà nella proprietà di Auditel.

“Tale ingresso potrà avvenire – ha spiegato Sky – solo quando Auditel garantirà quegli elementi di trasparenza del processo e di accuratezza nella rilevazione dei dati che abbiamo chiesto ormai da tempo: solo nel momento in cui si saranno verificate tali condizioni saremo disponibili a discutere un eventuale ingresso nel capitale sociale di Auditel“.

 

Secondo Sky Italia, la struttura della governance di Auditel “…appare in contrasto con le linee guida internazionali per una corretta gestione delle analisi d’ascolto: chiediamo al mercato soprattutto se sia corretto che i controllati siano anche i controllori”.

“La quota di maggioranza della proprietà di Auditel è da sempre nelle mani delle aziende televisive, le stesse aziende la cui performance è misurata proprio dalla ricerca di Auditel. Questa impostazione porta naturalmente con se il sospetto di un costante conflitto di interesse – ha sottolineato ancora Sky – che sarebbe bene superare, a tutto vantaggio della trasparenza e a tutela degli investimenti pubblicitari delle aziende”.

 

 

27 novembre 2002 – 27 novembre 2006

      

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