Mercato Tv: gli Usa si interrogano sul ruolo di Murdoch in Italia dopo il Ddl Gentiloni

di Raffaella Natale |

Francesco Siliato: 'Più che un intervento a favore di Murdoch, quello che sta avvenendo è la rottura del monopolio di Berlusconi'.

Italia


Sky Italia

Dalle pagine del New York Times, arriva un’analisi del mercato italiano media e del discusso rapporto tra il tycoon Rupert Murdoch, proprietario della Pay TV Sky Italia e l’ex premier Silvio Berlusconi.

Murdoch Makes Gains in Italian Media Market“, titola il quotidiano d’oltreoceano, asserendo che nel confronto tra i due “…una volta amici e ora rivali“, il magnate australiano “…è leggermente avanti, anche se Berlusconi potrebbe ancora riservare qualche colpo”.

L’analisi è fatta sullo sfondo del Ddl Gentiloni che riformerà il mercato radiotelevisivo, fissando le guidelines per il passaggio alla Tv digitale terrestre.

“…Per anni i due sono stati impegnati in una battaglia. Berlusconi, attraverso la Fininvest, resta il boss incontrastato del settore controllando holding che includono tre delle maggiori reti Tv, giornali, una società editrice e una casa di produzione cinematografica. Ora, tuttavia, il disegno di legge potrebbe indebolire le sue posizioni sulla televisione italiana e aiutare invece Murdoch”.

 

Sul punto, il quotidiano newyorchese riporta i contenuti di un recente Studio della società di ricerca IT Media, in base al quale Sky Italia sarebbe la compagnia che più beneficerebbe della nuova legge. Stando al Report, Sky potrebbe guadagnare una cifra aggiuntiva di 28 milioni di euro l’anno (37 milioni di dollari) con l’eventuale via libera alla riforma. Mediaset, al contrario, potrebbe perdere fino a 103 milioni di euro (135 milioni di dollari) l’anno.

 

A riguardo è intervenuto anche Francesco Siliato, analista media e componente di una Commissione di consulenti del Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, che ha sottolineato: “…Più che un intervento a favore di Murdoch, quello che sta avvenendo è la rottura del monopolio di Berlusconi”.

“…E’ – ha aggiunto – un tentativo del Governo, per quello che potrà fare con i suoi margini in Parlamento, di aprire in modo serio il mercato televisivo”.

 

Le nuove disposizioni ridisegnano sicuramente un nuovo ruolo per la Tv satellitare, oltre a fissare al 45% il limite per la raccolta pubblicitaria e per Rai e Mediaset il passaggio di un canale sul digitale terrestre entro 15 mesi, in modo da favorire nuovi investimenti.

 

Nelle ultime elezioni, Sky è stata un’autorevole fonte di informazioni, la terza voce, forse anche più obiettiva, tra quelle in campo.

E recentemente Romano Prodi ha rilasciato un’intervista di mezzora alla Pay TV, spiegando che Sky era l’unica rete a garantirgli il tempo necessario per il suo intervento.

 

Sky Italia destinata allora ad avere un posto di primo piano nel panorama radiotelevisivo italiano?

 

Da Mediaset e Forza Italia è forte la convinzione che il Governo stia sostenendo apertamente la Pay TV di Rupert Murdoch: il Ddl Gentiloni, le nuove proposte (Gentiloni-Melandri), sulle quale è stata richiesta la procedura d’urgenza, che di fatto privano la Tv digitale, e quindi Mediaset, della possibilità di trasmettere le partite di calcio sono alcune delle motivazioni.

Ma bisogna riflettere su un punto: è vero che il nuovo disegno di legge sui diritti del calcio mette Sky nella condizione di essere l’unico acquirente per la piattaforma satellitare, ma solo in quanto al momento unico operatore sul mercato italiano. Nulla osta che domani altri operatori facciano il loro ingresso su questo mercato, Mediaset in primis visto anche il recente accordo con Eutelsat.

 

Da Sky Italia hanno sottolineato che “…Qualsiasi provvedimento che apra il mercato e sviluppi realmente la competitività tra le aziende va nella giusta direzione. Siamo convinti che da una sana concorrenza possano nascere grandi benefici per i consumatori”.

Il gruppo plaude alle nuove disposizioni e a tutti i provvedimenti nella misura in cui apriranno il mercato televisivo, assicurando maggiore informazione e più pluralismo.

 

Più volte Rupert Murdoch aveva lamentato al governo Berlusconi di aver adottato disposizioni che sostenevano lo sviluppo della Tv digitale terrestre a danno di quella satellitare, specie con gli incentivi per i decoder TDT, che creavano condizioni di disparità sul mercato della Tv. Prova ne è stato il successivo intervento da parte delle Autorità Ue contro l’Italia, accusata di non aver assicurato il principio di neutralità tecnologica.

La cabina di regia fortemente voluta dal Ministro Gentiloni va proprio nel senso di ridisegnare un nuovo mercato con un occhi attenti a stabilire condizioni eque per tutti gli operatori (digitale terrestre, satellite, IPTV). 

Un nuovo ruolo per Sky, allora, che considera alleanze strategiche per rafforzarsi sul mercato dei contenuti, prima fra tutti quella con Telecom Italia, che il magnate dei media sottolinea essere solo un’intesa che va in questo senso.

 

Dal punto di vista finanziario, Sky Italia sta procedendo bene sul mercato italiano. Nel 1° trimestre dell’anno 2006-2007, la società ha ridotto le perdite finanziarie con un miglioramento di 48 milioni di dollari, rispetto alla perdita di 61 milioni registrata nello stesso periodo dello scorso anno.

I dati risultano in utile, mentre rallenta il dato sugli abbonati della Pay TV italiana a causa del rinvio dell’inizio della stagione calcistica.

A ciò si somma il miglioramento dei ricavi medi per utente, seppure parzialmente frenato dall’aumentata spesa nella programmazione associata all’allargamento della base e dai maggiori costi per la trasmissione dei Campionati Mondiali di Calcio e un maggior numero di partite di Serie A e B.

Il ritardato inizio del Campionato e lo scandalo legato al calcio hanno impattato sulla crescita di abbonati della Pay TV durante il primo trimestre.

Si attende comunque un forte recupero per i mesi successivi, specie nel periodo di Natale. Sky ha, quindi, confermato il target di 4 milioni di abbonati entro la fine dell’anno. Al 30 settembre il dato era pari a 3,82 milioni.

 

 

 

27 novembre 2002 – 27 novembre 2006

        

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