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Porno sul cellulare: un business dai grandi numeri. Aiuterà il decollo del 3G?

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Come è stato per internet, anche il settore dei contenuti per la telefonia mobile potrebbe decollare grazie al porno.

Il sesso vende come nessun altro articolo e il business dell’intrattenimento erotico per adulti è previsto in vertiginoso aumento per i prossimi anni.

Il valore del mercato, che per il 2006 dovrebbe attestarsi a 1,4 miliardi di dollari, salirà – secondo le proiezioni di Juniper Research – a 3,3 miliardi di dollari tra 5 anni, trainato dalla domanda forte e costante che si registra sui mercati europei e dell’Asia Pacifico.

 

Il telefonino è il canale di distribuzione attualmente più accreditato per la diffusione di contenuti personalizzati e on demand e con l’arrivo del 3G e la possibilità di fare e scaricare video anche di grandi dimensioni, promette di essere anche il mezzo più intrigante per questo tipo di materiale.

 

Nel 2011, sostiene Juniper, i servizi video rappresenteranno il 70% dei profitti del mercato mobile per adulti.

 

Secondo l’analista Bruce Gibson, il business dei contenuti erotici per telefonino seguirà la stessa strada degli altri media che lo hanno preceduto: stampa, cinema, DVD, videocassette, ecc.

“Non c’è ragione per cui il canale mobile non debba essere altrettanto profittevole per i player dell’industria dei contenuti, anzi, il cellulare fornirà un modo diverso di presentare i contenuti per adulti rispetto ai canali tradizionali e permetterà di raggiungere un nuovo pubblico”, ha spiegato Gibson.

 

La crescita dei profitti del settore, tuttavia, non sarà priva di ostacoli sul suo cammino, dal momento che il binomio sesso-cellulare prospetta problemi regolatori e di sensibilità sociale molto vasti che potrebbero rallentarne l’affermazione sul mercato di massa.

 

In questo nuovo pubblico citato da Gibson, infatti, non dimentichiamo che ci sono anche i bambini. Bisogna dunque creare un modello di business adeguato, che garantisca la tutela dei minori e questo è un compito che spetta a tutti gli attori del settore: imprese, associazioni per la tutela dell’infanzia e organismi pubblici.

 

Il compito più importante spetta però agli operatori mobili: in Asia, ad esempio, le compagnie telefoniche si sono fatte carico nella bolletta dei costi per accedere al porno per poi dividerli con i fornitori di contenuti.

Strategia che ha trainato l’impennata dei servizi in che lo scorso anno hanno generato profitti per 1,2 miliardi di dollari, rispetto ai 30 milioni degli Usa, dove i carrier non sono stati ben disposti ad addentrarsi nel settore per timore delle rimostranze dei cattolici e dei conservatori.

 

Secondo Gibson, tuttavia, non saranno i contenuti hard core a fare la differenza, ma quelli divertenti e ‘soft’, da condividere con gli amici al bar sulla base del divertimento e della “gratificazione istantanea”.

Difficile da credere, però, anche alla luce delle nefandezze che stanno riempiendo la cronaca degli ultimi giorni, fatta di stupri di gruppo tra minori e violenze di ogni sorta al solo scopo di ‘farsi due risate’ con gli amici, appunto.

 

 

 

27 novembre 2002 – 27 novembre 2006

        

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