Costi di ricarica: Catricalà spera nel potere della moral suasion e nella buona volontà dei gestori

di Alessandra Talarico |

Italia


Cellulari

La decisione dell’Agcom e dell’Antitrust di intervenire per abolire il contributo di ricarica dei cellulari ha suscitato, come era prevedibile, una ridda di polemiche, come se tutti si fossero accorti solo ora che si tratta di una situazione che – ancora una volta – pone l’Italia in una posizione decisamente opposta a quella del resto d’Europa.

 

A innescare l’indagine, la denuncia di Andrea D’Ambra, giovane ischitano che ha presentato alla Commissione europea una petizione contro i costi di ricarica firmata da 700 mila persone e sostenuta anche dal blog di Beppe Grillo.

La Commissione europea ha subito invitato le Authority ad attivarsi, con i risultati che sono su tutte le prime pagine dei giornali.

 

Oggi, il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, definisce i risultati dell’indagine ‘allarmanti’, ma si dice anche fiducioso sulla pronta risposta degli operatori che potrebbero presto decidere di “cambiare i loro comportamenti”.

Ma come? La storia ricorda un po’ quella del roaming: le società telefoniche, piccate dalla tenacia del Commissario europeo Viviane Reding che intende introdurre una nuova regolamentazione per calmierare i costi, si sono subito dette pronte ad abbassare i costi in maniera ‘autonoma’.

 

Nessuno degli operatori italiani ha però ancora commentato la vicenda delle ricariche: balzello che ha permesso all’industria di intascare 950 milioni di euro soltanto lo scorso anno.

Secondo Catricalà, basterebbe ora la moral suasion, l’avvertimento di un possibile intervento, per convincere i gestori mobili a cambiare atteggiamento, a mettere in atto “comportamenti virtuosi”.

 

“Certo, se non accadrà nulla le due Autorità utilizzeranno i loro poteri”, ha detto ancora Catricalà, ma questa attesa, ci chiediamo, non finirà per dilatare ancora di più i tempi di risoluzione della questione?.

 

Ora che il vaso è stata scoperchiato, non sarebbe il caso di intervenire prontamente pere porre fine a questo abuso?

 

Se non ci fosse da piangere,  noi comuni mortali, che ogni volta che facciamo una ricarica sborsiamo da 2 a 5 euro per una tassa che in effetti è ridicola, ci staremmo sbellicando dalle risate.

 

Intanto, la Tv stasera e nei prossimi giorni si occuperà dell’argomento: lo farà la sempre puntuale ‘Mi manda Raitre’ questa sera e domani la rubrica tecnologica del Tg3, ‘Scenari’.

 

Anche i politici si sono svegliati, intervenendo in massa a dire la loro sulla ‘odiosa’ questione.

È tempo che l’Italia “si allinei con il resto d’Europa sull’abolizione del contributo fisso previsto per le ricariche dei cellulari e superi questa anomalia che non ha eguali negli altri Paesi”, tuonano alcuni parlamentari dell’Unione, che annunciano in merito alla questione un’interrogazione al ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, chiamato ad abolire “l’inutile tassa”.

 

Sarebbero molte altre le questioni da chiarire riguardo alcuni comportamenti che gli operatori mettono in atto in maniera non proprio ortodossa, dallo scatto alla risposta fino ai servizi non richiesti che fanno lievitare la bolletta, mentre i consumatori, esasperati, tentano di rincorrere la chimera delle offerte vantaggiose.

 

Nessuno vuole mettere in discussione il fatto che gli operatori mobili hanno ingenti costi da sostenere per offrire un servizio che ormai fa parte della nostra vita quotidiana, ma come pretendono che gli utenti passino ai servizi della terza generazione, se a mala pena riescono a pagare quelli della seconda, gravati come sono da costi inutili e spesso anche non corrispondenti al reale consumo dei servizi?

Avviare un dialogo serio con gli utenti – i tanto osannati utenti – ascoltando le loro richieste e loro esigenze, magari non attraverso un call center ma in maniera più diretta, a questo punto, non sarebbe più costruttivo sul lungo periodo?

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