Vodafone, torna la voglia di acquisizioni. Sarin: ‘Interessati a 3 UK’

di Alessandra Talarico |

Europa


Arun Sarin - CEO Vodafone

Forte di risultati trimestrali superiori alle attese degli analisti, Vodafone sembra aver ritrovato lo slancio per nuove acquisizioni.

Il Ceo Arun Sarin, dopo aver faticato non poco a ricucire gli strappi nel board durante l’estate e a ottenere più tempo per dimostrare la validità della sua strategia in un primo tempo abbastanza cauta riguardo nuove acquisizioni, ha stupito gli investitori dichiarando apertamente l’attrazione per la rivale britannica 3 UK.

“Se fosse messa in vendita – ha detto Sarin – saremmo interessati all’affare”.

 

Sarin ha spiegato che i tempi sono maturi per il consolidamento dei mercati mobili europei, principalmente quello britannico, e che 3 UK – il cui valore per gli analisti si aggira introno ai 4 miliardi di euro – “potrebbe essere un candidato ideale”.

 

Vodafone ha chiuso il primo semestre di quest’anno con ricavi in crescita del 4,1% a 15,6 miliardi di sterline e un margine operativo lordo in aumento del 2,8% a 6,24 miliardi.

 

Risultati che hanno fatto riguadagnare fiducia al Ceo, che ora può dunque sbilanciarsi, dicendo che non c’è solo l’Europa nelle mire del gruppo, ma anche i Paesi emergenti dell’area EMAPA (Europa orientale, Medio Oriente, Africa, Asia Pacifico).

 

Proprio i risultati raggiunti in queste aree – che hanno prodotto il 70% della crescita organica dei profitti – hanno permesso a Vodafone di bilanciare il rallentamento delle attività sui mercati europei.

Lo scollamento tra questi ultimi, dove i profitti sono scesi dell’1%, e il resto del mondo, dove sono cresciuti di oltre il 50%, è evidente e la compagnia non intende farsi sfuggire questa ghiotta opportunità.

 

Un trend che emerge con forza anche dai risultati di O2 – controllato dalla spagnola Telefonica – che ha lanciato un profit warning per l’anno fiscale in chiusura come risultato della feroce competizione sia sul mercato britannico che su quello tedesco. Situazione che ha avuto ripercussioni ben note anche sul colosso Deutsche Telekom.

 

Un quadro ben diverso, dunque, rispetto a mercati come l’India, dove Vodafone detiene il 10% del maggiore operatore mobile del Paese, Bharti Tele-Ventures e la crescita organica è andata ben al di la delle previsioni del gruppo, superando il 50%.

Anche in Cina, dove Vodafone ha una partecipazione del 3,27% in China Mobile, le cose sono andate piuttosto bene: l’operatore, nei primi sei mesi dell’anno, ha visto crescere la sua base utenti di oltre il 10% e il gruppo britannico potrebbe pensare di accrescere la sua quota per approfittare di un mercato in fortissima espansione, che potrebbe toccare quota un miliardo di utenti entro il 2010.

 

Un altro mercato nel quale Vodafone ha esteso la sua presenza è quello turco, dopo l’acquisizione di Telsin Mobil Telepmunkasyon per 4,55 miliardi di dollari, mentre in Egitto la crescita organica dei profitti è stata pari al 40,2% e il gruppo vorrebbe acquisire una quota ulteriore del 4,9% in Vodafone Egypt per consolidare la propria presenza nel Paese.

 

Ogni nuova acquisizione – inclusa eventualmente quella di 3 UK – ha comunque chiarito Sarin, dovrà rispettare i rigidi criteri finanziari stabiliti a maggio nell’ambito della definizione della nuova strategia societaria.

 

Le speculazioni sul futuro degli asset mobili europei del gruppo asiatico Hutchison Whampoa sono iniziate già da un po’, avvalorate poi dai continui rinvii della quotazione in Borsa di 3 Italia, che avrebbe dovuto aprire la strada anche all’IPO della consorella britannica.

Secondo gli analisti di Merril Lynch, l’uscita del conglomerato di Li Ka-Shing dai mercati europei potrebbe essere più vicina di quanto si creda.

 

L’operatore asiatico, che ha investito già oltre 20 miliardi di euro nelle attività europee, continua a registrare un cash flow negativo. Per Merrill Lynch ci sono dunque 3 possibile opzioni: che – semplicemente – la compagnia vada avanti così com’è, sperando in una possibile ripresa dal 2008 in poi.

H3G potrebbe riprovare la strada dell’Ipo in Italia oppure, infine, vendere o scambiare i suoi asset con altri operatori europei.

 

Ora che Sarin ha confermato il suo interesse, potrebbero esserci interessanti sviluppi anche prima di quanto gli stessi analisti pensavano appena un mese fa.

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