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ProSiebenSat: Gentiloni tifa Mediaset, ‘Sarebbe una bella soddisfazione per l’industria televisiva italiana’

Italia


L’eventuale scalata tedesca di Mediaset raccoglie un benestare d’eccezione, quello del Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, che stamattina, a margine del Convegno IAB, ha commentato: “Sarebbe una bella soddisfazione per l’industria televisiva italiana”.

Aggiungendo: “Il governo segue con attenzione e anche facendo un po’ il tifo lo sviluppo di questa situazione sui cui però a decidere ovviamente sarà il mercato”.

 

Queste le parole del Ministro riguardo all’interesse della società italiana per ProsiebenSat1 Media. Gentiloni risponde anche alle accuse dei vertici Mediaset che nella conference call di ieri hanno definito il Ddl di riforma radioTv “estremamente inadeguato” per il settore televisivo, “specialmente considerando l’evoluzione della struttura dei media e dei mercati collegati“.

Gentiloni ha risposto: “…Capisco perfettamente che chi ha posizioni rilevanti o dominanti da difendere lo faccia”.

Gentiloni ha aggiunto che “…in Italia i due principali editori della televisione analogica controllano il 95% delle risorse pubblicitarie televisive e la Tv analogica da sola il 55% di tutto il mercato pubblicitario”. Secondo il Ministro “sono cifre che in altri Paesi occidentali sarebbero imbarazzanti”.

 

E oggi anche la Borsa ha accolto bene la notizia che il Cda  Mediaset ha dato il via libera per la presentazione di una manifestazione di interesse.

In tarda mattinata il titolo saliva dell’1,31% a 9,06 euro. Merrill Lynch ha confermato il suo giudizio ‘buy’ con un target price di 10,60 euro.

In un report pubblicato all’indomani dell’annuncio dei risultati dei primi 9 mesi del gruppo, il broker sottolinea che dopo un 2006 che si sta sviluppando in linea con le previsioni, l’attenzione ora si sposta sul 2007 quando si potrebbe concretizzare un upgrade grazie al controllo dei costi e se la raccolta pubblicitaria crescerà secondo le previsioni (circa il 3%).

Merrill Lynch giudica poi ‘improbabile’ che Mediaset arrivi a presentare un offerta vincolante per ProsiebenSat1 dopo la manifestazione d’interesse “a meno che non sia molto poco costosa o emergano sinergie inattese“.

 

Credit Suisse ha confermato il giudizio ‘neutral’ e il target price a 9 euro, dopo i risultati annunciati dal gruppo, che ha chiuso i primi nove mesi con ricavi netti consolidati in crescita del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2005 a 2.671 milioni di euro e con un utile netto passato da 464 a 369 milioni di euro.

 

Mediaset dà, quindi, il via alla campagna di Germania per la conquista del primo gruppo commerciale del Paese. Il Cda ha deciso di presentare un’offerta non vincolante sul 50,5%, con una mossa storica, che dopo l’ingresso in Spagna con Telecinco potrebbe portare a una nuova rivoluzione della società.

ProSiebenSat è la più importante televisione commerciale tedesca. Nata nel 2000 dalla fusione tra Prosieben Media e Sat1, è tornata sul mercato per l’opposizione dell’Autorità tedesca per la concorrenza alla sua cessione al magnate europeo dell’editoria Axel Springer, già in possesso di un pacchetto del 12%.

 

Mediaset entra dunque ufficialmente nella gara per aggiudicarsi il più grande broadcaster privato tedesco, che detiene quattro televisioni: Sat 1, Prosieben, Kable Eins e N24.

Secondo alcune indiscrezioni, oltre al gruppo italiano in lizza ci sarebbero l’americana NBC Universal (General Electric) e i fondi d’investimento Apax, Blackstone, Permira e KKR.

 

Già in passato, Mediaset aveva puntato gli occhi, senza successo, sul gioiello dell’ex impero mediatico di Leo Kirch, costretto al deposito dei bilanci nell’aprile del 2002. 

Allora ad avere la meglio fu la cordata guidata dal magnate egiziano Haim Saban che rilevò il pacchetto di maggioranza del gruppo, pari al 50,5% del capitale, che oggi mette in vendita.

L’enterprise value di ProSiebenSat1, con una posizione di gran forza sul mercato tedesco della pubblicità televisiva, si attesta intorno ai 5 miliardi di euro.

Secondo le stime di Goldman Sachs, invece, l’acquisizione del 50,5% costerebbe 2,8 miliardi di euro, con un impatto sull’eps del gruppo italiano del 2% nel 2007 e del 3% nel 2008. Il debito netto arriverebbe a 3,4 miliardi.

Ogni azione di ProsibienSat1, quotate alla Borsa di Francoforte, sarebbero valutate circa 30 euro, applicando un premio di 7 euro per azione rispetto ai 23 euro circa su cui viaggia il titolo alla Borsa tedesca.

Chi si assicurerà la quota di maggioranza, dovrà successivamente lanciare un’Opa sul restante 49,5%. Secondo le prime stime, l’intera operazione comporterà un esborso complessivo di circa 5 miliardi di euro.

 

Di certo Mediaset ha già trovato un alleato bancario di primo piano, fortemente presente in Germania. Si tratta di Unicredit, che avrebbe già approntato e necessarie garanzie a copertura dell’eventuale acquisizione, per una cifra che dovrebbe raggiungere i 3 miliardi di euro.

 

Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, preferisce restare cauto e, riferendosi alle trattative in corso, parla di uno “stadio estremamente preliminare”, spiegando che l’operazione verrà portata avanti solo a fronte di una possibile “crescita del valore per tutti gli azionisti“.

Confalonieri ci ha tenuto a sottolineare che in questa fase l’offerta per ProSiebenSat1 “…non implica alcun obbligo o impegno di sorta per Mediaset o per il venditore”.

“Come di consueto vogliamo valutare questo tipo di investimenti e tutte le possibili opportunità per allargare l’interesse delle nostre attività in Europa“, ha aggiunto. “Utilizzeremo gli stessi criteri di valutazione e criteri sul ritorno del capitale investito che abbiamo utilizzato negli ultimi anni e secondo questo criterio, abbiamo già provato che prenderemo seriamente in considerazione solo quegli investimenti potenziali che possono creare valore per tutti gli azionisti”.

 

Confalonieri ha spiegato che l’offerta permetterà innanzitutto di valutare più attentamente ProSiebenSat1, senza dare altra indicazione dal momento che l’intera trattativa è coperta da vincoli di riservatezza. Ad ogni modo a breve, secondo le attese, visto che le offerte per il gruppo tedesco sono state depositate tutte entro la mezzanotte di ieri, Mediaset dovrebbe sapere se è stata ammessa nella short list a cui verrà chiesto poi di formulare un’offerta vincolante.

 

Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente Mediaset, ha sottolineato: “Il mercato tedesco è importante, potrebbero esserci economie di scala per acquisti di diritti e produzioni più sensibili di quanto capiti già oggi con la Spagna. Speriamo che a livello politico non ci siano problemi. Altrimenti sarebbe un altro caso di conflitto di interessi al contrario. Contro di noi”.

 

Parla dell’importanza di stabilire delle forti sinergie anche Marco Giordani, direttore finanziario del gruppo che dichiara: “…Ammesso e non concesso che vada a buon fine l’operazione in Germania, Mediaset guarderà con molta attenzione alle possibilità di sinergie con ProSiebenSat1“. Giordano ricorda: “…con Telecinco in Spagna non abbiamo sinergie, ma l’abbiamo creata noi, non l’abbiamo comprata. Se la dovessi comprare ai prezzi di oggi, vorrei che avesse sinergie consistenti con noi”.

 

La delicatezza della partita e il dibattito politico che potrebbe nascere in Germania, dopo la mossa del gruppo Berlusconi, rendono però difficile ogni pronostico.

Nei giorni scorsi, la possibile acquisizione di ProSiebenSat è stata ampiamente commentata dai giornali internazionali, specie quelli tedeschi. Secondo il Financial Times, l’operazione potrebbe arenarsi per “ostacoli di tipo politico“, visto che Silvio Berlusconi non sarebbe bene visto dalle lobby politiche tedesche.

Ma il quotidiano sottolinea anche che Mediaset è una delle “…poche società che abbiano sia l’ambizione di stringere un accordo potenzialmente da 5 miliardi di euro, sia la possibilità di ottenere l’approvazione delle Authority”

Su un giornale appartenente al gruppo Axel Springer, Die Welt, si evidenzia che “…nemmeno la cattiva immagine di cui gode in Germania Silvio Berlusconi potrà bloccare un’eventuale transazione”.

Per il Frankfurter Allgemeine Zeitung, l’operazione “…non condurrà a un accorpamento di potere mediatico paragonabile a quello che avrebbe avuto Springer. E’ questo che conta, non la simpatia o l’antipatia per gli investitori”.

 

Molto presto verrà sciolto il riserbo sull’operazione e sapremo se la Germania è pronta ad aprire il proprio mercato media all’arrivo dell’italiana Mediaset. Già molti scommettono di No.

 

La conference call di ieri è stata occasione anche perché Mediaset tornasse a parlare della legge di riforma del sistema radioTv.

Berlusconi Jr e Confalonieri non hanno risparmiato critiche a un Ddl che, a loro dire, “…mette a rischio il sistema audiovisivo italiano“.

 

In conference call, Pier Silvio Berlusconi ha commentato: “Non ha senso parlare solo di limiti alla pubblicità Tv e non di tutte le risorse, come gli abbonamenti per la Pay TV e il canone. Per quanto riguarda il satellite è davanti agli occhi di tutti che oggi ci sia un operatore che, di fatto, è monopolista e che non ha limiti pubblicitari diversi da quelli della Tv generalista. Oggi Sky Italia è in una condizione di favore. Oltretutto è straniera e destinata solo a chi può pagare. Anche per questo è importante che Mediaset, l’unico gruppo con un’offerta del tutto gratuita, sul mercato possa dire la sua…”.

 

Per il vicepresidente Mediaset “La televisione deve rinnovarsi per competere con le nuove piattaforme. Pensiamo a investimenti che escano dalla Tv generalista. In primo luogo insistendo con il digitale terrestre, dove insieme ad altri editori proporremo nuovi canali. Poi stiamo lavorando a offerte su internet. Aumenta il consumo di Internet, di videogiochi, di iPod. E’ un fenomeno che si sta verificando in tutto il mondo, America compresa”.

E riguardo a Telecom Italia, il giovane manager spiega: “Solo commerciali, nient’altro. Magari potremmo portare l’offerta Premium attraverso la banda larga”.

 

Sulla stessa linea il presidente di Mediaset che ha precisato: “…E’ ancora presto per ipotizzare l’impatto della riforma Gentiloni sui conti di Mediaset (…)  ma non mi sembra che rafforzi la competizione nel settore e questo non può che essere negativo per il mercato televisivo”.

“…Con queste premesse  – ha aggiunto  e nella convinzione che il dibattito in Parlamento probabilmente correggerà le distorsioni contenute nel disegno di legge, Mediaset ha deciso di non commentare il testo e di non valutarne in anticipo l’impatto”.

Ma ha voluto dire ancora di ritenere il Ddl Gentiloni “estremamente inadeguato” per il settore televisivo, “specialmente considerando l’evoluzione della struttura dei media e dei mercati collegati”.

Nel merito, “…questa non è tanto una riforma quanto una serie di adattamenti su misura”, ha detto Confalonieri. “Alla meglio il provvedimento è incompleto, confuso e alla fine inadeguato al suo scopo”.

Per quel che riguarda l’apertura del mercato “…i potenziali nuovi entranti non sembrano trovare particolarmente appetibile la proposta per quel che riguarda la tanto desiderata apertura del mercato”.

“Un numero di esperti hanno sottolineato i conflitti che ci sono” costituzionali e incompatibili con le norme Ue.

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