Telefonino: una benedizione per i genitori ansiosi, ma anche per i politici a caccia di consensi

di Alessandra Talarico |

Gran Bretagna


Telefonino

Sempre più genitori considerano il telefonino come uno strumento vitale per controllare il comportamento dei figli ed essere più tranquilli riguardo la loro sicurezza.

 

Secondo uno studio condotto in Gran Bretagna dal Trust for Study of Adolescence, nonostante le paure legate ai fenomeni del bullismo, ai sempre più frequenti furti del telefonino, e al cosiddetto ‘happy slapping‘, i genitori credono che i figli siano molto più sicuri col cellulare che senza.

 

Fenomeni come l’happy slapping – nato come sorta di ‘scherzo innocuo’, consiste nell’assalire un’ignara vittima e schiaffeggiarla, il tutto per filmare la scena col telefonino e inviarla poi agli amici in una sorta di gara a chi ci riesce più volte – sembrano infatti preoccupare molto di più i ragazzi che i loro genitori.

Secondo chi è stato vittima o ha assistito a qualche episodio di happy slapping, lo scherzo è tutto fuorché innocuo e dovrebbe rientrare nella sfera dei crimini perseguibili, poiché cerca di fare della violenza e dell’umiliazione una forma di intrattenimento.

 

Secondo la ricerca – che ha coinvolto 60 famiglie britanniche di diverse fasce sociali – i genitori tendono a regalare il telefonino ai figli appena cominciano a frequentare le scuole medie per stare più tranquilli, mentre i pargoli, da canto loro si sentono più indipendenti e sentono di avere maggior potere ‘contrattuale’ con i genitori in fatto di orari.

 

Il rapporto tra i ragazzi e il cellulare è stato analizzato anche dall’Authority britannica per le tlc.

Secondo un recente studio dell’Ofcom, l’82% dei ragazzi tra i 12 e i 15 anni possiede un telefonino. La percentuale scende al 49% nella fascia d’età tra gli e gli 11 anni.

Nello specifico, gli appartenenti ai due gruppi effettuano circa 8 telefonate e inviano in media 25 sms a settimana.

 

E non sono solo i genitori a cercare un contatto con i ragazzi attraverso il telefonino, che diventa un canale di interazione sempre più utilizzato anche dai politici, e dalle organizzazioni locali che vogliono rapportarsi all’universo giovanile.

 

Alla fine del 2004, ad esempio, il governo britannico ha lanciato l’iniziativa ‘text Tony‘ (invia un messaggio a Tony Blair, ndr), attraverso cui le istituzioni invitavano a inviare una domanda al Primo ministro, in una sorta di chat mobile.

 

Da allora, si sono succedute diverse iniziative, per tentare di coinvolgere i ragazzi nelle attività politiche.

 

La Hansard Society, ad esempio, ha lanciato il progetto Citizen Calling, invitando i ragazzi a inviare messaggi o video al parlamento attraverso il telefonino. Questi materiali sono ospitati sul sito e visibili a tutti.

 

Altri gruppi di supporto, come i Samaritans, stanno promuovendo una serie di servizi per permettere ai ragazzi di entrare in contatto con l’organizzazione via sms.

 

Da aprile, i Samaritans hanno ricevuto circa 80 mila messaggi, più o meno uno ogni tre minuti, nonostante il progetto sia ancora nella fase pilota e non sia disponibile in tutto il Paese.

 

La popolarità degli sms tra i più giovani, insomma, comincia a far riflettere un po’ tutti.

I ragazzi considerano il cellulare un’estensione della loro identità: sono infatti oggetti privati e personali che garantiscono una certa indipendenza sia di movimento che di comunicazione, mentre gli sms consentono di trovare una via d’uscita quando si ha difficoltà ad esprimersi a voce o comunque si vuole evitare una conversazione.

 

La ricerca del Trust for the Study of Adolescence fornisce dunque alcuni spunti interessanti per quegli adulti che cercano di capire meglio l’atteggiamento dei giovani verso le nuove tecnologie, anche se il ruolo del telefonino nella loro vita quotidiana è ancora tutto da decifrare.

 

Basta comunque osservare una cuginetta o un nipotino intenti a digitare parole sulla piccola tastiera del cellulare, per comprendere che quello tra i ragazzi e il telefonino è un rapporto molto intimo, molto più di quanto gli adulti – che un po’ hanno ‘subito’ l’avvento della comunicazione mobile sulla loro quotidianità – possano immaginare.

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