Internet governance: il bisogno di ‘regole e libertà’ tra gli argomenti di confronto del primo meeting IGF ad Atene

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Oltre un miliardo di navigatori, un terzo dei quali in Asia. Quasi cento milioni i siti registrati. Ma anche censura e problemi di accesso.

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Un miliardo e 86 milioni di utenti Internet sparsi nei cinque continenti, il 200 per cento in più rispetto a sei anni fa: ma con differenze abissali tra ricchi e poveri (in Nordamerica, il 69,1% dei cittadini usa la Rete, in Africa, appena il 3,6%), tra democrazie e dittature (almeno 20 paesi nel mondo censurano lo scambio di informazioni online). Il futuro di Internet si gioca sui grandi numeri e su quattro temi: libertà d’espressione, sicurezza, rispetto delle diversità e accesso garantito per tutti.

 

Se ne parlerà dal 30 ottobre al 2 novembre ad Atene, nella prima riunione mondiale del Forum sulla “governance” di Internet, dove governi e società civile proveranno a definire un sistema di regole della Rete, che assicuri la democrazia e il coinvolgimento dei cittadini.

 

Il meeting ha avuto anche una ‘anticipazione’ italiana grazie a un incontro sulla futura “costituzione di Internet” – aperto ai cittadini e alle organizzazioni interessate.

L’incontro è stato presieduto dal sottosegretario per le Riforme e le Innovazioni nella pubblica amministrazione, Beatrice Magnolfi, e dagli otto esperti del Comitato consultivo sulla “governance” di Internet, costituito dal ministro Luigi Nicolais e coordinato da Stefano Rodotà, nel quale Laura Abba e Stefano Trumpy dell’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (Iit-Cnr) sono rispettivamente i referenti per la distribuzione di cultura e tecnologie e per i sistemi di gestione della Rete. L’Iit-Cnr, attraverso il Registro italiano dei nomi a dominio, gestisce inoltre, fin dalle origini, l’assegnazione dei domini a targa “.it”.

 

“Il momento è particolarmente significativo”, osserva l’ingegner Trumpy, che è anche rappresentante del Governo all’interno del Governmental Advisory Committee di Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN, l’organismo del Dipartimento del commercio americano che gestisce la rete mondiale dei domini Internet).

 

“Proprio nei giorni scorsi ICANN e il governo Usa hanno sottoscritto un nuovo accordo (Joint Project Agreement) che lascia intendere come l’amministrazione statunitense abbia intenzione di cessare entro il 2009 la ‘supervisione’ sulla rete mondiale: un passaggio fondamentale verso la gestione privata del sistema di indicatori unici (numeri Ip e nomi a dominio) che caratterizzano Internet”, ha aggiunto Trumpy.

 

Anche in questo caso i numeri dicono tutto: nel mondo sono 93 milioni i nomi a dominio complessivamente assegnati sotto i gTLD (come “.com” o “.org”: in tutto 60 milioni, erano 28 milioni nel 2000) e i ccTLD (come “.it” per l’Italia e “.fr” per la Francia: addirittura triplicati, da 12 a 33 milioni); 80 milioni i siti web attivi.

 

Un mondo in crescita esplosiva nonostante le difficoltà: l’Africa ha visto lievitare i propri navigatori del 625,8% tra il 2000 e il 2006, l’Asia (dove si concentra il 36,4% degli utenti mondiali della Rete) del 245,5%, mentre l’Europa segna nello stesso periodo un +193,7%.

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