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Internet e contenuti: l’acquisizione di YouTube cambia gli scenari e prospetta nuove fusioni

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Il futuro di internet tende sempre più verso il mondo video, come dimostra l’ultimo acquisto di Google. Il numero uno dei motori di ricerca ha concluso ieri l’accordo per rilevare il sito di video YouTube per 1,65 miliardi di dollari. Un matrimonio miliardario tra due giganti della rete.

Secondo il Wall Street Journal, si tratta della più grossa acquisizione mai fatta da Google, che pagherà l’operazione con l’emissione di nuove azioni. Attualmente la capitalizzazione del gruppo in Borsa è di 128 miliardi di dollari.

 

Eric Schmidt, CEO di Google, in una conferenza telefonica, ha commentato: “L’equipe di YouTube ha costruito una potente piattaforma di media che competa la mission di Google di organizzare il mondo dell’informazione per renderlo utile e accessibile a tutti“.

Chad Hurley, CEO e cofondatore di YouTube, ha aggiunto: “Unendo le nostre forze a quelle di Google, beneficeremo della sua tecnologia e creeremo nuove opportunità per i nostri partner”.

 

Fondata nel 2005 da tre ex dipendenti di eBay, grazie agli 11,5 milioni di dollari investiti da Sequoia Capital, YouTube ha conosciuto un vero e proprio successo anche grazie alla diffusione della connessione internet a banda larga.

 

Nel volgere di poco tempo si è piazzato al quattordicesimo posto mondiale tra i siti più consultati, con 72 milioni di visitatori in agosto e 100 milioni di video guardati ogni giorno, tanto da scatenare una corsa all’acquisto. In lizza c’erano grossi nomi – Yahoo!, Time Warner, News Corporation e Viacom – nei mesi scorsi interessati all’acquisizione, secondo la stampa specializzata.

Google ha avuto la meglio, motivata anche di rafforzare la propria divisione Google Video, che attualmente ricopriva una piccola parte del mercato dei video online (l’11% contro il 46% di YouTube e il 21% di My Space).

L’operazione permetterebbe a Google di rafforzare la propria posizione sul mercato video rispetto a My Space, controllata dalla News Corp di Rupert Murdoch. A luglio infatti i visitatori di YouTube sono cresciuti a 30,5 milioni, contro i 9,3 milioni di Google Video e i 5,3 milioni del servizio offerto da Yahoo.

 

Stando ai dati diffusi dall’istituto eMarketer, gli introiti pubblicitari legati ai video promettono una moltiplicazione per sei degli incassi da qui al 2010, fino a un tetto di 2,3 miliardi di dollari, pari al 10% della pubblicità totale su internet.

 

YouTube fa sapere che conserverà il suo nome e i suoi 67 dipendenti, e continuerà ad essere diretta dai suoi fondatori, Chad Hurley e Steve Chen.

La società, che non fa ancora profitti, secondo alcuni esperti potrebbe però avere in futuro seri problemi di copyright.

Molti dei video disponibili su YouTube non hanno, infatti, l’autorizzazione alla distribuzione e si pensa che potrebbe aprirsi una questione simile a quella che ha travolto Napster.

 

Per prevenire questo rischio, Google e YouTube hanno annunciato d’aver stretto accordi con quattro major discografiche e della Tv, per distribuire in modo gratuito e legale degli extract in cambio di una partecipazione alle entrate pubblicitarie. 

YouTube ha annunciato un accordo con Universal Music Group, Sony BMG e il gruppo televisivo CBS, e Google con Sony e Warner Music Group.

Google e YouTube metteranno in atto un sistema di filtraggio dei contenuti pirata, che metterà al sicuro i diritti degli autori.

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