Internet governance: gli Usa allentano la presa sull’Icann. Soddisfazione della Ue

di Alessandra Talarico |

Viviane Reding: 'La transizione verso la piena indipendenza avvenga in piena trasparenza e rifletta gli interessi dell’industria e della società civile'.

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La Commissione europea ha accolto con molta soddisfazione la decisione del governo degli Stati Uniti di garantire maggiore autonomia all’Icann, l’ente non profit, organizzato in sede internazionale, che ha la responsabilità di assegnare gli indirizzi IP (Internet Protocol) e di gestire il sistema dei nomi a dominio, nonché i sistemi di root server.

 

Quando nacque l’Icann, alla fine del  98, l ‘obiettivo era quello di affidare al settore privato la gestione tecnica di controllo della rete internet; il Dipartimento del Commercio (DoC) del governo degli USA avrebbe dovuto esercitare una funzione di supervisione sulla base di un Memorandum of Understanding per un periodo di due anni, sino al raggiungimento di prefissati obbiettivi. Uno di questi, era quello di aprire il DNS al mercato.

 

Il che ha precise ragioni storiche: Internet nasce infatti negli Usa e deriva direttamente dalla Internet assigned numbers authority (Iana), che era ancor più direttamente emanazione del governo Usa.

 

La data di scadenza dell’accordo tra il governo Usa e l’ICANN, rimandata più volte, è stata infine fissata per il 30 settembre e sembra che stavolta sia quella buona perché dopo le numerose pressioni internazionali manifestate in maniera massiccia nel corso del WSIS di Tunisi, pare che gli Usa abbiano infine deciso di favorire una maggiore apertura dell’ICANN per renderlo un ente internazionale, avendo forse realizzato che internet è uno strumento di portata troppo globale per essere gestito da un solo governo.

 

Il MoU è stato ora sostituito da un accordo più leggero – battezzato “Joint Project Agreement” – che dovrebbe scadere definitivamente nel 2009 e, secondo le intenzioni manifestate dall’amministrazione Usa, non dovrebbe più essere prolungato.

 

In base al nuovo accordo, sarà l’ente a decidere come e su cosa lavorare, senza più alcuna prescrizione dal parte del governo Usa. L’Icann, inoltre, non dovrà più redigere un rapporto semestrale dettagliato sul suo operato al DoC, sostituito da una relazione annuale per l’intera comunità internet.

 

La Commissione europea sta lavorando da anni alla creazione di un sistema di gestione di internet affidato interamente al settore privato, senza alcuna interferenza dei governi, ponendosi a metà tra l’unilateralismo degli Usa e il multilateralismo espresso da molti Paesi, che hanno messo in discussione il ruolo di supervisore dell’ICANN adducendo la motivazione che non può essere un singolo governo a gestire una parte così importante di internet.

 

Nel corso dell’ultimo Summit mondiale sulla società dell’Informazione (WSIS) di Tunisi, come epilogo e compromesso del lungo braccio di ferro tra gli Stati Uniti e il resto del mondo che ha rischiato di far saltare l’intero evento, è stato dunque creato il Forum sulla Governace di Internet (IGF) – fortemente sostenuto dalla UE – che terrà il suo primo incontro ufficiale ad Atene dal 30 ottobre al 3 novembre prossimi.

 

Il Forum, che non avrà comunque alcun ruolo di supervisione sugli aspetti tecnici e nelle operazioni di Internet, né sostituirà i meccanismi e le istituzioni attuali, avrà piuttosto il compito di facilitare gli scambi di informazioni e best practice; agevolare la risoluzione delle questioni relative all’uso e all’abuso di Internet; identificare problemi emergenti e portarli all’attenzione delle istituzioni e, se opportuno, adottare raccomandazioni.

 

“La Commissione – ha dichiarato il Commissario ai media e alla società dell’informazione Viviane Reding – continuerà a battersi per l’apertura di internet, per la libertà di espressione e per la libertà di ricevere ed accedere alle informazioni”.

 

“La Cyber-repressione, quando richiesta dai governi o supportata da una qualche società, è incompatibile con i diritti fondamentali dell’Europa e col modello aperto e pluralista della nostra società”, ha aggiunto la Reding che ha poi concluso affermando che la Ue “crede nell’Icann, nella sua esperienza e nel modello multi-stakeholder che esso rappresenta”, ma “seguirà da vicino la sua transizione verso la piena indipendenza, per assicurarsi che avvenga in piena trasparenza e rifletta gli interessi dell’industria e della società civile”.

 

Ricordiamo che all’inizio di agosto, l’Italia ha costituito il Comitato sul futuro di internet composto da otto tra i massimi esperti italiani di Internet che coadiuveranno il Ministro per le riforme e le innovazioni nella Pubblica Amministrazione Luigi Nicolais e il Governo nella elaborazione delle linee guida inerenti alle grandi tematiche di Internet delle quali si discuterà al Forum di Atene.

 

Il Comitato è coordinato dal Professore Stefano Rodotà ed ha come riferimento diretto il Sottosegretario Beatrice Magnolfi. Ne fanno parte Laura Abba (distribuzione di cultura e tecnologie Internet), Vittorio Bertola (servizi Internet), Fiorello Cortiana (standard aperti, diritto d’autore e copyright), Matilde Ferraro (digital divide), Joy Marino (operatori di servizi Internet), Antonino Mazzeo (reti e sicurezza dei sistemi informativi), Stefano Trumpy (sistemi di gestione di Internet).

 

Con l’aiuto del Comitato, il Ministro Nicolais ha inoltre in programma la realizzazione in ottobre di un’assise pubblica e di una consultazione virtuale per assicurare la massima concertazione con la società civile ed accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica sulle grandi tematiche di Internet.

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