Il 3G presto anche in India: i primi servizi entro la metà del 2007

di Alessandra Talarico |

India


Telefonia mobile

Anche l’India si appresta a lanciare i servizi mobile di terza generazione, presumibilmente entro la seconda metà dell’anno prossimo.

Lo ha reso noto il ministro delle comunicazioni Dayanidhi Maran che ha riferito che la Telecom Regulatory Authority sta preparando le raccomandazioni finali per lo sviluppo dei servizi nel Paese.

 

Il governo, ha riferito ancora Maran, sta anche lavorando col ministero della Difesa per il rilascio dello spettro necessario agli operatori per offrire i servizi.

 

L’assegnazione delle licenze avverrà su base mista: l’operatore che presenterà l’offerta maggiore potrà scegliere la porzione di spettro migliore, ma gli altri partecipanti all’asta dovranno offrire un prezzo che non potrà scendere oltre il 25% rispetto all’offerta più alta.

 

Il prezzo di partenza sarà di 800 milioni di rupie (circa 13,7 milioni di euro) per le città di Nuova Delhi e Mumbai e di 400 milioni di rupie per Chennai e Calcutta. Per le zone rurali dovrebbe essere fissato un prezzo di 150 milioni di rupie.

 

I servizi dovrebbero partire in forma sperimentale a giugno prossimo. In corsa per l’acquisizione delle licenze, gli operatori già presenti su tutto il territorio nazionale: Bharti Airtel, Reliance Communications, Tata Teleservices e Bharat Sanchar Nigam.

 

L’India conta attualmente – secondo i dati del ministero delle Comunicazioni – 120 milioni di connessioni mobili, che dovrebbero diventare 250 milioni nel 2007 e 500 milioni nel 2010.

 

Il Paese è diviso in 23 zone e gli operatori offrono i loro servizi sia in tecnologia GSM che CDMA.

 

L’Authority ha stabilito che lo spettro da utilizzare per i servizi 3G sarà quello sulla banda dei 450 megahertz, 800 MHz e 2.1 gigahertz e ha suggerito la creazione di un National Frequency Management Board per assicurare la disponibilità di spettro addizionale, l’uso efficiente delle risorse e un piano per le necessità di banda future.

 

Gli operatori dovranno rispettare precisi obblighi di copertura sia nelle aree urbane che in quelle rurali e dovranno considerare il 3G come un servizio a sé, non un’estensione del 2G, una base essenziale per lo sviluppo di applicazioni essenziali per lo sviluppo del Paese, come la telemedicina e la formazione a distanza.