DRM: il proliferare dei sistemi ostacola lo sviluppo di un grande mercato dei contenuti digitali

di di Leonardo Chiariglione (CEDEO.net - Coordinatore del gruppo dmin.it) |

L’Italia può acquisire una posizione leader nei digital media?  

Italia


Leonardo Chiariglione

Il gruppo interdisciplinare, aperto, senza scopo di lucro Digital Media in Italia (dmin.it) è nato 10 mesi fa, a Torino, avendo l’obiettivo di “definire aree di intervento che consentano all’Italia di acquisire un ruolo di primo piano nello sfruttamento del fenomeno globale Digital Media“. Oggi dmin.it intende condividere il risultato del suo lavoro pubblicando il suo primo documento Proposta di azioni per dare all’Italia una posizione leader nei digital media.

Le tecnologie numeriche stanno modificando le modalità tradizionali di intermediazione e di consumo.

I contenuti sono divenuti fluidi e si sono liberati dei loro supporti fisici.

Il Digital Rights Management (DRM), come si chiama l’insieme delle tecnologie numeriche di gestione e talvolta protezione dei diritti, diventa pertanto centrale nel meccanismo che correla il consumo di contenuto con il riconoscimento del suo valore.

 

Il proliferare però di sistemi DRM proprietari e non interoperabili, è un fenomeno che rischia di essere di grande ostacolo per lo sviluppo di un grande mercato dei contenuti digitali. I consumatori vivono con insofferenza e insoddisfazione la necessità di adottare, anche per uno stesso medium, dispositivi diversi per fare fronte alla non interoperabilità dell’offerta. Questo rischia di disincentivare l’uso legale dei contenuti, di ampliare il gap del digital divide e in generale di frenare la crescita culturale del Paese. Anche l’offerta ne risente. I costi di realizzazione e gestione di una piattaforma proprietaria sono ingenti e possono essere affrontanti solo da pochi operatori frenando, così, la crescita di una pluralità di offerta.

 

Il nostro Paese ha, nel contesto globale, una dimensione medio-piccola, una lingua e cultura apprezzate da un’élite, ma poco diffuse nel mondo e nessun operatore di dimensioni globali nel campo dei contenuti. Una volta che l’introduzione delle tecnologie numeriche sia consolidata e l’uso discriminante della tecnologia DRM proprietaria e non interoperabile abbia manifestato i suoi effetti, l’Italia rischia di trovarsi con una industria culturale impoverita e, così la sua identità.

 

La via da percorrere è indicata dal successo ottenuto dal decoder DTT che ha creato un mercato potenziale di 58 milioni di consumatori permettendo a operatori distinti di offrire anche contenuti premium senza costringere il consumatore a dotarsi di dispositivi distinti.

La proposta dmin.it mira a creare un mercato di pari dimensioni non solo per la DTT ma per tutte le molteplici forme in cui i digital media possono essere distribuiti. Ciò promuoverà la circolazione dei contenuti digitali poiché consentirà agli autori di rilasciare le loro opere più facilmente, ai consumatori di accedervi ed agli intermediari di trovare nuovi spazi di business nelle infinite forme in cui si possono strutturare le catene del valore dei digital media. Tutto questo, naturalmente, non in modo dirigistico o protezionistico ma soltanto creando le giuste condizioni per cui un tale mercato possa nascere e autonomamente svilupparsi.

 

dmin.it propone la definizione a livello nazionale di una piattaforma DRM aperta ed interoperabile (iDRM), le cui specifiche sono adottate a livello nazionale e definite da un’aggregazione delle migliori competenze italiane ed estere e nella quale dovranno essere rappresentate le esigenze di tutti gli attori delle catene del valore dei digital media che operano in Italia. Attraverso questa piattaforma i contenuti potranno essere rilasciati con il livello di protezione richiesto (dai contenuti altamente protetti a quelli rilasciati con licenze del tipo “Creative Commons”) ma sempre “gestiti” con tecniche DRM.

 

Definita a livello nazionale una tale piattaforma iDRM, un produttore o un distributore di digital media che operi sul territorio nazionale e che distribuisca contenuti in esclusiva su uno o più sistemi di distribuzione, potrà utilizzare, se lo desidera, una piattaforma DRM proprietaria, ma dovrà anche rendere il contenuto disponibile attraverso una realizzazione della piattaforma iDRM. Nella distribuzione sul iDRM il fornitore potrà adottare i modelli di business che ritiene più opportuni, che potranno replicare o meno quelli implementati su eventuali sue piattaforme proprietarie. L’offerta dovrà seguire le correnti regole di mercato e non essere discriminatoria, per gli aspetti qualitativi, tecnici ed economici, rispetto a quella operata attraverso il DRM proprietario.

Si svilupperà quindi un mercato di terminali d’utente aperti ed interoperabili che avrà come primo risultato quello di permettere a chiunque di accedere a tutti i contenuti presenti su una piattaforma trasmissiva, utilizzando un unico dispositivo.

 

La disponibilità della piattaforma iDRM favorirà la creazione di un mercato orizzontale dove chiunque potrà entrare come costruttore di apparati, fornitore o consumatore di contenuti/servizi, ma abbasserà anche in modo significativo l’attuale soglia di ingresso ad un canale distributivo che utilizzi tecnologie di protezione. La proposta dmin.it permette anche a produttori amatoriali di rilasciare con facilità i propri contenuti sotto iDRM, e quindi associare ad essi una qualche forma di remunerazione.

I contenuti così gestiti e protetti potranno essere veicolati su canali via satellite o sulle reti televisive terrestri (DTT) senza ulteriori azioni. Ma per le reti di telecomunicazioni si richiede in più che la rete non costituisca già di per sé un impedimento al trasporto dell’informazione per il fatto di essere “chiusa”. Infatti in una tale rete i contenuti messi a disposizione non sono in genere accessibili dall’esterno, ed i contenuti disponibili all’esterno non possono entrare nella rete chiusa.

 

dmin.it estende quindi la proposta anche per questo contesto, partendo dal principio di consentire ad ogni operatore di rete di sviluppare il proprio business legato ai digital media con le modalità che ritiene più efficaci, e contestualmente richiedendogli di offrire comunque quel livello minimo di accesso alla rete che consenta lo sviluppo di un mercato orizzontale di offerte di contenuto, a cui l’intera comunità dei consumatori italiani potrà accedere.

Nello specifico la proposta prevede che:

 

*Gli operatori di reti a larga banda bidirezionali, quali ad esempio internet, offrano accesso ai servizi della loro rete in modalità bundled e unbundled, con le caratteristiche tecniche di loro scelta

*Qualunque utente della rete (sia esso fornitore di contenuti, intermediario o utente finale) possa richiedere ed ottenere da un generico operatore di rete anche il solo servizio di accesso alla “big Internet” (address space e porte IANA) in modalità “service agnostic”. Esso gli dovrà essere offerto con banda e altre caratteristiche tecniche che già rientrano nello spettro dell’offerta dell’operatore, a condizioni economicamente non discriminatorie rispetto ad altre offerte e/o bundle dell’operatore

*Gli operatori di reti a larga banda bidirezionale garantiscono l’interoperabilità dei servizi tra di loro, concordano ed assicurano (per ogni eventuale offerta al cliente che preveda un livello di QoS oltre il best effort) livelli specifici di QoS ai punti di peering in modo tale da fornire agli utenti un livello di QoS definito in modalità end to end.

 

Un grande mercato, quale è quello che possono sviluppare i digital media, oltre all’esistenza di dispositivi interoperabili e garanzie di accesso ha bisogno anche di nuovi e più flessibili sistemi di pagamento. Questo è infatti uno dei più grandi ostacoli all’introduzione di una vasta gamma di nuovi servizi digital media. Grandi operatori possono mettere in essere modalità di pagamento che sfruttano vari sistemi offerti già oggi dal sistema bancario, ma piccoli operatori hanno oggettive difficoltà a fare questo, specie per un target giovane in cui la disponibilità di cassa è ridotta. Senza sistemi di pagamento più flessibili l’Italia non raggiungerebbe quindi l’obiettivo di liberare tutto il suo potenziale ideativo e culturale.

 

Quindi dmin.it ha identificato una terza azione da perseguire: un sistema di pagamento aperto che estende l’approccio adottato ad esempio da PayPal. In questo sistema chiunque potrà aprire degli “account” basati su circuiti di appoggio ad incasso garantito (ad esempio conti correnti, carte di credito, incassi bancari ecc.), ma il numero delle transazioni verso i circuiti di appoggio è ridotto perché avviene su base periodica oppure a richiesta.

dmin.it è ben conscio che la realizzazione della proposta nelle sue tre aree richiederà un grande sforzo concertativo ed alcuni interventi di tipo tecnico, economico e normativo. I vantaggi per il sistema Paese sarebbero però notevoli perché sarebbero liberate risorse creative nella ideazione di contenuti, di servizi e di soluzioni hardware e software, ma soprattutto sarebbe soddisfatta la richiesta sempre più personalizzata e consapevole di contenuti che sale dal Paese.

 

Riuscire a concepire, definire, integrare, realizzare, far funzionare e governare una evoluzione di questa complessità può proporre al mondo intero il nuovo paradigma di un Paese che ha saputo sfruttare pienamente le opportunità offerte dalla convergenza digitale intervenendo su alcune strozzature che hanno finora impedito di godere appieno dei benefici della rivoluzione digitale.

dmin.it è anche consapevole che la sua proposta, pur esprimendo in modo concettualmente completo tutti gli elementi che sono necessari per essere efficace a raggiungere i risultati prefissati ha bisogno di essere trasformata in un piano operativo, e successivamente attuata. Per questo motivo dmin.it ha già identificato una serie di prossime azioni.

Innanzitutto vi è la necessità di divulgare la conoscenza della proposta in tutti quei contesti economico sociali che possono essere interessati all’iniziativa, e coinvolti nella sua futura realizzazione. dmin.it procederà quindi a comunicare la proposta ai ministeri competenti, agli organi tecnici ad essi collegati, alle autorità di sorveglianza dei mercati ed a tutto il mondo politico e sociale interessato al tema, al fine di creare un ampia convergenza sugli obiettivi strategici.

 

Contestualmente il dibattito verrà portato nel mondo economico e dell’industria, sia nel versante manifatturiero sia in quello dei servizi, con l’obiettivo di preparare tali mondi a sfruttare al meglio le tante opportunità che l’applicazione della proposta creerà a chi saprà ben muoversi nell’ambito della innovazione di prodotto e di servizio. Le realtà della ricerca e dell’università italiana non dovranno naturalmente restare escluse da questa azione informativa e di confronto.

Dopo la crescita di conoscenza sull’obiettivo, e la verifica del necessario supporto all’iniziativa, sarà fondamentale definire in modo chiaro una strada per l’attuazione delle necessarie azioni operative: definizione degli standard necessari, scelta delle tecnologie di riferimento, promozione dello sviluppo dei componenti/sottosistemi eventualmente mancanti, azioni di indirizzo, costituzione degli istituti necessari per garantire il successo finale dell’iniziativa, azioni di marketing dell’idea e delle possibilità che essa apre nei confronti del segmento più numeroso ma forse meno culturalmente preparato a comprendere i vantaggi offerti dalla proposta, e cioè i cittadini/consumatori.

E’ parere di dmin.it che la massima efficacia di questo processo si potrà ottenere se si riuscirà a costituire un tavolo di guida operativo ove si possano sedere tutti i rappresentanti delle parti interessate a questa evoluzione, e che possa essere coordinato da una componente istituzionale.

 

Il cammino dei digital media è appena agli inizi, ed i cambiamenti che esso apporterà al modello di vita ed alle abitudini dei cittadini non sarà confinato al momento dell’intrattenimento, ma si estenderà alle fruizione della cultura, all’educazione ed alla formazione, alle relazioni personali, all’associazionismo, allo stesso impegno politico. Un grande fenomeno di innovazione, che aprirà spazi di crescita economica stupefacenti a chi saprà ben assecondarlo e sfruttarlo. L’Italia, con le sue persone, le sue industrie, il suo sistema economico-sociale, può e deve essere fra i primi.

 

Per questo dmin.it accanto alla sua proposta ha anche pubblicato la lista – oggi allo stato iniziale – degli aderenti alla proposta. Tutti sono invitati ad esprimere il loro supporto inviando una email a leonardo@chiariglione.org.

 

Consulta il profilo Who’s Who di Leonardo Chiariglione

 

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