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Social networking: Murdoch porta MySpace in Cina sotto la guida di Wendy Deng

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Sarà Wendy Deng, la giovane terza moglie di Rupert Murdoch a traghettare il popolarissimo sito MySpace in Cina.

 

“Dobbiamo fare di MySpace un vero sito cinese”, ha dichiarato alla stampa il patron della News Corporation e certo nessuno meglio della sua rampante moglie ha la giusta dimestichezza col mandarino e con la mentalità del paese – oltre che del marito – per farlo.

 

Fondata nel 2003 da Tom Anderson e Chris Dewolfe per offrire spazio gratuito agli artisti che tentano di ritagliarsi uno spazio al di fuori dei circuiti tradizionali, MySpace si è via via allargata a una moltitudine di servizi dai blog alla messaggeria istantanea, dall’offerta di videoclip al file-sharing.

Un successo così dirompente che è valso al portale l’ingresso nella News Corp, che lo ha acquistato la scorsa estate per 580 milioni di dollari.

 

MySpace – che conta oggi circa 100 milioni di utenti – si è infatti rivelato un formidabile veicolo pubblicitario e di distribuzione, direttamente proporzionale all’aumentare degli abbonati, che crescono al ritmo di 1,5 milioni a settimana.

 

Un successo, quello di MySpace, che nessuno poteva immaginare al debutto del sito tranne, naturalmente, il magnate Murdoch che ora punta a estendere la sua popolarità anche a Oriente.

 

Wendy Deng – che finora non ha mai ricoperto alcun ruolo nell’azienda del marito – si trova già in Cina con alcuni dirigenti della News Corp per sondare il terreno e assicurarsi che lo sbarco della gallina dalle uova d’oro della galassia Murdoch non infastidisca le autorità locali come è successo, ad esempio, all’arrivo di altre web company occidentali come Google eYahoo! che hanno dovuto ben presto cedere ai ricatti censori di Pechino.

 

Molto probabilmente in Cina MySpace conterà comunque sull’appoggio di un partner locale che potrebbe detenere il 50% del capitale, per assicurare al sito contenuti adatti al pubblico locale ma che funga anche come una sorta di paravento contro eventuali proteste.

 

Nonostante l’uso di internet in Cina cresca a ritmi vertiginosi – 123 milioni di utenti a fine giugno – il governo continua ancora a esercitare stretti controlli sui contenuti e notevoli pressioni sui gruppi stranieri.

 

Quale sarà la sua reazione di fronte a un sito la cui popolarità comincia a destare l’attenzione di psicologi e sociologi, tanta la dipendenza che crea nel suo pubblico di giovanissimi?

 

Al momento Murdoch ha gentilmente glissato sulla questione, dichiarando che l’unico problema all’orizzonte è di natura tecnica, visto che la società dovrà acquistare abbastanza server da supportare l’enorme traffico generato dal sito.

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