Fastweb: il futuro è triple play, non temiamo l’ingresso di Telecom Italia

di Raffaella Natale |

Italia


Stefano Parisi

Più IPTV c’è, meglio è per noi, che siamo stati i primi e siamo, come dire, i più attrezzati: abbiamo sei anni di esperienza nella gestione della piattaforma, nell’acquisto dei diritti e nella distribuzione dei contenuti. No, davvero non ci prende il panico perché il gigante Telecom sceglie di giocare sul nostro campo. E questo vale anche per altri grandi operatori“.

A sostenerlo, in un’intervista che sarà pubblicata da Prima Comunicazione in edicola domani, è Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb.

 

E se dopo il riassetto di Telecom, Tim fosse venduto a un operatore straniero? Secondo Parisi non sarebbe una catastrofe.

 

L’eventuale vendita di Tim da parte di Telecom “penso non debba preoccupare dal punto di vista del sistema Paese. Abbiamo tuttora un grande asset nella tecnologia delle telecomunicazioni”. L’Ad aggiunge che “quello che dispiacerebbe è se svanisse il know-how tecnologico e in Italia rimanesse soltanto una struttura commerciale. Comunque non vedo un rischio di tenuta economica del Paese. Basta pensare alle vicenda di British Telecom in Gran Bretagna, costretta a dimagrire del 50% delle quote di mercato interno dall’Authority inglese e costretta a vendere tutti gli asset vendibili. Come è andata si sa: British Telecom oggi è il primo operatore globale al mondo”.

 

Secondo il manager, inoltre, Telecom punta, più che a diventare una media company, a diventare un operatore triple play, “quello stesso modello – sottolinea – che noi abbiamo pensato con sei anni di anticipo e sul quale stiamo lavorando dal 2001 .

Una media company è tale se l’80% del suo fatturato è generato dalla vendita di contenuti e questo non mi pare che sia il nostro caso“, afferma Parisi.

 

Parisi commenta “…che poi questo modello sia realizzabile da una realtà come Telecom Italia è tutto da vedere. Ad esempio occorre un livello di qualità della rete che Telecom ancora non ha, come testimonia il mancato decollo di Alice Tv, la loro Ip Television. Se immaginano una partnership con Rupert Murdoch dovranno armonizzare reti diverse e diverse piattaforme, mentre noi abbiamo una rete costruita specificamente sul modello triple play”.

 

L’Amministratore delegato giudica comunque in modo positivo l’ingresso di Telecom Italia sul mercato della Tv via Internet: “Noi siamo convinti che il futuro sono tante, diverse piattaforme: la Tv via Internet, il satellitare, il digitale terrestre“.

 

Intanto una nota di Fastweb fa sapere che “I negoziati con Vodafone rivestono carattere solo commerciale”, smentendo così quanto riportato stamattina da un quotidiano a proposito di un piano di Vodafone per il controllo del gruppo italiano. Inoltre, prosegue il comunicato, “Il Presidente e maggiore azionista di Fastweb, Silvio Scaglia, non possiede alcuna società di software a Londra”.