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3G: la musica gallina dalle uova d’oro? Forse, col giusto modello di business

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Quali saranno i servizi che contribuiranno maggiormente a far decollare il 3G sul mercato di massa, e quanto tempo ci vorrà prima che gli operatori riescano a recuperare i soldi spesi per le costosissime licenze?

Sono in molti a chiederselo e altrettanti cercano di prevederlo con studi ad hoc che, di volta in volta identificano in questo o quell’altro servizio la nuova killer application del settore ma sembrano tutti concordi nel sostenere che – a fronte dell’aumento in qualità e quantità dei contenuti – manca ancora un adeguato modello di business che permetta agli operatori di trarre vantaggio dall’entusiasmo per l’entertainment mobile.

  

L’ultimo studio in ordine di tempo è stato condotto da Analysys e prevede che i maggiori driver della crescita del mercato dell’intrattenimento mobile in Europa occidentale saranno la musica, i video e la connettività internet.

Di questo parere, anche Carl-Henric Svanberg, Ceo del colosso svedese Ericsson, secondo cui nei prossimi 5 anni “il volume del traffico dati supererà quello della voce”.

 

La musica in particolare farà la parte del leone, con una crescita dei profitti che potrebbe superare il 75% all’anno per raggiungere quota 3,4 milioni di euro entro i prossimi 5 anni, alla luce della passione degli utenti per questo nuovo – personalissimo – canale di fruizione.

 

Sempre in questo arco di tempo, i profitti legati ai contenuti mobili nel loro complesso cresceranno annualmente a una media del 29% dai 4,9 miliardi del 2005 a 23,4 miliardi.

  

“La piattaforma mobile si è presto accaparrata una porzione significativa nel mercato del download musicale”, ha spiegato Windsor Holden di Analysys.

 

Inizialmente un po’ scettici, gli utenti sono stati convinti dai miglioramenti tecnici apportati ai telefonini e alle reti mobili 3G e dalla crescente diffusione di soluzioni multi-piattaforma che contribuiranno all’ulteriore affermazione del telefonino come strumento privilegiato per la fruizione della musica digitale.

 

L’aumento nell’adozione dei terminali 3G produrrà anche un forte aumento dell’uso dei servizi di video-streaming, con contenuti quali lo sport e l’intrattenimento per adulti a generare la fetta maggiore dei profitti.

 

Il rapporto sottolinea comunque che, anche se sul lungo periodo i profitti legati alle offerte televisive sul telefonino saranno considerevoli, gli operatori dovranno sudare molto per recuperare i costi iniziali per le infrastrutture e lo spettro.

 

Allo stato attuale, infatti, gli utenti trovano troppo complessi e poco chiari sia le tariffe del servizio che l’iter di acquisto dei prodotti: situazione che si potrebbe sbloccare, ad esempio, con l’introduzione di ‘pacchetti’ di contenuti venduti a tariffe accattivanti.

 

Altro fattore critico, l’eccessiva confusione tra i diversi attori del mercato – proprietari dei contenuti, vendor e operatori – che vorrebbero tutti dire l’ultima parola sul modello di business da utilizzare, creando però disorientamento nell’utente, che vuole solo – al massimo – premere un bottone e ricevere quello per cui paga.

 

Fino a quando queste problematiche non verranno affrontate e risolte è davvero difficile pensare che l’industria riesca a recuperare gli investimenti nelle reti, poiché la fruizione dei servizi su cui essa punta con maggiore forza – dalla mobile Tv al VoIP mobile – resterà confinata a una piccola nicchia di mercato fatta di persone privilegiate che possono permettersi di aggiornare continuamente il loro parco di dispositivi hi-tech e di pagare tariffe ancora considerevoli per i contenuti.

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