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Rai: conclusa la consultazione sul Contratto di Servizio. La palla passa all’Agcom, a settembre il confronto conclusivo

Italia


Si è conclusa la Consultazione Pubblica che il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha avviato lo scorso 3 luglio con associazioni, organizzazioni sindacali, comitati e abbonati, per il rinnovo del Contratto triennale tra Ministero e Rai per il “Servizio Pubblico Radiotelevisivo“, scaduto a dicembre 2005.

 

Il Ministero delle Comunicazioni fa sapere di “confermare così il suo programma che fissa la stipula del nuovo contratto di servizio nel prossimo autunno”.

Lo scopo di questa consultazione pubblica, come spiega una nota, è stato quello di “raccogliere sul tema del servizio pubblico RadioTv Rai il contributo dei vari soggetti interessati, attraverso proposte e osservazioni di carattere sociale, tecnico, giuridico ed economico relative al tema in questione”.

 

Al termine di questo mese di consultazione sono stati così raccolti complessivamente 122 contributi, dei quali 28 attraverso Public Hearings del Ministro Gentiloni con rappresentanze di associazioni del terzo settore, dei consumatori, dei genitori, delle minoranze, dei sindacati, dei giornalisti e dei produttori Tv. Ulteriori 94 contributi sono stati invece raccolti attraverso Call for Paper cui hanno aderito non solo organizzazioni, ma anche personaggi della Tv, come Piero Angela che ha inaugurato il Forum stesso.

Nell’ambito delle consultazioni il Ministro ha incontrato anche la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome.

 

“E’ la prima volta che il Ministero delle Comunicazioni – sottolinea la nota – rende pubblica la discussione sul contratto di servizio con la Rai”. L’Innovazione è stata decisa dal Ministro Gentiloni nella ferma convinzione che “per migliorare la qualità del servizio pubblico Rai sia necessario un confronto con tutte le forze vive del Paese e dare maggior peso ai contenuti del Contratto di Servizio che la Rai è chiamata a svolgere”.

 

Gentiloni ha dichiarato che “Il rapporto migliore tra Stato e Rai non deve essere regolato da contratti deboli, che conducono inevitabilmente a ingerenze continue e a scarsa identità del servizio pubblico; molto meglio puntare invece su contratti seri, con obblighi puntuali e su strumenti di verifica e controllo, lasciando all’azienda la sua autonomia avendo prima definito con maggior cura la missione stessa della Rai”.

“Nei prossimi giorni, d’intesa con il Ministero delle Comunicazioni, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni varerà le Guidelines per il nuovo contratto e a settembre inizierà il confronto conclusivo tra Ministero e Rai. Nella fase finale è previsto il parere obbligatorio della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai”.

 

Dal suo insediamento, il nuovo Ministro delle Comunicazioni ha sottolineato che sarebbe partito proprio dalla Rai nella sua opera di modifica della Legge Gasparri che ha riformato il sistema radioTv. Gentiloni ha subito messo in chiaro che un aspetto basilare sul quale lavorare è l’allontanamento della politica dalla Rai. Un obiettivo sul quale, secondo il Ministro delle Comunicazioni, è possibile aprire un dialogo con l’opposizione: “Almeno su questo aspetto – ha detto Gentiloni – maggioranza e opposizione penso che possano avere idee simili, o addirittura comuni: non è interesse di nessuno un rapporto patologico tra la politica e la Rai“.

 

Il Ministro ha ricordato che il matrimonio tra Tv pubblica e politica “dura da più di cinquant’anni: non ha impedito a questo Paese di avere una buona Tv, ma negli ultimi anni ha mostrato segnali di peggioramento. Con il sistema bipolare creato dalla seconda repubblica, il rapporto tra politica e Rai rischia di generale un terremoto continuo nella Tv pubblica ogni quattro-cinque anni, quando si cambia maggioranza”.

 

Gentiloni giudica “positiva la norma della Legge Gasparri che consente l’elezione del presidente della Rai solo con la maggioranza di due terzi della Commissione di Vigilanza: è un primo passo. Altri passi li faremo nei prossimi mesi – ha sottolineato il Ministro – facendo in modo che al vertice della Tv pubblica arrivino persone di riconosciuta autonomia e indipendenza e varando una struttura, che potrebbe essere una fondazione, che renda anche fisicamente possibile la separazione tra Rai e politica“. Per Gentiloni, “paradossalmente proprio un Cda come quello attuale, che è figlio della politica possa essere tra i più adatti ad assecondare il Governo nello sforzo in questa direzione”.

 

Anche per il Presidente del Consiglio di amministrazione Rai, Claudio Petruccioli, “la politica deve fare un passo indietro in Rai“. Per Petruccioli, la politica deve però contemporaneamente fare un passo avanti per il rilancio della Rai come Tv pubblica.

“C’è un problema di qualità – ha ammesso Petruccioli – soprattutto nella fascia del pomeriggio dove i talk show sono il punto più basso mai raggiunto dalla Tv pubblica”.

 

La Rai resta comunque il motore insostituibile del sistema nella importante fase di transizione dall’analogico al digitale terrestre. L’azienda pubblica, volano per il passaggio alla nuova tecnologia. Ma serve ‘neutralità’ rispetto alla competizione tra Imprese e anche tra piattaforme e una strategia politica che dia affidabilità agli investitori.

Il Governo dovrà tener presente che tutte le Imprese televisive private, nazionali e locali, chiedono che le risorse fiscali della Rai siano aumentate, con un lieve incremento del canone o in altro modo.

Dalla sua, il servizio pubblico deve presentare un’offerta televisiva diversificata ed elevare la qualità di tutto il sistema, offrendo nuovi canali attrattivi, trainare la diffusione dei decoder e avvicinare lo switch-off.

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