Relazione annuale Antitrust: Catricalà, ‘Favorire le innovazioni tecnologiche, ma vigilare sui diritti multipiattaforma’

di Raffaella Natale |

Italia


Antonio Catricalà

Presentata stamani a Montecitorio la Relazione annuale dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato dal presidente Antonio Catricalà.

L’Autorità ha informato che nel corso del 2005 sono stati adottati numerosi provvedimenti normativi che hanno inciso sulle condizioni concorrenziali di importanti settori dell’economia nazionale.

 

Nel settore delle telecomunicazioni, un primo filone di decisioni ha riguardato l’ingannevolezza delle indicazioni in materia tariffaria.

I casi esaminati dall’Autorità nel settore radiotelevisivo si riferiscono prevalentemente alla presunta ingannevolezza di messaggi pubblicitari diretti a promuovere l’acquisto di decoder per il digitale terrestre e i servizi televisivi diffusi attraverso tale modalità trasmissiva.

 

Dal primo gennaio a oggi l’Antitrust ha comminato sanzioni per un valore complessivo di 668 milioni di euro. E’ quanto ha annunciato il presidente Antonio Catricalà, nel corso della sua relazione.

“Non di meno, sono convinto – ha affermato Catricalà – che la sanzione rappresenti la fase patologica del rapporto con le Imprese. Il risultato più importante cui l’Autorità deve mirare è un altro: l’effettiva correzione delle storture del mercato”.

 

Molto forte la posizione di Catricalà per quanto riguarda il settore delle comunicazioni.

“Occorre favorire le innovazioni tecnologiche – ha sottolineato – ma non possiamo ignorare l’esistenza di risalenti oligopoli: è nostro dovere scongiurare il pericolo di nuove e più sofisticate barriere, non solo sui mezzi ma anche sui contenuti, che toccano tra l’altro interessi pubblici primari, come il pluralismo informativo”.

Aggiungendo: “Le collaborazioni tra Imprese dotate di particolare forza di mercato non devono produrre effetti restrittivi e ulteriori vincoli per l’ingresso di nuovi operatori“.

 

Catricalà ha però sottolineato che bisogna evitare “che ciò che è già accaduto nelle tecnologie analogiche si perpetui nelle tecnologie digitali e nelle nuove forme di trasmissione, per esempio nella televisione mobile, per cui se i contenuti fossero sempre di una sola società che li trasmette con computer, in Umts e sulla Tv bianca, praticamente avremo una uniformità informativa che viene a contrastare nostri principi in tema di pluralismo“.

Vanno evitate “le esclusive verticali e non bisogna ammettere che qualcuno compri diritti di qualsiasi tipo su tutte le piattaforme, perché altrimenti non c’è più nessuna forma di concorrenza“, spiega il presidente.

Ciò detto, sottolinea di non poter pronunciarsi a favore o contro un intervento in questo senso del Governo, che peraltro ha già annunciato di voler intervenire contro i cosiddetti “diritti multipiattaforma” per i soggetti che non sono presenti in tutte le piattaforme considerate.

 

“Anche perché in linea di massima l’Antitrust deve agire – afferma Catricalà – anche senza riforme legislative; noi siamo in grado di intervenire su tutto quello che attiene acquisti di rami d’azienda purché ci sia un cambio di controllo”.

Stesso discorso per l’annunciata modifica della legge sull’assetto televisivo: “Se il governo poi vuole fare una modifica dei tetti, sostanzialmente una modifica della legge Gasparri, l’Autorità può solo prenderne atto ma non può dirne né bene né male”.

Catricalà passa poi a un altro aspetto rilevante, il conflitto di interesse, asserendo che, a conclusione di un anno di attività e alla luce dell’esercizio concreto delle funzioni di vigilanza, “…non si può che confermare i punti di criticità della legge sul conflitto di interessi”.

Il presidente dell’Antitrust sottolinea che “nella prassi si sono potuti verificare i limiti della legge soprattutto in relazione alla configurabilità delle fattispecie illecite”.

 

E poi, parla di interessi corporativi, sostenendo che “la terapia deve essere intensiva ed è necessario che maggioranza e opposizione facciano fronte comune. Non solo. Si deve vigilare attentamente perché la strada è in salita. Le lobbies, a difesa dei poteri protetti, sono sempre dietro l’angolo”.

Catricalà, apprezza il decreto legge del governo Prodi sulle liberalizzazioni ma invita a fare di più.

“La competitività del nostro sistema – afferma davanti alle massime autorità dello Stato – può risultare rinforzata da una terapia intensiva che miri alla liberalizzazione dei settori protetti”.

 

Catricalà ricorda quanto fatto negli Stati Uniti dove i più incisivi interventi politici a favore della concorrenza “sono dipesi dalla possibilità di costruire e mantenere nel tempo un accordo tra maggioranza e opposizione su specifici obiettivi di liberalizzazione”.

Analoghe condizioni – osserva – potrebbero oggi riprodursi in Italia, nonostante le difficoltà contingenti”.

“Non possiamo permetterci il lusso – avverte Catricalà – di non cercare soluzioni, di non far fronte comune per migliorare il nostro destino”. Anche perché deve essere ben chiaro che la concorrenza, se pur riduce in termini percentuali le fette di mercato, in termini assoluti aumenta la torta e quindi i profitti, i posti di lavoro e le opportunità, “purché s’inneschi – spiega – un processo competitivo basato sull’Innovazione e sulla migliore qualità dei servizi”.

 

Ricordando che obiettivo principale degli interventi Antitrust è la tutela dei consumatori, Catricalà denuncia che gli interessi corporativi “cercano spesso la complicità del potere politico”.

Gli enti regolatori “devono resistere alle lobbies, altrimenti anche rispetto all’attività dei Garanti – osserva – potrebbe diffondersi la sensazione dell’inutilità di ogni sforzo: mentre si tenta di abbattere o almeno abbassare una barriera, alle spalle qualcuno costruisce un muro più robusto e più alto“.

 

Altro riferimento va alla legge del governo D’Alema per la vendita dei diritti Tv del calcio  Non c’è bisogno di una legge che introduca la possibilità della vendita centralizzata dei diritti del calcio, perché l’attuale normativa non la vieta” afferma Catricalà per il quale quindi non c’è bisogno di una nuovo provvedimento come ipotizzato da diversi parlamentari della maggioranza e dell’opposizione, e dallo stesso Governo. “E’ meglio lasciar fare a un’autoregolamentazione da parte della Lega calcio, piuttosto che intervenire con un provvedimento di legge“.

Bisogna poi lasciare alle squadre la decisione se cedere tutti insieme i diritti o se invece proseguire nella vendita separata – ha concluso il presidente  Sono le squadre a dover decidere in autonomia, tra le due possibilità”.

Il garante Antitrust ha ricordato che in passato l’Autorità “si espresse negativamente su un’intesa di vendita collettiva dei diritti Tv delle partite di calcio“. Le norme Ue consentono all’Antitrust di non pronunciarsi sull’accordo ma di “intervenire solo nel caso” in cui dovessero manifestarsi “vizi funzionali tali da comportare effetti restrittivi, escludenti o discriminatori”.

Catricalà ha così rilevato che “molti modelli convenzionali potrebbero dimostrarsi idonei a garantire una più equa distribuzione delle risorse e quindi una maggiore contendibilità nei campionati. Un’impostazione solo legislativa – mette in guardia – potrebbe però apparire come una svolta dirigistica“.

 

Pierluigi Bersani, Ministro per lo Sviluppo economico, commentando la relazione annuale del garante, ha dichiarato: “Mi sembra che sia un compito d’istituto per l’Antitrust esprimersi in questi termini, ma certo questa relazione è un incoraggiamento molto forte alle politiche che stiamo cercando di fare“.

Apprezzamento anche da parte Daniele Capezzone, presidente della Commissione attività produttive della Camera e segretario di Radicali italiani

“Esprimo tutto il mio apprezzamento – ha detto Capezzone – verso una relazione ottima, che ha dato una vera sferzata nella direzione della concorrenza della competizione, di migliori servizi per i consumatori, di apertura di un Paese troppo spesso chiuso, o preda di lobby, oligopoli e corporazioni“.

“Anche per questo, ho negli scorsi giorni presentato e depositato proposte di modifica del regolamento della Camera volte a valorizzare e rafforzare il peso dei pareri e delle segnalazioni dell’Antitrust, troppo spesso ignorate dal Parlamento” ha concluso Capezzone.

E’ l’ora di fare tesoro di queste indicazioni, e di smettere di eluderle sistematicamente”.

 

“Relazione pragmatica, che dà conto di una intensa attività svolta. Condivisibile il suo forte richiamo a favore della concorrenza. Un concetto che però va declinato a seconda delle specifiche attività: una cosa sono le Imprese, un’altra le professioni”. E’ quanto dichiara il portavoce dell’Udc, Michele Vietti, commentando la relazione.

 

“E’ il mercato sano e competitivo che innesca la competenza e la crescita. La concorrenza fa bene ai consumatori ma anche alle Imprese e solo le aziende abituate a un contesto competitivo possono vincere nei mercati globali“. Così Pietro Guindani, Amministratore delegato di Vodafone Italia, commenta la relazione, giudicandola “totalmente condivisibile“.

Aggiungendo “Il presidente ha citato l’esempio della telefonia mobile dove una forte liberalizzazione è stata accompagnata da una grandissima crescita”.

 

“Una relazione molto lucida e molto chiara che dà conto dell’operato di un’istituzione che sta operando bene“. Questo il parere del numero uno di Telecom Italia, Marco Tronchetti Provera.

 

“In tema di diritti Tv del calcio la posizione espressa oggi dal presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà ripercorre la stessa impostazione che l’Authority aveva dato in precedenza”, a sottolinearlo è  la responsabile Affari regolamentari di Mediaset, Gina Nieri, che siede anche nel CDA della società.

“Tesauro era intervenuto sulla precedente contrattazione collettiva dei diritti considerandola un’intesa e come tale da vietare“, ricorda Nieri.

Quanto a Mediaset “che la negoziazione sia collettiva o meno per noi è indifferente: quello che pensiamo è che comunque si debba assolutamente salvaguardare tutto quello che è già stato stipulato. Non soltanto per noi ma anche – conclude Nieri – per i nostri contraenti, le squadre, che comunque i soldi li hanno già ricevuti”.

 

Testo completo della Relazione annuale dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato

 

 

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