Phishing: si moltiplicano gli attacchi in tutto il mondo. Le prime condanne anche in Italia

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A chiusura del primo semestre 2006, l’allarme phishing si conferma più elevato che mai.
Dopo aver segnato il biennio 2004-2005 con tutta una serie di attacchi che hanno per lo più colto impreparati i malcapitati destinatari delle truffe online, l’anno in  corso si sta caratterizzando per una nuova e preoccupante evoluzione del fenomeno, passando dalle minacce globali ad attacchi più mirati. 
Inoltre, con l’incremento dei livelli di protezione adottati da quasi tutti i sistemi informatici pubblici e informatici, come conseguenza diretta dell’inasprimento del fenomeno, i phisher diventano ogni giorno più esperti e gli attacchi più sofisticati.
 
Oltre al dilagare del fenomeno, a mettere in serio allarme gli esperti della sicurezza di tutto il mondo sono, anche e soprattutto, le nuove tipologie di attacco, i nuovi target scelti come vittime e i nuovi brand presi di mira.
Lo confermano le rilevazioni della RSA Anti-Fraud Command Center. L’ultimo Rapporto RSA  sullo scenario corrente a fine giugno 2006, conferma gli Stati Uniti il paese più bersagliato, in particolar modo per quanto riguarda le ‘credit union’ (con il 38% degli attacchi). A seguire, Gran Bretagna (24%), Spagna, Canada (21%), Germania (12%), Australia (9%) e Nuova Zelanda (6%).

L’Italia non occupa posizioni di rilevo in questa classifica, ma quanto avvenuto in questi giorni potrebbe essere il sintomo di una drammatica evoluzione. Spacciarsi via email per enti e organizzazioni pubbliche o perlomeno assai autorevoli e carpire informazioni riservate come password o numeri di carta di credito,  è ormai una realtà diffusa e generalizzata anche nel nostro Paese.

Sono infatti scattate anche in Italia le prime due condanne per reati di phishing. Si tratta di due uomini di 25 e 30 anni, un lettone ed un russo, per i quali il pm Francesco Cajani aveva chiesto una pena di tre anni e tre anni e mezzo ma che il gup di Milano Paolo Ielo, ha condanato, rispettivamente, a quattro anni e quattro anni e sei mesi in rito abbreviato con l’accusa di riciclaggio. I due erano – incaricati di attivare utenze telefoniche italiane e aprire in Italia i conti correnti – facevano parte di un’organizzazione internazionale che gestiva il riciclaggio all’estero del denaro truffato attraverso i colpi messi a segno via web.

Coordinando l’attività del Gruppo repressione frodi della Guardia di Finanza, nei mesi scorsi la Procura di Milano aveva individuato tre diversi conti in altrettante banche, oltre a un quarto conto corrente postale, su cui erano stati depositati settemila euro, quattromila dei quali già trasferiti all’estero.

“Il fattore umano è ancora la causa principale del dilagare delle truffe online, a danno di utenti e di aziende”, ha dichiarato MassimoVulpiani, Country Manager di RSA Security Italia a margine dei risultati di un esperimento condotto nel mese di maggio in collaborazione con la rivista Focus, per saggiare il livello di ‘prudenza’ degli utenti italiani.
“L’introduzione della legge 196 per la tutela delle persone e il trattamento dei dati personali ha contribuito a sensibilizzare gli individui sull’importanza della riservatezza delle informazioni personali ma, nonostante ciò, la strada da fare è ancora molta”.