Tlc, l’Etno critica la proposta di revisione della Ue: ‘Sul lungo periodo danneggerà la competitività’

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Comunicazioni

Non ha soddisfatto le aspettative dell’industria la proposta della Commissione di apportare solo “piccoli aggiustamenti” all’attuale quadro normativo comunitario sulle comunicazioni elettroniche.

Secondo quanto reso noto dall’ETNO (European Telecommunications Network Operators Association) la proposta della Ue “non risponde adeguatamente ai cambiamenti del mercato né riflette le preoccupazioni espresse dai player dell’industria durante il processo di pre-consultazione”.

La regolamentazione era un passo necessario 5-10 anni fa, quando si doveva assicurare la transizione da un settore monopolistico a uno guidato dalla competizione e garantire ai new entrant l’accesso alle reti.

“Ora che i mercati sono molto competitivi e i consumatori hanno un’ampia scelta di piattaforme, tecnologie e fornitori, l’Europa ha bisogno di completare la transizione verso un settore guidato dalle forze di mercato”, ha dichiarato il Direttore dell’ETNO Michael Bartholomew, secondo cui nonostante l’aumentata competizione, “l’implementazione dell’attuale quadro normativo ha solo portato a un maggiore intervento regolatorio”.

Per l’Etno, insomma, non è sufficiente semplificare le procedure per l’analisi di mercato e di notifica per accelerare la deregolamentazione, poiché i mercati si evolvono rapidamente e in un ambiente sempre più convergente e globale “gli operatori stanno compiendo sforzi significativi per adattarsi e innovare al fine di meglio rispondere alle esigenze dei consumatori”.

“Sul lungo periodo – rincara dunque l’associazione – un continuo intervento regolatorio ex-ante potrebbe creare seri danni al dinamismo del settore e quindi alla capacità di scelta dei consumatori”.

Secondo le proiezioni preliminari, inoltre, l’imposizione sistematica di obblighi di accesso elle nuove e vecchie reti degli operatori più grandi potrebbe finire per scoraggiare gli investimenti nelle infrastrutture alternative.

Un grave errore per l’Etno, poiché la direttiva “dovrebbe essere il più lungimirante possibile per riflettere i rapidi cambiamenti del mercato”, visto che non la si potrà rivedere prima del 2015.

Per quella data, “il gap tra l’Europa e gli altri Paesi sarà aumentato e l’Europa si accorgerà di aver mancato gli obiettivi della Strategia di Lisbona”, ha continuato Bartholomew.

L’Etno, pur ritenendosi soddisfatta della abrogazione graduale della regolamentazione ex ante in almeno 6 dei 18 segmenti di mercato delle telecomunicazioni esistenti, non trova giustificazioni per mantenere nella lista il mercato dell’accesso fisso end user, dal momento che “i consumatori hanno già un’ampia scelta di servizi e la legge sulla competizione è già in grado di gestire le questioni della competizione al dettaglio”.

Allo stesso modo, l’Etno chiede una significativa riduzione della lista di mercati all’ingrosso, poiché “molte aree di questi mercati sono caratterizzate dalla presenza di reti alternative”.

Ma non tutti gli operatori sono dello stesso parere: secondo l’ad di Fastweb Stefano Parisi, ad esempio, il mercato europeo è molto lontano dal poter essere definito concorrenziale, poiché sussiste ancora una fortissima posizione dominante degli incumbent: “Telecom Italia – ha spiegato – detiene il 95% degli accessi voce e l’84% della quota di mercato nazionale della banda larga e il 95% degli accessi al servizio telefonia, analogamente a quanto avviene nella gran parte dei paesi europei”.

È il segno, ha detto Parisi, che i monopoli “stentano a morire” ed è pertanto importante “mantenere una forte regolazione ex ante sia sul mercato all’ingrosso sia in quei mercati retail dove la posizione dominante ancora permane”, mentre invece la Ue sembra aver adottato un approccio di ‘non belligeranza’ con gli ex monopolisti che potranno così “bloccare la competizione e limitare fortemente crescita, investimenti e sviluppo dei servizi”.

Un giudizio, dunque, in netta opposizione con quello dell’Etno, anche se su un punto l’Ad di Fastweb sembra d’accordo, cioè sul fatto che la proposta di revisione presentata dalla Commissione “non sembra guardare alle nuove frontiere del mercato delle telecomunicazioni, cioè alla convergenza fisso-mobile e a quella tra televisioni e telecomunicazioni”.

L’Etno, infine, spera in un dibattito costruttivo durante il periodo di consultazione, “per assicurare che la revisione della direttiva sfrutti pienamente il potenziale del framework per accelerare la transizione verso una legge sulla competizione ex-post”, che incoraggi gli investimenti e l’innovazione di tutti i player e si traduca in concreti vantaggi per l’industria, i consumatori e l’economia europea nel suo complesso.

Il Ministro Paolo Gentiloni ed i Sottosegretari Luigi Vimercati e Giorgio Calò hanno incontrato ieri la industry italiana delle Tlc, dei Media e di Internet, nell’Instant Meeting organizzato da Isimm e Key4biz.
A partire da domani pubblicheremo il resoconto dell’evento e tutti i documenti audio-video disponibili.