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Parte da Roma l’HD Roadshow: obiettivo, messa in comune di esperienze per sostenere l’adozione di norme tecniche e iniziative di sviluppo 

Italia


L’Alta definizione è ormai scesa in campo. I mondiali 2006 saranno l’occasione in cui saggiare una tecnologia già matura e in crescita, dopo aver superato, con successo, il battesimo dei Giochi Olimpici Invernali di Torino. Il mondo della fotografia, della televisione e del cinema, insieme ai produttori, guarda a questa nuova tecnologia con sempre maggiore interesse

SAT Expo, Salone Internazionale delle Tlc avanzate, in collaborazione con HD Council Italia e con l’adesione di HD Forum Italia, Eurovisioni – Festival Internazionale del Cinema e della Televisione e ATIC (Associazione Tecnica per la Cinematografia e la Televisione), ha organizzato l’HD Roadshow 2006 con lo scopo di presentare agli operatori professionali, lo stato dell’arte e gli sviluppi applicativi dell’Alta Definizione in Italia.

Quello, di Roma presso la “Casa del Cinema” di ieri, è stato il primo appuntamento cui seguirà la tappa del prossimo 28 giungo a Milano. Hanno partecipato alcuni degli attori più rappresentativi della filiera del mercato HD in Italia (case di produzione, associazioni di categoria, broadcaster) e con proiezione finale di filmati in HD. L’HD Roadshow è stata anche una opportunità per prendere confidenza con le potenzialità che questa tecnologia offre come sviluppo delle professionalità, in quello che si annuncia essere uno scenario rivoluzionario.

Nel suo intervento introduttivo Angelo D’Alessio, SMPTE (society of Motion Picture and Television Engineers), ha presentato l’HD come un “livello qualitativo, significativo per il settore della comunicazione”.

“Il processo scientifico e tecnologico nel settore della comunicazione è da sempre stato fondamentale; senza innovazione non c’è sviluppo. Con HD noi oggi possiamo innovare tutta la catena del valore connessa alle attività di creazione di immagini in movimento, dalla produzione alla distribuzione e alla fruizione”.

“Oggi l’HD è importante perché influenza le tre componenti fondamentali del nostro lavoro, quella artistica, quella tecnologica e infine il modello di business. E il core business di questa triade è legato ai contenuti. Non possiamo dimenticare che alla fine di questo processo c’è lo spettatore; gli dobbiamo riservare il massimo rispetto per quanto riguarda la qualità tecnica”.

“A che punto del percorso siamo – si chiede D’Alessio – all’inizio, nel mezzo, ciò che è importante è che oggi abbiamo tutti i mezzi per poter iniziare questa grande avventura dell’HD evitando però una falsa partenza. L’HD è per noi addetti al settore il futuro ed è un percorso da cui non si può tornare indietro”.

Dario Cavalcoli, HD Council Italia, ha presentato HD Council il cui obiettivo è quello di stimolare e cercare degli elementi per costruire un percorso di comunicazione ed aggregazione e condivisione all’interno del settore.

Non è facile correre da soli, ma è altrettanto difficile correre in compagnia senza una visione comune”, ha detto Cavalcoli.

“Il Roadshow non deve essere fine a se stesso ma deve essere un momento per cercare quegli elementi di aggregazione, di condivisione e aggregazione cui dare poi un seguito. E’ importante agire subito, adesso, perché l’HD non è solo una tecnologia ma è una grande opportunità di crescita economica e sviluppo professionale; è anche un insieme di processi produttivi e gestionali che investe la televisione, la fiction, la pubblicità ed il teatro”.

L’Alta definizione è ormai una tecnologia matura – ha dichiarato Paolo Dalla Chiara di Sat Expo – è un cambio di tecnologia sicuro, non è un’opzione e oramai non se ne può prescindere perché quando una tecnologia funziona si afferma. E’ pronta per affrontare la prova del mercato, come dimostrato dal bouquet televisivo in HD trasmesso da Eutelsat, durante i Giochi Olimpici Invernali di Torino, dai Mondiali di Calcio di Germania e dai nuovi canali in Alta definizione in progetto per l’autunno. Le ragioni di questo interesse – ha proseguito Dalla Chiara – sono principalmente due: la prima, relativa al grande impulso che l’HDTV può dare alle nuove produzioni, con conseguente crescita delle nuove professionalità.

La seconda, dettata dalla necessità di disporre comunque dei contenuti ad Alta Definizione per il mercato intercontinentale, visto che già gli USA, il Giappone, l’Australia e la Cina, producono e trasmettono già da diverso tempo in HD. Non bisogna dimenticare – ha aggiunto Dalla Chiara – che l’introduzione dell’Alta definizione implica la crescita di una filiera complessa, che va dalla produzione, alla post-produzione, alla trasmissione del segnale e alla sua distribuzione e che rappresenta, per questo, un indotto economico non indifferente e nel contempo capace di inaugurare nuovi modelli commerciali e nuove possibilità di crescita e sviluppo economico (oggi per esempio chi gira in HD ha difficoltà a trovare studi di montaggio). L’HD Roadshow – ha continuato Dalla Chiara – ha per questo il carattere di laboratorio e di workshop in grado di fornire elementi tecnico-operativi a tutti coloro che sono coinvolti nella filiera produttiva”.

Dalla Chiara ha presentato le due iniziative nate in ambito Sat Expo, l’HD COUNCIL, che risponde ad esigenze di carattere pratico è una nuova realtà che avvicina in un unico gruppo Enti, Istituzioni, professionisti e Aziende, ognuno costituito in settori – i “council” – a seconda delle aree di competenza, in rappresentanza delle diversa comunità – Scuola e Università, TLC Broadcasting e Cinema, Integratori e Distributori, Prosumer e foto, HD Expert.

L’obiettivo che sostiene l’attività dell’associazione è quello di creare e supportare iniziative per la promozione dell’utilizzo e la diffusione in Italia delle tecnologie per l’alta definizione attraverso attività di diversa natura, dalla comunicazione e divulgazione di notizie alla formazione, fino alla creazione di importanti eventi mirati.

L’altra iniziativa che risponde ad esigenze di natura tecnico-politica è l‘HD FORUM ITALIA, un gruppo di lavoro e di coordinamento sulle nuove tecnologie riguardanti l’Alta Definizione costituito presso la Fondazione Bordoni.

Il gruppo include rappresentanti dei principali operatori del mercato televisivo e audiovisivo italiano (produttori, fornitori e aggregatori di contenuti, broadcaster, operatori di rete, costruttori e distributori di apparati HD). L’obiettivo è la messa in comune di esperienze tecniche, per l’adozione di norme tecniche nell’interesse di tutti e per la promozione di iniziative di sviluppo.

Sulla mission dell’HD Forum si è soffermato Sebastiano Trigila, Fondazione Ugo Bordoni /HD Forum Italia che ha delineato come motivo principale per la costituzione dell’HD Forum la necessità di evitare una falsa partenza e di garantire la valorizzazione dei contenuti, in quanto l’HD non è solo un semplice “vezzo innovativo” ma è il terreno di confronto per la competizione nel mercato dell’audiovisivo.

La mission dell’HD Forum- ha aggiunto Trigila – è la promozione e la protezione dei contenuti digitali perché la produzione ha un costo e quindi sono necessari buoni sistemi di protezione di contenuti”.

Trigila ha posto sul tavolo di lavoro delle questioni da affrontare con urgenza, tra cui il comunicare alle istituzioni pubbliche il ruolo chiave della produzione HD nella competitività nel mercato globale dei contenuti audiovisivi; il comunicare con i cittadini e con le associazioni dei consumatori in modo adeguato per far capire con chiarezza quali sono gli apparati necessari alla ricezione in HD e far capire che gli investimenti che oggi i cittadini hanno realizzato per l’acquisto di apparecchi in standard definition saranno comunque ammortizzati perché l’HD è una realtà ed entrerà nelle nostre case ma non avverrà in tempi brevissimi.

Nella prima sessione di lavoro sono intervenuti i brodcaster i produttori di contenuti. Gli interventi sono stati moderati da Raffaele Barberio, Direttore di Key4biz, che ha esordito con due considerazioni. “Non abbiamo sentito fin qui il termine convergenza, parola fin troppo usata e che ha perso di significato, anzi è forse il caso di parlare di qualche divergenza. La televisione sta diventano sempre più grande e quindi fissa, sempre più piccola e quindi mobile. Queste contraddizioni di forma ci indicano che più di convergenza siamo destinati a un mondo di comunicazione che è fatto di community, e allora se le communities sono pari avremo le communities che consumeranno certe cose piuttosto che altre, che avranno delle abitudini piuttosto che altre, che risponderanno a specifici criteri di specificazione. L’HD è una meraviglia, ed è talmente bella da sembrare vera o tanto bella da sembrare finta, in questo doppio scambio tra realtà e immaginario, tra reale e virtuale.”

Ha fatto una panoramica sulla catena del valore, dalla produzione dei contenuti alla loro distribuzione e fruizione da parte degli utenti, nel passaggio all’Alta Definizione, Cristiano Benzi di Eutelsat. “In questo passaggio verso l’HD – ha detto Benzi – i singoli elementi della catena del valore saranno stravolti e questo probabilmente rende più lento il passaggio. Per la produzione c’è stata una rivoluzione nella produzione di videocamere e sistemi di produzione resa possibile grazie alle tecnologie di conversione numerica che hanno consentito di trovare un buon bilanciamento economico tra sistemi di registrazione efficienti e costi degli equipaggiamenti; esistono oggi sistemi di produzione HD per tutte le esigenze della produzione da quella in studio professionale a quella del documentarista indipendente quindi il messaggio è che oggi produrre in HD è più semplice che in passato. Per la distribuzione dei contenuti la risposta viene da MPEG4 uno standard di compressione nuovo che sta entrando sul mercato e che consente agli operatori di risparmiare banda e questo risolve non solo un problema di costo ma consente di comprimere di più il segnale in HD e di riuscire ad entrare nei tubi di trasporto. Per la fruizione dei contenuti da parte degli utenti, il problema del display troppo grande e troppo costoso è stato risolto grazie allo sviluppo di tecnologie informatiche che hanno portato in ambito televisivo un prodotto nato per il mondo informatico: lo schermo HD Ready in grado di supportare la ricezione del segnale in HD”.

Le opportunità dell’Alta definizione aumenteranno le capacità di resa soprattutto della produzione di contenuti televisivi, cinematografici e teatrali – ha detto Andrea Balzola drammaturgo e sceneggiatore, docente di Drammaturgia multimediale all’Accademia di Belle Arti di Brera – l’Alta Definizione consentirà, infatti, il potenziamento percettivo dei dettagli, un effetto di iper-realtà, che porterà ad una resa quasi tattile dell’immagine. Con l’HD migliorerà – ha proseguito Balzola – sia la forza espressiva della regia, della fotografia e della recitazione, sia l’immersione percettiva dello spettatore. Naturalmente, e questo vale per l’uso di tutte le nuove tecnologie in campo artistico, – ha concluso Balzola – è necessario che l’idea e la realizzazione del prodotto siano rese confidenziali con la maggiore conoscenza possibile delle potenzialità tecniche perché le risorse espressive possano dare il massimo della loro performance”.

“Sky è il primo operatore ad aver lanciato sul mercato italiano l’HD – ha sottolineato Lucia Baresi di Sky Italia Sky ci crede molto e sta investendo molto sull’HD. Siamo partiti il 17 maggio con la Champions League ; oggi diamo la copertura di un evento molto amato quale i Mondiali di Calcio con 64 incontri tutti trasmessi in HD; a luglio lanceremo quattro nuovi canali uno dedicato al cinema, uno all’intrattenimento, uno allo sport, uno ai documentari. Questo comporta ingenti investimenti da parte di SKY per quanto riguarda i contenuti.”

“Essere l’unico operatore in questo momento ha ovviamente dei vantaggi ha proseguito Baresi ma comporta anche dei problemi: se vogliamo parlare di uno standard, di una definizione che prenda veramente piede Sky non può essere l’unico esploratore di questa tecnologia ma serve che anche gli altri broadcaster investano in questa direzione.”

Alberto Borchiellini, Eurosatellite ha offerto il punto di vista di chi si occupa dell’installazione della nuova tecnologia. “I nostri tecnici ha detto sono adeguatamente formati, perché il rischio oggi è di acquistare dei prodotti altamente tecnologici che poi non siamo in grado di installare nelle nostre case.”

Massimo Fichera, in rappresentanza di Eurovisioni, ha spiegato che non è agevole essere testimoni di questo processo ma avendo avuto il privilegio di aver assistito alla preistoria dell’Alta definizione ha indicato cinque errori da non commettere.”

“L’HD non può che essere considerata come un progetto totale, perché non è solo tecnologia ma è un insieme di processi produttivi, creativi e gestionali; deve essere un progetto condiviso che non sopporta forti polemiche perché è una tecnologia funzionale ad altre tecnologie; non può non essere che un progetto-paese, nel senso che richiede un impegno complessivo, un retroterra progettuale; uno strumento necessario per lo sviluppo dell’HD è un’attività di R&S che non si soffermi solo al core business, perché questo lungi dall’essere un risparmio sarebbe uno spreco; infine il grosso limite rappresentato dal fatto che il sistema televisivo per quanto riguarda i contenuti è tendenzialmente un sistema conservativo e ripetitivo ormai da tanto tempo. Lo sforzo contenutistico di inventare nuovi programmi adatti al nuovo mezzo è il punto su cui investire. Non si tratta di fare scelte tra i generi ma di travolgere i generi e la tecnologia oggi ce ne offre l’opportunità.”

Erik Lambert, The Silver Lining Project, ha evidenziato necessità su cui intervenire per favorire l’arrivo dell’HD: la necessità di creare una riserva di programmi televisivi tutti in HD e la necessità di formare in maniera adeguata i professionisti impegnati nel settore all’uso della nuova tecnologia, perché l’Alta Definizione comporta una rivoluzione che investe tutti gli aspetti della produzione, dal trucco alla fotografia.

Una posizione cauta quella di Mediaset espressa da Marco Pellegrinato, il quale ha sottolineato gli aspetti problematici della migrazione all’HD. “l’HD – ha detto Pellegrinato – non è solo tecnologia ma è un concetto culturale enorme, un cambiamento di status che comporta un impatto fortissimo nel mondo della produzione. Bisogna cambiare la mentalità, la cultura delle persone che oggi la televisione la creano, la pensano, la realizzano, la producono, la mandano in onda. I problemi da affrontare sono diversi e vanno dal cambiamento di mentalità alla realizzazione di un formato compatibile con gli schermi che il telespettatore ha in casa. La migrazione all’HD non può avvenire dal giorno alla notte ed in tutti i canali contemporaneamente, ma nei canali di nuova generazione”.

Marco Visalberghi, DOC /IT Associazione Documentaristi Italiani – ha invece espresso ottimismo per le esperienze già realizzate in HD. “La duttilità del mezzo e degli strumenti a disposizione permette nel giro di poco tempo di adattarsi alla nuova tecnologia. Per chi realizza documentari l’HD è lo strumento del riscatto ed è uno strumento facile da utilizzare. L’HD interessa molto chi realizza documentari, perché ciò che viene investito in Alta Definizione avrà ritorni economici sicuri in quanto il documentario ha una vita medio lunga e il documentarista non lavora in appalto ma in co-produzione.”

La testimonianza RAI del giornalista Carlo Alberto Morosetti e del regista Marco Morelli è legata a quello che l’azienda pubblica ha realizzato sull’HD. La Rai ha sperimentato con successo l’HD alle Olimpiadi invernali di Torino trasmesse sul digitale terrestre. Sono stati esaltati gli aspetti suggestivi delle immagini realizzate in HD ma anche gli aspetti più problematici legati alla fase della produzione televisiva.

Nella seconda sessione coordinata da Alberto Simonetti di HD Council Italia è stato protagonista il mondo della produzione (Cinema e Pubblicità).

Per Michele Lo Foco, Cinecittà, “…L’introduzione del formato in Alta Definizione richiede, prima di ogni altra cosa, l’omogeneità dei mezzi, dalla produzione, alla postproduzione, alla fruizione, in modo che l’Alta definizione possa essere realmente un plus per lo spettatore, messo nelle condizioni di godere della resa artistica dell’immagine“.

Per Roberto Mazzantini, EtaBeta – “l‘HD in Italia è una cosa reale e concreta e molte aziende hanno fatto ingenti investimenti. Sono quindi necessari degli interventi, il primo dei quali riguarda un piano condiviso di investimenti per comprendere in che modo gli investimenti possano essere orientati e poi la promozione dell’industria italiana che ha investito nel settore rispetto ai mercati internazionali. L’altro intervento riguarda il sistema delle competenze e di Know-how al servizio della nuova tecnologia. Bisogna investire nella formazione delle professionalità che si misureranno con i nuovi mezzi e strumenti”.

Giuseppe Gammarrota, di ATIC (Associazione Tecnica per la Cinematografia e la Televisione), ha risposto alle domande relative alla necessità di formazione ed ha sottolineato che ci si sta preparando ad affrontare questo percorso.

Anche Gianfranco Borgiotti, di Arco Multimedia (società di noleggio di apparati televisivi), ha sottolineato l’importanza del tema della formazione. “Servono le persone ed il know-how, conoscenza che crea competenza”.

Ha parlato della ricaduta sull’home-entertainment della nuova tecnologia HD, Davide Rossi, Presidente di Univideo. “Per gli Editori Audiovisivi l’alta definizione è un obbligo, non una opzione – ha detto Rossi Il nostro pubblico è il più esigente in termini di qualità e fino ad oggi il DVD ha saputo essere il media digitale migliore e più innovativo di tutti. Secondo molti alta definizione e portabilità sono le nuove frontiere dell’audiovisivo. Lo dico chiaramente: noi non crediamo alla portabilità dei contenuti video. Non si può omologare la musica al cinema. Il cinema si gode stando seduti o distesi, in penombra, e con un’ora e mezza a disposizione. Solo così un film ci può emozionare. La musica si può ascoltare facendo pilates, guidando o occupandosi di mille altre cose. Gestirli e pensarli simili è un abbaglio enorme. Il pubblico ha dimostrato di apprezzare l’alta qualità dei contenuti audiovisivi piuttosto che l’ubiquità della fruizione e tutti noi dobbiamo assolutamente andare in questa direzione.

Segnaliamo poi l’intervento di Benito Mari, General Manager di Sony Italia che ha espresso il punto di vista assolutamente incoraggiante e ottimistico del costruttore. Mari ha fornito delle cifre: il 50% della tecnologia per la produzione venduta dalla Sony in USA è HD, in Giappone rappresenta il 75%, in Europa il 30%. “Si tratta – ha detto Mari – di avere una massa critica in termini di completa filiera perché si possa finalmente avere la possibilità dell’HD nelle proprie case. Molte aziende nel mondo ma anche in Europa – ha proseguito Mari – hanno investito e stanno investendo in HD anche molti broadcaster. Esiste l’esigenza di entrare in questa strada e c’è la possibilità di farlo in un lasso di tempo ragionevole”.

È seguita la presentazione di alcune aziende di settore, la BLT, fondata nel 1959, produttore, con tecnologia hardware e software proprietaria, di videoserver apprezzati soprattutto nelle produzioni di tipo live e sport. “I programmi televisivi sono tra i più seguiti dagli spettatori e saranno maggiormente valorizzati dalle riprese in HDTV – ha affermato Nadia Marino, BLT marketing and communication engineer.


Trans Audio Video punto di riferimento per i professionisti del mercato Broadcast e della Sicurezza, grazie alla sua esperienza nella progettazione e distribuzione di sistemi per la produzione video televisiva, cinematografica ed industriale. ” Eventi con il Roadshow ha detto Marco Brighel, Sales & Marketing Director, rappresentano una occasione importante per approfondire le conoscenze tecnico-operative su questo innovativo sistema di produzione.”

Al termine della giornata siamo stati letteralmente rapiti dalla visione di filmati realizzati con tecnologia HD, la fiction “Gente di Mare”, “La Squadra”, ed altri filmati tratti da spot televisivi e documentari, di cui non possiamo non ricordare la bellezza delle immagini, talmente reali da farci credere di essere dentro la scena. Con questo aspettiamo il prossimo appuntamento del Roadshow a Milano il prossimo 28 giugno e soprattutto aspettiamo di poter fruire di questa meravigliosa tecnologia finalmente a casa nostra.

La industry italiana dell’ICT incontra il Ministro Paolo Gentiloni.
Isimm e Key4biz promuovono per il pomeriggio del 4 luglio 2006 un incontro tra gli operatori più rappresentativi delle tlc, dei media e di internet ed il Ministro Gentiloni.
Sarà un’importante iniziativa di community in occasione della quale si porranno a confronto le criticità delle aziende e le priorità dell’azione di governo.

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