Cellulari: arrivano gli schermi iMod. Acqua e olio contro il consumo delle batterie

di Alessandra Talarico |

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iMod

Gli schermi dei telefonini tornano alla natura. È quanto assicurano Qualcomm e un gruppo di altri produttori che stanno promuovendo una nuova tecnologia – battezzata iMod – che potrebbe rivoluzionare il mondo della telefonia mobile, riducendo al minimo il consumo delle batterie grazie all’utilizzo dell’energia solare o al movimento di liquidi all’interno dello schermo.

 

A differenza di quelli utilizzati attualmente, i nuovi schermi non hanno bisogno di retroilluminazione e possono, dunque, trasmettere continuamente video, quotazioni, news e quant’altro, mentre magari si ascolta il lettore MP3 integrato nel telefonino, senza compromettere la durata della batteria.

 

“La retroilluminazione è la nemica numero uno dei display e può consumare fino al 90% dell’energia destinata al display, che a sua volta consuma il 30% dell’energia totale del telefonino”, ha spiegato Mark Gostick il Ceo di Liquavista – società fondata da Philips e New Venture Partners – nel corso della conferenza Society for Information Display.

 

Lo schermo iMod è essenzialmente uno “specchio complesso“: il telefonino crea l’immagine che diventa visibile quando la luce del sole o anche quella artificiale illumina lo schermo, che in condizioni di scarsa luminosità, viene illuminato da una luce integrata.

 

Anche in questo caso, tuttavia, il display consuma molta meno energia di un normale schermo LCD.

 

Sebbene i primi schermi iMod mostrino le informazioni in bianco e nero, Qualcomm ha già sviluppato anche la versione a colori, in grado di garantire la visione perfetta di video.

“Grazie a questa tecnologia – ha dichiarato il Ceo della società, Paul Jacobs – il display può restare sempre acceso, senza consumare energia. Una soluzione che si adatta perfettamente alla convergenza di diversi dispositivi elettronici – fotocamera, MP3, console giochi, ricevitori GPS – in un singolo dispositivo wireless”.

Qualcomm si è accaparrato la tecnologia grazie all’acquisizione di Iridigm nel 2004.

 

La tecnologia iMod si basa sull’elettrowetting, ossia il “microcontrollo del movimento di un fluido tramite generazione di tensione”.

Il display è composto da uno strato di acqua, da un rivestimento idrofobo, un olio colorato compreso tra i due strati e un elettrodo che fa da base.

 

Quando non è applicato un campo elettrico, l’olio forma spontaneamente una barriera tra l’acqua e il rivestimento creando un pixel colorato; se invece è applicata una tensione tra l’elettrodo e l’acqua, questa fa sì che l’acqua sposti l’olio tutto da una parte.

Questo crea un pixel parzialmente trasparente o, se il display è collocato su una superficie opaca, un pixel bianco.

I primi schermi Liquavista saranno applicati agli orologi per poi fare la loro comparsa sui telefonini in un’ampia gamma di colori.

 

Non ci sono inoltre limitazioni si grandezza, per cui molto presto la tecnologia potrebbe essere applicata anche agli schermi dei portatili.

 

Basta ora convincere i produttori dell’economicità e dell’efficienza di questi schermi per avviare la produzione di massa.

 

Al momento, altre compagnie – come Toppoly – continuano a promuovere invece la tecnologia OLED (Organic Light Emitter Diode) che permette di realizzare display a colori con la capacità di emettere luce propria.

L’emissione della luce si basa sul fenomeno della elettroluminiscenza: questo permette di realizzare display molto più sottili e addirittura pieghevoli e arrotolabili, e che richiedono minori quantità di energia per funzionare.

 

Gli OLED sono adesso una delle più interessanti frontiere dell’elettronica e si pensa saranno in grado di generare un mercato da 3 miliardi di dollari entro il 2010.

 

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