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Banda larga: l’AIIP denuncia la paralisi del Tavolo tecnico Agcom sul bitstream

Italia


Si torna a parlare dell’annoso, quanto mai irrisolto, problema dell’accesso a banda larga all’ingrosso. A intervenire in questo clima di apparente paralisi è Stefano Quintarelli, Presidente di AIIP (Associazione italiana degli Internet provider), che senza mezzi termini ha lamentato la gravità della situazione: “Riuscire a confrontarsi su questo tema sta diventando per gli operatori una pura utopia“.

Il presidente dell’Associazione degli Internet provider ha sottolineato il malcontento di fronte alla situazione di stallo del tavolo tecnico previsto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in merito al bitstream.

Siamo davvero sconcertati della paralisi dei lavori“, ha ribadito, spiegando “Questo tipo di servizio è necessario agli operatori concorrenti e Telecom Italia si era già obbligata a fornirlo entro il 31 dicembre 2004, assumendo tale impegno a fronte di una riduzione delle sanzioni antitrust relative alla gara Consip”.

 

Quintarelli ricorda che “Dopo più di un anno, nella sua delibera del 19 gennaio 2006, Agcom stabiliva che il tavolo, che avrebbe dovuto portare all’offerta bitstream, doveva concludersi entro 60 giorni. Il tavolo fu poi convocato, è vero, a inizio febbraio. Ma i 60 giorni sono poi passati senza che il tavolo tecnico abbia mai prodotto ancora il primo dei documenti previsti”.

 

Una situazione che evidenzia, secondo il presidente dell’AIIP, “…un totale disinteresse calato sul rispetto degli obblighi regolamentari che quella stessa delibera ha imposto a Telecom Italia”. Ancor di più, aggiunge “Considerando che l’Autorità garante nelle Comunicazioni non riesce a far mantenere gli obblighi che essa stessa determina come rilevanti per l’apertura del mercato alla concorrenza”.

 

Si ricorda che nell’ultimo Rapporto dell’European Regulators Group (ERG), l’Italia figura al terzultimo posto (escludendo la Polonia, ove la liberalizzazione non è ancora stata attuata) nella classifica dei Paesi più concorrenziali nella banda larga in Europa.

 

Si tratta di un’occasione mancata, ha evidenziato Quintarelli, “in cui si sarebbe potuto provvedere a fissare con esattezza i limiti e gli oneri a carico di Telecom, cosa che avrebbe permesso di tracciare un’analisi complessiva e più approfondita dell’intero mercato”.

Ma tutto questo non c’è stato e, in totale disarmonia con quanto disposto dalla Gazzetta Ufficiale del 22 febbraio 2006, si sono prodotti i negativi effetti che ormai sono sotto i nostri occhi.

 

Per il presidente dell’AIIP, si è fatto “un evidente nocumento a chi sta compiendo ogni sforzo per ridurre in Italia il divario digitale che attanaglia numerose aree del nostro Paese. Ma non è da sottovalutare che mentre tutto questo accade, l’operatore che detiene più dei ¾ del mercato ha iniziato a proporre offerte al pubblico con l’autorizzazione di Agcom aveva stabilito solo tre mesi prima con delibera 34/06/CONS“.

 

In questo senso, l’AIIP ha presentato ricorso al TAR proprio contro la decisione dell’Agcom di autorizzare la nuova offerta a banda larga di Telecom Italia – Alice 20 Mega – vista l’assenza di  una corrispondente offerta all’ingrosso per gli operatori.

Al giudice amministrativo, l’AIIP ha chiesto la piena attuazione della Delibera 34/06/CONS – che la stessa Agcom aveva approvato a fine 2005 in occasione del provvedimento sul mercato della banda larga all’ingrosso (Mercato 12)

 

Quando la delibera in questione venne approvata, l’AIIP espresse il suo apprezzamento, nonostante alcune criticità che tuttora permangono e che sono oggetto di ricorsi nelle sedi appropriate, poiché l’impianto generale del provvedimento era improntato a uno spirito a favore della concorrenza e del mercato.

La decisione di autorizzare la contestata offerta Alice 20 Mega, però, appare assolutamente in contrasto con le normative in vigore, e in particolare con la delibera 34/06, e l’AIIP la ritiene quindi “lesiva degli interessi degli utenti in quanto non si consente agli altri operatori di formulare offerte personalizzate, con livelli di servizio e di prezzo diversi da quelli fissati e predeterminati da Telecom Italia”.

 

In sostanza, autorizzando l’offerta Alice 20 Mega, l’Agcom avalla la trasformazione degli operatori concorrenti all’ex monopolista in semplici rivenditori di un prodotto integralmente realizzato da Telecom Italia,  “degradando quindi di fatto il loro ruolo e la loro autonomia sul mercato“. 

Come conseguenza immediata di questa decisione, l’AIIP sostiene che si assisterà a una mancata diversificazione del prodotto che avrà ripercussioni negative sia sulla concorrenza tra  infrastrutture di rete alternative che sulla libertà di scelta del  consumatore che la normativa comunitaria ritiene essere elemento prioritario  dell’orientamento delle attività di regolamentazione.

 

Non manca certo la preoccupazione dell’AIIP anche per il nascente mercato dell’IPTV (Internet Protocol Television), che, in quanto legato a doppio filo al mercato broadband, rischia di essere controllato dall’incumbent prima ancora di vedere la luce. La Tv del futuro, che convergerà in massima parte sulla rete via cavo IP, è parte delle analisi complessive del mercato 18.

 

“Siamo convinti – ha rimarcato Quintarelli – che con il ricorso al Giudice Amministrativo presentato da AIIP il 12 Maggio scorso, che si discuterà il prossimo 8 giugno, alcuni di questi effetti potranno essere sanati. Ma in attesa che il TAR si pronunci, siamo costretti a sollecitare ancora una volta l’Autorità per porre rimedio a ogni comportamento anticoncorrenziale che possa pregiudicare il mercato dell’accesso e chiudere agli operatori la possibilità di essere veramente competitivi con i propri prodotti e non rivendendo i prodotti altrui”.

“E’ ferma intenzione di AIIP – ha  concluso il presidente – tutelare i propri associati contro questa degenerazione dell’applicazione delle regole e lo farà in ogni sede opportuna”.

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