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WiMax: presentata interrogazione parlamentare per accelerare la liberazione delle frequenze

Italia


Il WiMax, tecnologia broadband wireless tra le più promettenti, potrebbe consentire una maggiore concorrenza nel settore delle tlc italiane, nonché favorire il superamento del digital divide.

Bisogna però accelerare la liberazione delle frequenze, attualmente utilizzate dal ministero della Difesa, per permettere il lancio dei servizi commerciali su tutto il territorio nazionale.

 

È quello che chiedono in un’interrogazione parlamentare al ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni il deputato dei DS Franco Grillini e il senatore a vita Francesco Cossiga.

 

Considerato come il fratello maggiore del Wi-Fi, già integrato in molti Pc, il WiMax è una tecnologia senza fili ad alta velocità per le lunghe distanze che lavora sulla frequenza del 3.5 GHz, attualmente utilizzata anche dalla Difesa per applicazioni in ambito NATO.

 

Il WiMax, a differenza del Wi-Fi il cui segnale si estende fino a 100 metri dall’antenna, si spinge fino a 100 chilometri e può dunque consentire la copertura di ampie zone del territorio nazionale a prescindere dalle condizioni orografiche e della densità della popolazione.

Il sistema inoltre è molto più economico e pratico da implementare poiché non richiede il costoso processo di cablatura per far passare cavi e fibre ottiche e garantisce una copertura omogenea anche nelle aree geografiche più remote o svantaggiate dal punto di vista orografico.

 

Una diffusione capillare del WiMax aprirebbe inoltre la strada a tutta una serie di servizi innovativi come il VoIP, una tecnologia dirompente che permette di bypassare le linee telefoniche tradizionali, ottenendo un notevole risparmio sui costi delle telefonate.

 

“Un intervento di questo genere – spiega Franco Grillini- servirebbe a cancellare le distanze e le differenze tra i territori nel Paese, rendendo disponibile ovunque la banda larga a tutti. Tutto questo a costi ridottissimi”

 

Il Ministero delle Comunicazioni ha richiesto una progressiva liberazione delle frequenze e ha avviato un tavolo di lavoro con la Difesa per superare gli ostacoli tecnico-operativi, ma le trattative sono risultate più laboriose del previsto anche se le sperimentazioni – che si concluderanno il 30 giugno – stanno dando ottimi risultati.

 

Secondo Cossiga e Grillini, l’uso del WiMax non solo “consentirebbe di superare il problema dell’ultimo miglio, favorendo la concorrenza tra le società di telecomunicazione”, ma consentirebbe “di eliminare il ‘digital divide’, il divario esistente nell’accesso alle nuove tecnologie, tra città e piccoli comuni o zone di montagna, permettendo lo sviluppo del telelavoro e l’insediamento di nuove iniziative industriali anche in zone attualmente poco servite da infrastrutture e collegamenti”.

 

A differenza di quanto sta avvenendo in altri paesi europei (la Francia ha già autorizzato 44 licenze WiMax), in Italia sono in corso solo le sperimentazioni, mentre le licenze per un utilizzo a livello nazionale non sono state ancora assegnate proprio perché il ministero della Difesa sembra essere restio a sbloccare l’uso delle frequenze.

 

Tra i principali operatori attivi nelle sperimentazioni della tecnologia nel nostro Paese, Fastweb, Siemens e Rai Way stanno conducendo dei test in Val d’Aosta, Alcatel nel comune di Arezzo, Marconi in Piemonte e Sicilia, mentre Ericsson ha lanciato l’iniziativa Wimax Open Trial, per valutare caratteristiche e applicabilità delle soluzioni Wimax.

Soltanto Netscalibur Italia – attraverso lo standard 802.16e utilizzato da NextNet – ha invece sperimentato appieno l’aspetto della mobilità del WiMax all’interno dell’area di copertura tra un’antenna e l’altra.

 

Secondo il progetto di copertura sviluppato da Siemens per coprire l’intero territorio italiano servono investimenti dell’ordine di 200-300 milioni di euro e un numero di stazioni radio-base compreso tra 2.000 e 3.000. i tempi di realizzazione non dovrebbero essere superiori ai due anni.

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