Banda larga: per l’AIIP servono misure urgenti per garantire la concorrenza sul mercato

di Alessandra Talarico |

Italia


Internet

Non è proprio quello che si potrebbe definire un periodo tranquillo per Telecom Italia. L’ex monopolista delle tlc italiane è bersagliato da più fronti, tanto che il presidente Marco Tronchetti Provera parla di vera e propria aggressione e incita i dipendenti a guardare con fiducia al futuro.

 

Si parla, ovviamente di intercettazioni telefoniche, ma non solo: i service provider internet e le associazioni degli utenti sono infatti sul piede di guerra e invocano nuove rigide misure per tutelare le comunicazioni interpersonali, che sempre di più si servono degli strumenti digitali, e la concorrenza sul mercato, messa a dura prova dalle pratiche commerciali dell’ex monopolista.

 

Per AIIP e ADD servono interventi seri e urgenti: tanto per iniziare, la separazione tra la rete telefonica e i servizi offerti per evitare “futuri clamorosi conflitti di interesse” e per dimostrare che c’è la reale volontà – da parte di aziende e autorità – di tutelare la concorrenza e il diritto degli utenti di poter scegliere, in un mercato liberalizzato forse più nelle parole che nei fatti.

 

Lo scenario che si è delineato nelle ultime settimane – con Telecom accusata di aver intercettato e collezionato informazioni al fine di schedare “politici, uomini di finanza, banchieri…arbitri e manager di calcio” e di aver utilizzato pratiche commerciali sleali per recuperare vecchi clienti passati alla concorrenza – è “a dir poco inquietante”, ha sottolineato Stefano Quintarelli, presidente dell’AIIP.

 

Se, come ha stabilito la Corte d’Appello di Milano, Telecom avesse utilizzato in modo indebito i dati di ex clienti per strapparli alla concorrenza, ha aggiunto Quintarelli, “ci troveremmo di fronte ad un fatto gravissimo che dovrebbe portare a riconsiderare i presupposti stessi sui quali si è svolto il processo di liberalizzazione delle TLC in Italia”.

 

A rischio, non solo la privacy dei privati cittadini, ma anche le comunicazioni della Pubblica Amministrazione e delle imprese, in uno spaccato che rischia di far trasecolare chi ancora pensava che il Grande Fratello orwelliano fosse solo un libro di fantascienza.

 

“Un dato su tutti deve indurci a riflettere”, ha aggiunto Quintarelli, “secondo quanto si evince dall’ultimo rapporto dei regolatori europei (ERG) siamo terz’ultimi per concorrenza nell’Europa a venticinque dove il mercato è liberalizzato. Oggi riscontriamo in Italia un monopolio sull’accesso che si alimenta ancor di più con le nuove offerte a 20Mbps, e danno per effetto una chiusura totale della rete per il fatto che alcuni servizi possono essere erogati esclusivamente dal solito operatore che guarda caso gestisce più dei 3/4 del mercato”.

 

Lo scorporo della rete di Telecom Italia e la creazione di due società distinte, ricorda poi ADD, è una soluzione già evocata in passato “dall’ex presidente dell’Antitrust europea Mario Monti, da Giuseppe Tesauro ex presidente dell’antitrust italiana, da illustri economisti, dalla corte dei conti e addirittura nel 2001 da Gasparri, ma stranamente mai posto in essere”, e non sarebbe certo una novità in Europa: anche l’ex monopolista britannico BT Group ha infatti separato la divisione che si occupa dei servizi al dettaglio dalla rete e dalla vendita all’ingrosso, consentendo a quest’ultima di vendere i servizi su base ugualitaria a tutti i competitor.

 

Altro provvedimento fondamentale consiste nel far tornare ultimo miglio e centrali telefoniche di proprietà statale, consentendo a Telecom di mantenere il controllo della rete di trasporto, di tutti gli apparati montati in centrale e delle reti di nuova generazione.

 

“Tutti gli operatori, alle stesse condizioni, riscatterebbero all’ingrosso il canone telefonico dallo stato, che dovrà fissarne l’entità calcolandolo con il metodo cost plus cioè basandosi sui costi effettivi sostenuti per fornire il servizio di accesso”, sostiene ADD, sottolineando come un tale intervento premierebbe gli operatori che hanno costruito una rete d’accesso proprietaria e spingerebbe tutti a investire maggiormente.

 

Last but not least, gli utenti potrebbero così avvantaggiarsi dell’aumento della concorrenza con tariffe più basse e servizi di migliore qualità.

 

Ricordiamo, infine, che AIIP e ADD hanno presentato ricorso al TAR contro la decisione dell’Agcom di autorizzare la commercializzazione del servizio Alice 20 Mega di Telecom Italia vista l’assenza di  una corrispondente offerta all’ingrosso per gli operatori, come invece prevedono le norme vigenti.

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