Tv e bambini: è la solita storia. Dopo gli Usa, anche in Italia la Tv babysitter?

di Raffaella Natale |

Italia


Tv e minori

Ad alcuni giorni di distanza dal polverone scatenato dal lancio della BabyFirstTv negli Stati Uniti, anche l’Italia si appresta a introdurre la Tv che corre in aiuto delle mamme troppo occupate, intrattenendo i bambini.

Una sorta di Tv babysitter attiva 24 ore su 24, che dovrebbe fornire programmi interattivi privi di interruzioni pubblicitarie e interamente dedicati a bambini da 0 a 2 anni. Stando ai suoi promotori, insomma, si tratterebbe di un mezzo studiato apposta per i piccoli telespettatori.

Negli Usa, il servizio, che costa meno di 10 dollari al mese, consente di far risparmiare una notevole somma rispetto ai costi di una babysitter vera che prende circa 5-6 dollari l’ora. Ma ne vale davvero la pena?

 

La Tv babysitter dovrebbe arrivare in Italia per giugno, ma probabilmente il lancio slitterà visto che finora non è stato raggiunto l’accordo con i principali canali satellitari.

Intanto associazioni ed esperti del settore minacciano una dura battaglia in difesa dei piccini lasciati davanti a ninnananne elettroniche, favole, canzoni e cartoni animati.

 

Qualcuno ha detto che il male di questo secolo non sarà più la depressione, ma la solitudine, simili trovate rischiano di rendere sempre più credibile questa ipotesi fondata. Bambini sempre più soli, mamme sempre più impegnate (e i papà in tutto questo, che fine hanno fatto?)…il quadro non è dei migliori. 

 

“Sono già molti i cosiddetti bimbi ‘orfani di genitori viventi’ e sicuramente la proposta di un format simile aggraverebbe una situazione già di per sé critica”, ha dichiarato Antonio Lo Iacono, presidente della Società Italiana di Psicologia, spiegando il suo punto di vista sull’argomento.

Considero – ha spiegato Lo Iacono – la televisione uno strumento ipnotico, e l’effetto è doppio sui più piccolini”.

 

“Come presidente della Società Italiana di Psicologia – ha dichiarato – mi sento in dovere di lanciare un appello per mettere in guardia i genitori sui potenziali pericoli di un uso sconsiderato di questi mezzi”.

“Moltissimi studi – ha spiegato il presidente della Sip – tra i quali mi viene in mente quello dello psicanalista francese Rene Spitz, dimostrano i danni irreversibili subiti dalla personalità del bambino a seguito dell’insufficiente contatto con i genitori”.

 

Secondo lo psicologo, i bambini trascurati o iperstimolati, in quella fascia d’età delicatissima, possono, infatti, andare incontro a patologie quali l’autismo e difficoltà generiche di relazione con gli altri. “Inoltre sui neonati, ai quali questo tipo di Tv vorrebbe rivolgersi – ha precisato Lo Iacono – l’esposizione all’apparecchio televisivo potrebbe sortire un effetto dannosissimo dal punto di vista della costruzione della realtà”.

Lo psicologo ha sottolineato la pericolosità di mettere prematuramente un bambino dinnanzi a uno schermo televisivo, “…rischiando di interferire anche sui suoi sogni, privandolo di un sano senso dell’immaginazione”.

“Sognare il sogno, imposto dalla Tv – ha denunciato Lo Iacono – equivale a legarsi a filo doppio a immagini preordinate. E questo per me è instradare il bambino alla perdita di orizzonti”.

 

Sulla stesa linea Maria D’Alessio, docente di Psicologia dei Media all’Università “La Sapienza” di Roma e autrice del libro ‘Posso guardare la Tv?’, uno studio dettagliato sugli effetti del mezzo televisivo sulla vita dei più piccoli. La psicologa, commentando l’ipotesi dell’arrivo in Italia della baby-Tv satellitare, fa notare che: “un bambino di pochi mesi andrebbe messo a trenta centimetri dallo schermo per poter essere messo in condizione di distinguere le figure. La sua vista – spiega la D’Alessio – non è completamente sviluppata a quell’età e, certo, appiccicandosi alla televisione non ha la possibilità di fare grandi passi in avanti”.

 

Senza mezzi termini la condanna di Telefono Azzurro. “I bambini sono particolarmente attratti dagli stimoli visivi e sonori della televisione e se da una parte la permanenza davanti allo schermo tranquillizza l’individuo che guarda, dall’altra produce un nocivo effetto sedativo”, ha sostenuto Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro Onlus e docente di Neuropsichiatria Infantile all’Università di Modena e Reggio Emilia.

 

Nonostante l’attenzione sia completamente calamitata dai contenuti proposti – ha spiegato il presidente di Telefono Azzurro – questo non determinerà mai un vero e proprio apprendimento, poiché non sarà in grado di stimolare le competenze interattive del soggetto, bensì solamente l’immagazzinamento passivo”.

“La televisione induce quindi – ha denunciato Caffo – a processi di crescita non armonici e può arrivare persino a danneggiare il ruolo degli adulti nel ruolo educativo”.

 

Anche negli Stati uniti le proteste di educatori e psicologi contro questa Tv sono state molto forti. I promotori si difendono: “I bimbi – dicono – stanno comunque di fronte alla Tv. Almeno la nostra programmazione è sicura nei contenuti, educativa e senza spot pubblicitari”.

In effetti, stando a uno studio della Kaiser Family Foundation, il 68% dei bambini americani sotto i due anni vede già adesso programmi televisivi e videocassette. Questo vuole dire che purtroppo c’è mercato per iniziative di questo genere. Ma perché i bambini sono lasciati così spesso da soli?

Gli esponenti della Commissione dell’Accademia dei Pediatri americani, infatti, denunciano: “La televisione verrà utilizzata solo per parcheggiare i bebè davanti al piccolo schermo quasi fosse un surrogato della babysitter”.

 

Secondo i pediatri americani questa è un’abitudine assolutamente sbagliata che i genitori hanno assunto: a volte per rifiatare è più comodo mettere i bambini di fronte al televisore pensando che, scegliendo opportuni programmi, essi possano essere stimolati dalle immagini e dai suoni.

 

Michael Rich, direttore del Center on Media and Child Health al Children’s Hospital di Boston, ha evidenziato: “Il cervello di bambini così piccoli non è ancora in grado di decodificare le immagini che vengono trasmesse in video. Ciò di cui hanno più bisogno per lo sviluppo del proprio cervello è l’interazione con altri esseri umani e il rapporto fisico, tattile con l’ambiente che li circonda“.

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