Il Festival di Cannes senza peli sulla lingua. I giornalisti si sfogano sui blog

di Raffaella Natale |

Francia


Cannes pair et impair

Presente al Festival di Cannes già nel 2004, grazie ad alcun inviati della BBC, il blog anche quest’anno la fa da padrone e seduce sempre di più i giornalisti sulla Croisette, catturati da questo spazio privo di quei limiti e quelle costrizioni imposti dai direttori dei giornali.

Il blog dà la possibilità di spaziare liberamente, con uno stile tutto personale, cosa che non è sempre possibile nella stampa.

E via libera alla fantasia allora: gossip, particolari, indiscrezioni, adesso trovano spazio sulle pagine dei blog, dove gli appassionati potranno saziarsi a piene mani.

 

Cédric Couvez, del quotidiano 20 Minutes, non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione e gli approfondimenti della sua rubrica quotidiana sono disponibili sul blog “Cannes you don’t sleep“.

“Il mio blog è un allungamento del giornale, ma senza divieti, né tabù, dove trionfa la soggettività e la flessibilità“, ha commentato Couvez, lanciandosi in una descrizione personale e molto pittoresca delle notti di Cannes.

 

Due inviati del quotidiano Le Monde, Thomas Sotinel e Jacques Mandelbaum, postano le loro impressioni sul blog comune, “Cannes, pair et impair“.

“Il blog ci offre tutto lo spazio che non abbiamo, ma ci consente anche di adottare un tono differente, non conforme alle regole della professione“, ha sottolineato Thomas Sotinel.

Ricordando un’intervista all’ex vicepresidente americano Al Gore, il giornalista di Le Monde ha confidato nel proprio blog “il piacere intenso di fare le domande a qualcuno che ha qualcosa da dire e che prova piacere a costruire delle risposte convincenti”. “Beh, è vero, forse poteva anche fingere…” ironizza Thomas Sotinel.

 

Il blog di un giornalista è anche occasione per leggere le sue impressioni, anche prima che il suo articolo venga pubblicato: Darren Waters, reporter della BBC, ha raccontato ieri in esclusiva d’aver ricevuto un’occhiata assassina da parte di Kirsten Dunst quando ha chiesto a Sofia Coppola un parere sulle critiche dei giornalisti al film “Marie Antoinette“.

Polemiche, però, non condivise da tutti. Liberandosi dalle costrizioni del tempo, della carta, del titolo, Dave Calhoun, della rivista britannica Time Out, mercoledì scorso ha stroncato il film “Marie Antoinette“, attirandosi immediatamente le reazioni degli internauti.

 

I blogger sono ormai tanti, i giornalisti di Libération, Antoine de Baecque e Michèle Halberstadt hanno dato vita a un blog scritto a quattro mani.

 

Sul proprio blog, Aurélien Ferenczi di Télérama,  vuota il sacco: “Cannes è una scuola di frustrazione, sia per quelli che non ci sono che per quelli presenti (…) E’ una macchina infernale: troppi film da vedere, troppa gente da conoscere, troppe notizie da digerire. E quando il tempo ti sfugge dalle mani, e fai un errore per stanchezza, o sfortuna, ecco che sale il panico…”.

 

Versione moderna del caro e vecchio diario, ma questa volta pubblico invece che assicurato agli occhi indiscreti da un lucchetto, il blog è ideale per proclamare tutto ciò che si pensa e non si osa dire.

Ebbene sì, per il prossimo anno, la rivista ufficiale del Festival dovrebbe proprio allargarsi ai blog, almeno quelli dei giornalisti più influenti.

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