Comunicazioni unificate e VoIP: IT e telcos imboccano la strada dell’integrazione

di Alessandra Talarico |

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Comunicazioni unificate

L’era delle comunicazioni unificate, in cui una forza lavoro sempre più mobile potrà operare in modo più produttivo usando la combinazione di voce, dati e video da qualsiasi postazione, si avvicina ma la strada è puntellata ancora da diversi ostacoli.

La buona notizia è che le aziende hanno iniziato a percorrere questa strada, anche se in un certo senso lo fanno ancora inconsapevolmente.

 

Se infatti, lo scopo ultimo delle comunicazioni unificate è quello di creare tutta una serie di nuove funzionalità, allo stato attuale l’obiettivo principale è quello di fornire un’esperienza di comunicazione automatica attraverso la coesione di applicazioni esistenti. Telefonia IP, videoconferenza, sistemi di messaging, in concerto con i Pc e con interfacce telefoniche di qualità molto migliore che in passato hanno la potenzialità per dimostrare ancora una volta che il risultato è maggiore della somma delle sue parti.

 

Gli utenti possono avviare una telefonata cliccando su un link in una email. Le sessioni di instant messaging diventano automaticamente telefonate che a loro volta diventano sessioni video. Le conferenze vocali sono arricchite da strumenti video che permettono di creare una piattaforma più completa per interazioni di gruppo.

Tutte queste applicazioni di nuova generazione sono dietro l’angolo, ma la trasformazione non avverrà in maniera automatica e immediata.

 

Si cerca, dunque, un nuovo framework in grado di meglio servire le imprese negli anni a venire e l’espressione ‘unified communications’ è sicuramente quella che più spesso si associa alla definizione del nuovo paradigma delle comunicazioni.

L’unificazione delle comunicazioni implica infatti una fusione ancora più profonda tra il telefono, il Pc, le comunicazioni mobili e, certo, non tutto può essere lasciato all’arbitrio degli utenti o delle politiche aziendali. Anche i fornitori di tecnologie devono fare i conti con questa situazione.

 

Se molte applicazioni sono legate a utenti individuali, molte altre dipendono infatti dall’adozione da parte di comunità interattive eterogenee.

L’introduzione di ogni nuova funzionalità, quindi, deve essere accuratamente pianificata per assicurarne il successo e, solo alla fine, i veri arbitri saranno gli utenti finali, che potranno distinguere cosa è utile davvero da quello che semplicemente sembra tale sulla carta.

 

Un simile scenario, infatti, non può non avere ripercussioni sulla tradizionale separazione di poteri tra l’industria delle telecomunicazioni e quella informatica. Il ponte tra le due sfere di influenza potrà essere rappresentato in parte dai fornitori di tecnologie, ma avrà anche bisogno dell’impegno ricettivo delle aziende e di un più alto livello di collaborazione tra le parti in causa.

 

Più che limitarsi a usare le stesse reti, telecom e IT dovranno dimostrare la volontà di condividere l’accesso ad applicazioni e database. I sistemi di voice mail devono essere integrati con server e client. I server IM devono comunicare con applicazioni IP PBX e conferencing. Standard come il Session Initiation Protocol (SIP) e il SIP for IM and Presence Leveraging Extensions (Simple) diventeranno estremamente importanti.

 

Le architetture dovranno essere il più possibile flessibili in modo da ottenere diverse versioni dello stesso prodotto basic.

Tutte le applicazioni dovranno condividere risorse comuni e i fornitori di tecnologie che agiranno in modo da facilitare questa integrazione avranno la possibilità di emergere come i futuri fornitori privilegiati di sistemi di comunicazione aziendale unificati.

 

Certo, è ancora difficile capire in che modo riuscirà l’industria a ottenere risultati concreti senza creare ulteriore confusione negli utenti, ma probabilmente, come è successo altre volte, il risultato di tutti questi sforzi arriverà quando nessuno se l’aspetta e sorprenderà tutti.