Intercettazioni: partono le cause collettive. Gli operatori negano ogni coinvolgimento

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


Telefonia mobile

Anche Verizon Communications, dopo BellSouth, ha negato di aver fornito alla National Security Agency i tabulati delle chiamate locali e mobili aziendali, ma non ha chiarito se MCI – società telefonica long-distance acquistata a gennaio – abbia fatto la stessa cosa.

 

Le dichiarazioni di Verizon seguono una nota di BellSouth nella quale anche quest’ultima ha negato ogni coinvolgimento con l’operazione antiterrorismo della NSA, dopo che il quotidiano USA Today ha chiamato in causa le due società insieme ad AT&T.

 

Il report di USA Today, secondo cui la NSA (National Security Agency) ha creato una banca dati contenente informazioni su miliardi di telefonate effettuate dagli americani nel corso degli ultimi 5 anni, ha giustamente scatenato un polverone, tanto che per placare le polemiche è dovuto intervenire lo stesso presidente George Bush, che ha difeso l’operato dell’agenzia, sostenendo che non c’è stata alcuna violazione e che il governo non scava né interferisce con la vita di persone innocenti, ma cerca solo di stanare potenziali terroristi.

 

Il quotidiano ha difeso il report e ha fatto sapere di aver avviato un’indagine, ma intanto anche BellSouth e AT&T sono state citate in una causa collettiva da 200 miliardi di dollari nella quale sono accusate – insieme a Verizon – di avere violato la privacy degli utenti mettendo le registrazioni delle loro chiamate a disposizione della NSA.

 

Secondo gli analisti, è possibile che il governo, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, abbia monitorato solo le chiamate long-distance e se così fosse, potrebbe aver coinvolto le maggiori compagnie telefoniche del Paese: AT&T – acquisita da SBC – MCI, Sprint (che da allora si è fusa con Nextel per formare Sprint Nextel) e Qwest, che ha subito negato il suo coinvolgimento nella vicenda.

 

Verizon – che gestisce servizi di telefonia fissa, mobile e directory – non ha confermato né smentito un rapporto con la NSA ma ha sottolineato che l’affermazione che Verizon è stata contattata dalla NSA e ha acconsentito a fornire i dati delle chiamate degli utenti è “una evidente falsità”.

 

“Contrariamente a quanto riportato dai media, a Verizon non è stato chiesto di fornire – né Verizon ha fornito – alcun tabulato di nessuna delle attività che il gruppo gestisce, né alcuna registrazione delle telefonate”.

 

La società ha anche negato che le informazioni sulle telefonate siano in qualche modo monitorate: “Le compagnie telefoniche non registrano neanche le chiamate locali perché la maggior parte degli utenti non le paga”, grazie alle offerte flat.

 

Dello stesso tenore le dichiarazioni di BellSouth, che ha avviato subito un’indagine interna per chiarire la faccenda.

In base a quest’indagine, “confermiamo che non esiste alcun contratto di collaborazione tra BellSouth e la NSA e che non abbiamo fornito nessun record all’agenzia”.

 

La Casa Bianca , da canto suo, non ha confermato né smentito l’esistenza di un programma di controllo di massa degli utenti telefonici a scopo antiterroristico e ieri il presidente Bush, rispondendo a un giornalista che chiedeva perché gli americani non dovrebbero denunciare un palese atto di violazione della privacy, ha risposto che “i cittadini americani si aspettano che il loro governo li protegga con le leggi che ha a disposizione ed è quello che continueremo a fare”.

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