Servizi di emergenza: quando è la macchina a chiamare i soccorsi. La Ue spinge sull’adozione dei sistemi eCall

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I tempi di intervento a seguito degli incidenti stradali potrebbero essere dimezzati, mentre i decessi da essi causati potrebbero ridursi dal 5 al 10% se il Parlamento approvasse l’installazione del sistema eCall sulle vetture. Questo dispositivo, via satellite, indicherà al servizio d’emergenza più vicino il luogo esatto dell’incidente e dovrebbe entrare in funzione in tutta l’UE a vantaggio di 100 milioni di persone che ogni anno si spostano in macchina all’estero.

 

Il programma eCall – che si iscrive nel quadro dell’iniziativa eSafety – consiste nell’attivazione di un servizio paneuropeo armonizzato di chiamata d’emergenza a bordo dei veicoli. In caso di incidente, il dispositivo eCall a bordo dell’automobile esegue una chiamata di emergenza trasmettendo i dati direttamente al servizio di soccorso più vicino.

Il sistema può essere attivato manualmente ma, in caso di incidente grave, la chiamata è inoltrata automaticamente e ha la capacità di fornire informazioni accurate circa l’ubicazione del luogo dell’incidente: il più vicino centro di raccolta delle chiamate di emergenza (Public Safety Answering Point, PSAP) è avvisato immediatamente e conosce esattamente la destinazione dei servizi di soccorso.

 

Il sistema eCall sarà basato sul numero unico europeo di emergenza 112, armonizzato recentemente nell’intera UE. Al fine di migliorare l’ubicazione delle chiamate di emergenza, il 112 è integrato dall’E112 che dovrebbe consentire una localizzazione immediata della chiamata.

 

Adottando la relazione d’iniziativa di Gary Titley (PSE, UK), il Parlamento rileva anzitutto come, nel 2004, ben 43.000 persone abbiano perso la vita in incidenti stradali nell’UE a 25. Inoltre, nota che il servizio di chiamata paneuropea di emergenza a bordo dei veicoli, eCall, potrebbe salvare fino a 2.500 vite ogni anno e comportare una riduzione della gravità delle ferite anche del 15%. Il sistema, infatti, potrebbe consentire di ridurre i tempi di reazione agli incidenti del 40% circa nelle aree urbane e del 50% circa nelle zone rurali.

 

I deputati, poi, si compiacciono del fatto che Grecia, Italia, Lituania e Slovenia abbiano firmato il protocollo d’intesa (PI) su eCall, aggiungendosi ai precedenti firmatari (Finlandia, Svezia e, recentemente, Cipro). Sentendosi poi incoraggiati dall’impegno di altri Stati membri che hanno già avviato la procedura per la firma del PI (Repubblica ceca, Danimarca, Paesi Bassi e Germania), invitano quelli che non l’hanno ancora fatto «a dare prova di volontà politica in tal senso». In proposito, la relazione sottolinea che, se si vuole la piena introduzione di eCall nel 2009, è importante che tutti gli Stati membri firmino il PI quanto prima possibile. Il PI mira, infatti, a garantire il funzionamento di eCall nell’UE e vincola gli operatori ad attuare il servizio congiuntamente sulla base dell’architettura e delle specifiche d’interfaccia comuni approvate. E’ già stato firmato dalla Commissione europea, da ACEA per conto dell’industria automobilistica e dal partenariato multisettoriale ERTICO per conto dei suoi membri.

Per i deputati, la completa introduzione di eCall dovrebbe essere sincronizzata con la fase pienamente operativa del sistema di posizionamento satellitare Galileo, che avrà inizio nel 2010. Ma sottolineano che, per compiere reali progressi, il PI dovrebbe essere convertito il più rapidamente possibile in una lettera d’intenti firmata da tutti i soggetti interessati. Le autorità degli Stati membri sono quindi sollecitate a conglobare le informazioni sul sistema eCall nei contenuti delle rispettive campagne pubbliche di sicurezza stradale.

 

La relazione, d’altra parte, ricorda che la maggioranza degli Stati membri «ha tardato ad incoraggiare l’uso del 112 come numero unico europeo d’emergenza» e invita pertanto la Commissione a procedere ad una valutazione dell’attuazione, da parte degli Stati membri, della direttiva relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti, in relazione alla risposta e trattamento adeguati delle chiamate al numero di emergenza unico europeo, comprese le informazioni sull’ubicazione del chiamante.

 

Il numero di emergenza 112 è disponibile in tutti gli Stati membri. Tuttavia, il sistema di risposta e di gestione delle chiamate (PSAP) è operativo in soli 15 Stati membri, mentre negli altri 10 sono presenti carenze in ambito linguistico e/o organizzativo. Inoltre, sono 10 gli Stati membri che hanno completato il processo di ubicazione del chiamante (E112) e che hanno attivato in modo adeguato l’informazione e la promozione del 112.  L’Italia ha firmato il protocollo d’intesa eCall, sta potenziando i servizi di soccorso ed è candidata per la sperimentazione.

 

Gli Stati membri sono quindi sollecitati a completare quanto prima l’attuazione dell’E112, a promuovere l’uso sia del 112 che dell’E112, e ad assumere iniziative per rendere disponibili presso i centri di raccolta delle chiamate d’emergenza (Public Safety Answering Points) le infrastrutture appropriate (formazione linguistica, disponibilità, identificazione dell’ubicazione e gestione delle chiamate) in modo da conformarsi alla normativa sul numero E112, «il che consentirà poi l’aggiornamento graduale per la gestione delle chiamate eCall».

 

Prendendo atto del divario tra le stime della Commissione e quelle dell’industria sul costo del sistema eCall montato a bordo dei veicoli, la relazione sollecita un’analisi più approfondita dell’efficienza in termini di costi per ogni azione da intraprendere ai fini della realizzazione di eCall. Occorre poi studiare la possibilità di un’introduzione graduale e su larga scala del dispositivo attraverso la combinazione di sistemi montati sui veicoli e sistemi alternativi quali l’uso del telefono mobile del guidatore e della tecnologia Bluetooth, «prestando nel contempo un’attenzione particolare al diritto alla privacy di conducenti e passeggeri».

 

Tutti i soggetti interessati sono inoltre invitati a collaborare alla definizione di incentivi volti ad accelerare l’introduzione del sistema eCall. I deputati, infatti, ritengono che l’elevato costo potenziale di eCall potrebbe escludere gli acquirenti di auto nuove (specialmente nel segmento più economico del mercato) che non sempre sono disposti o sono in grado di pagare l’intero costo del dispositivo. In particolare temono che il costo di eCall possa essere proibitivo per coloro che ne hanno maggiormente bisogno, ad esempio le persone che vivono in zone rurali o isolate. Infine, accogliendo un emendamento avanzato dal PSE, il Parlamento ritiene che, a termine, il dispositivo eCall dovrà applicarsi a tutti i veicoli, «compresi gli automezzi pesanti».(a.t.)

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