VoIP: Vonage verso una capitalizzazione di 2,6 mld di dollari. Skype intanto tocca quota 100 mln di utenti

di Alessandra Talarico |

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La telefonia su internet è da più parti indicata come la vera rivoluzione del panorama telefonico degli ultimi anni: una tecnologia dirompente che fa tremare gli operatori tradizionali e fa impazzire i consumatori, grazie ai notevoli risparmi garantiti sul costo delle chiamate.

D’altro canto, però, le incognite sul business del VoIP sono molte e pesa sul settore l’incertezza normativa che potrebbe, a lungo andare, favorire le più solide compagnie via cavo in grado di garantire le offerte triple play (internet, Tv, telefonia).

 

Nonostante ciò, nei giorni scorsi, Skype e Vonage, due delle più celebri VoIP company mondiali sono tornate agli onori delle cronache per un ‘raddoppio’: la prima nel numero di utenti, la seconda nel valore della prossima IPO.

 

E così, mentre Skype – pioniere della telefonia su internet – ha annunciato di aver raggiunto la soglia dei 100 milioni di utenti registrati, Vonage ha comunicato alla SEC di voler raccogliere dalla prossima collocazione in Borsa circa 530 milioni di dollari, più del doppio dei 250 milioni fissati in precedenza.

 

Vendendo le proprie azioni a un prezzo stimato di 16-18 dollari, la società del New Jersey potrebbe dunque arrivare a raggiungere una capitalizzazione di circa 2,6 miliardi di dollari.

 

Un segno, dicono gli osservatori, che gli investitori accoglieranno di buon grado le azioni della compagnia, nonostante lo scetticismo degli analisti nei confronti del suo modello di business.

Vonage è un VASP (Voice Application Service Provider): consente cioè di effettuare chiamate VoIP utilizzando il proprio telefono domestico, verso qualsiasi altra utenza telefonica, purché sia opportunamente adattato, ossia dotato di un accesso a larga banda (es. ADSL) e di un apparecchio proprietario per la conversione della voce in pacchetti IP.

Vonage dunque non  controlla alcuna parte della rete su cui opera e, nonostante il vantaggio di non dover necessariamente utilizzare un PC per effettuare le chiamate, la società è soggetta agli accordi di interconnessione siglati con le compagnie telefoniche.

 

E proprio questi accordi, cosiddetti “inter-carrier compensation”, sono al centro di un’aspra battaglia negli Usa, che potrebbe sfociare in un notevole aumento dei costi per i gruppi come Vonage.

 

La notizia del ‘raddoppio’ dell’IPO di Vonage (che nel 2005 ha registrato profitti per 269 milioni e perdite per 261 milioni) dà comunque il polso del successo del VoIP, un mercato in piena espansione in cui si sono lanciate sia le maggiori web company – da Microsoft a Yahoo!, da Google ad AOL e eBay – che alcuni operatori incumbent, i quali stanno tentando di rispondere all’avanzata della telefonia su Internet trasformando le loro reti in reti IP, offrendo nuovi servizi come l’accesso a banda larga, il download di video e pacchetti a tariffa flat, oltre che proprie offerte VoIP.

 

Gli operatori, infatti, devono darsi da fare per non vedere i propri profitti dissiparsi: si tratta, in sostanza, di scegliere tra soccombere o competere. 

Tornando all’altro ‘raddoppio’ eccellente, Skype in sei mesi è passata da  54 a 100 milioni di utenti.

 

La società, acquisita lo scorso anno da eBay per 2,6 miliardi di dollari, ha però adottato un modello di business diverso da Vonage: gli utenti non pagano un canone fisso – come per Vonage – e possono chiamarsi gratuitamente senza dover adeguare le proprie apparecchiature telefoniche.

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