Telecom Italia: per il triennio 2006-2008 focus sull’integrazione delle reti. Prevista crescita dei ricavi del 3-4%

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Marco Tronchetti Provera, Presidente di Telecom Italia, e Riccardo Ruggiero, Amministratore Delegato, hanno presentato alla comunità finanziaria le linee guida strategiche e gli obiettivi per il triennio 2006-2008.

 

Per il periodo preso in esame, il gruppo attende una crescita dei ricavi tra il 3% e il 4%; un EBITDA margin stabile, sul livello di quello registrato nel 2005 e un EBIT margin sostanzialmente stabile, sul livello di quello registrato nel 2005.

 

Gli investimenti industriali saranno compresi in un range, in linea con gli anni precedenti, tra i 4,8 e i 4,9 miliardi di euro investiti nel corso del 2005, mentre l’indebitamento finanziario netto a fine 2007 è confermato sostanzialmente in linea con quello di fine 2004 e pari a circa 33.5 miliardi di euro.

La politica dei dividendi sarà in linea con quella adottata per l’esercizio 2005.

 

Per quanto riguarda in particolare le diverse business unit, nel fisso si prevede una crescita dei ricavi fino all’1% e un EBITDA margin stabile, in linea con quello registrato nel 2005.

Gli investimenti industriali previsti per l’esercizio 2006 sono pari a 2,7 miliardi di euro.

A fronte di tali target si prevede che a fine 2008 vengano raggiunti oltre 8,7 milioni di accessi broadband di cui 2,8 milioni legati ad offerte “dual play” e 900 mila legati ad offerte “triple play”.

 

Per quanto riguarda invece solo il progetto Broadband europeo, i target per il triennio 2006-08 prevedono ricavi superiori a 1,5 miliardi di euro a fine 2008, mentre a fine 2006 sono previsti pari a 900 milioni di euro; EBITDA margin superiore al 20% nel 2008, mentre per il 2006 tale margine si stima superiore al 10% e  Cash flow operativo positivo alla fine del 2008.

Per il raggiungimento di tali target si punterà principalmente all’incremento del portafoglio clienti a 3,9 milioni di accessi internet entro il 2008 di cui 3,7 milioni broadband, mentre per il 2006 sono previsti 2,6 milioni di accessi di cui 2,3 broadband.

 

Per quanto riguarda il Mobile, in Italia i target per il 2006 prevedono una crescita dei ricavi tra il 2% e il 3% e un EBITDA margin stabile sul livello 2005;

 

Gli investimenti industriali per l’esercizio 2006 sono pari a 1,3 miliardi di euro.

 

Per ottenere tali target si prevede che a fine 2008 vengano raggiunte, sempre in Italia, una market share superiore al 40% e la leadership di mercato per quanto riguarda le linee UMTS/Mobile BB. Dovranno inoltre essere sottoscritti circa 1 milione di abbonamenti DVB-H e raggiunta un’incidenza dei ricavi da VAS sui ricavi da servizi pari ad oltre il 25%.

 

Infine, per quanto riguarda la gamma dei servizi a valore aggiunto accessibili indistintamente sia da terminali fissi che mobili (offerte convergenti), si prevede che queste, a fine 2008, rappresentino circa il 5/10% dei ricavi retail. Inoltre, sempre alla stessa data il portafoglio dei clienti che utilizzeranno il “Super telefono” fisso-mobile basato su tecnologia UMA supererà il milione di linee.

 

Per quanto riguarda invece il mercato della telefonia mobile in Brasile, i target per il triennio 2006-08 prevedono una crescita dei ricavi di oltre il 10% rispetto ad una crescita registrata nel corso del 2005 pari al 34,2%, mentre per il 2006 l’obiettivo è di una crescita di oltre il 20%, un EBITDA margin superiore al 30% nel 2008 (nel 2005 era pari al 16,1%), mentre per il 2006 l’obiettivo è di un margine superiore al 20% e un cash flow operativo superiore al 15% dei ricavi a fine del 2008, mentre è previsto il raggiungimento del break even a fine 2006.

 

A fine 2008 sono previste oltre 27 milioni di linee mentre, per l’esercizio 2006, l’obiettivo è a quota 24 milioni.

 

Il gruppo ha quindi evidenziato i fenomeni che hanno condizionato il business delle tlc nel corso del 2005, tra i quali il rallentamento della crescita a livello macroeconomico; il taglio del prezzo della terminazione mobile che ha registrato una diminuzione di circa il 24%, contro il 17% dei principali operatori degli altri Paesi europei; l’accelerazione della migrazione del traffico da telefonia fissa a mobile; l’aumento della pressione competitiva che ha determinato un’ulteriore riduzione dei prezzi a vantaggio dei clienti finali, come confermano anche i dati secondo cui l’Italia è il secondo Paese europeo per numero di linee in unbundling (1,117 milioni di linee a fine dicembre 2005; +60% rispetto allo scorso anno).

 

A fronte di tale scenario il Gruppo Telecom Italia è intervenuto tempestivamente e con azioni mirate nei vari settori di business.

 

Nel fisso ha mantenuto la quota di mercato interno relativa al traffico (circa il 72% nel 2005), ha accelerato la crescita dei servizi a banda larga e dei servizi innovativi basati su piattaforma IP (VoIP), sia in Italia che in Europa (+6% i ricavi da Data Business in Italia).

Nel mobile ha recuperato quote di mercato in termini di linee (+0,6 pp negli ultimi 6 mesi del 2005) e ha proseguito nella crescita puntando sullo sviluppo di nuovi servizi a valore aggiunto (+15,4%).

Per quanto riguarda infine i media, il gruppo ha sottolineato l’incremento  dell’audience share (+14%) di La7 e i ricavi derivanti dalla raccolta pubblicitaria lorda (+21%). Nel corso dell’anno ha inoltre fortemente investito nel progetto del Digitale Terrestre (34 milioni di euro), determinante nella strategia industriale del Gruppo Telecom Italia.

 

Nonostante la fase di stagnazione economica, ha spiegato il gruppo, nel 2005 il mercato delle TLC in Italia si conferma come il più attraente a livello europeo, con una crescita del 5% rispetto al 3,5% medio dell’Europa occidentale. In particolare, la crescita del Mobile (+8,4% rispetto al 2004, +5,4% medio in Europa) e del BroadBand (+35,7% rispetto al 2004, +44,4% medio in Europa) più che compensano la lieve erosione della fonia fissa (-2% rispetto al 2004).

Anche questi dati confermano la valenza positiva dell’integrazione tra Telecom Italia e Tim sia dal punto di vista reddituale che strategico. L’integrazione ha permesso di presidiare meglio il mercato e di “catturare” una fetta più ampia del traffico in migrazione dalla rete fissa a quella mobile.

 

Le sinergie legate al nuovo modello “One Company”, consentiranno di generare risparmi sia a livello di costi che di investimenti. A livello di costi operativi, le sinergie, che a fine 2008 saranno pari a 1,1 miliardi di euro rispetto al 2005, verranno reinvestite per la quasi totalità, circa 900 milioni di euro, in attività legate al rafforzamento della posizione di mercato e al continuo sviluppo di competenze e skill professionali.

A livello di investimenti, le sinergie, che a fine 2008 saranno pari a 1,3 miliardi di euro rispetto al 2005, verranno reimpiegate quasi totalmente (900 milioni di euro) in progetti legati al miglioramento del customer care, allo sviluppo della banda larga, sia fissa che mobile, e all’implementazione di nuove tecnologie (DVBH, HSDPA, Wi-Bro, UMA, VoIP).

 

Il Gruppo Telecom Italia continua quindi ad investire nello sviluppo e nella sperimentazione delle nuove tecnologie che costituiscono la base imprescindibile su cui costruire e implementare servizi a valore aggiunto capaci di sostenere la crescita dei ricavi e la profittabilità.

Per quanto riguarda il personale, proseguirà il processo di ottimizzazione che determinerà un ulteriore aumento della produttività e lo sviluppo delle competenze anche attraverso investimenti destinati alla formazione ed allo sviluppo di nuovi skill.

Proseguirà poi il processo di integrazione delle reti puntando a realizzare un’infrastruttura unica di trasporto basata completamente su protocollo IP e in grado di supportare servizi innovativi in banda larga sia per il fisso che per il mobile.

Tale infrastruttura rappresenta la base per lo sviluppo di una piattaforma comune attraverso la quale offrire gli stessi prodotti e servizi su qualunque terminale (PC, TV, Telefonino, ecc), mediante diverse tecnologie (ADSL, HSDPA, DVB-H, UMA ecc) e consentendo al cliente di decidere dove, come, e quando accedere a tali servizi.

 

Per beneficiare maggiormente dell’integrazione, il Gruppo ha deciso durante il 2005 di accelerare la spinta commerciale sul business del Mobile, investendo in attività legate al rafforzamento della posizione di mercato, ulteriori 370 milioni di euro rispetto a quanto previsto.

 

Anche la presenza di Tim in Brasile, dal punto di vista della redditività e della crescita del mercato, si è confermata una scelta strategica vincente. Il Brasile infatti risulta essere uno dei mercati più attraenti  tra i paesi emergenti per dimensione, propensione alla spesa in TLC , e per la costante  riduzione dei fattori di rischio paese. (a.t.)

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