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Deutsche Telekom e T-Mobile lanciano l’allarme: mercato europeo troppo competitivo

Europa


T-Mobile, divisione mobile del colosso tedesco Deutsche Telekom, potrebbe non raggiungere gli obiettivi prefissati a causa dell’intensa concorrenza sul mercato europeo delle telecomunicazioni.

“Se i prezzi per le telecomunicazioni mobili continueranno a scendere, T-Mobile potrebbe non raggiungere i suoi target”, si legge in un documento inviato dalla compagnia alla SEC (Securities and Exchange Commission), l’Autorità di Borsa Usa.

 

La serrata competizione sul mercato europeo, “destinata ad aumentare nel prossimo futuro”, è però solo uno dei fattori che hanno spinto il gruppo a lanciare il warning.

Il gruppo ha infatti sottolineato come la minaccia sia rappresentata anche dall’ingresso degli operatori low-cost e dal trend di consolidamento del mercato, citando come esempio l’acquisizione, lo scorso novembre, dell’operatore mobile britannico O2 da parte dell’incumbent spagnolo Telefonica per 26 miliardi di euro.

 

A ciò si aggiungono anche gli interventi regolatori volti a calmierare i costi di terminazione a livello nazionale e la recente presa di posizione della Commissione sulle tariffe del roaming internazionale che, a detta di T-Mobile e di molti altri operatori, potrebbe avere effetti imprevedibili sulle economie delle compagnie telefoniche sul lungo periodo.

 

“Alla luce della crescente saturazione dei mercati europei, la competizione non punta più alla conquista di nuovi clienti, ma alla fidelizzazione di quelli che già si hanno e al miglioramento della qualità e del valore dei servizi”, si legge ancora nel dossier presentato alla SEC.

“Di conseguenza, se non siamo in grado di offrire maggiore qualità e valore ai clienti, la nostra quota di mercato e i profitti potrebbero non crescere come avevamo anticipato nei nostri piani di crescita”.

 

T-Mobile aveva rilasciato a marzo dello scorso anno, un documento in cui venivano presentate le stime di crescita per i 10 anni successivi.

Secondo le previsioni, il profitto netto del gruppo avrebbe dovuto raddoppiare per raggiungere quota 11,5 miliardi nel 2014, contro i 4,6 miliardi del 2004, grazie alla crescita delle attività wireless e Internet a banda larga.

Durante questo periodo, il fatturato sarebbe dovuto crescere del 46% a 84,8 miliardi di euro, contro i 57,9 miliardi nel 2004.

 

Il warning si estende anche alle attività di T-Mobile negli Stati Uniti – dove il gruppo è presente con l’operatore wireless T-Mobile Usa – a causa, soprattutto, del consolidamento in atto Oltreoceano dove negli ultimi anni si sono attuate una serie di mega-fusioni che hanno totalmente ridisegnato la geografia del mercato: Cingular Wireless ha acquistato AT&T per 40 miliardi di dollari; Sprint ha inglobato Nextel per 38,4 miliardi di dollari, dando vita a Sprint Nextel; Verizon Communications ha messo le mani su MCI; SBC ha poi acquisito AT&T per 16 miliardi e quest’ultima ha quindi inglobato BellSouth per la cifra record di 67 miliardi di dollari.

“Tutti e tre i competitors nazionali di T-Mobile Usa – si legge ancora nel documento – sono decisamente più grandi della nostra divisione, con maggiore capacità di spettro e più del doppio dei clienti”.

 

T-Mobile è stata a lungo considerata un’importante driver di crescita per il gruppo tedesco e ha aiutato a bilanciare il declino dei profitti legati al business domestico della telefonia fissa, ma l’enorme dimensione dei concorrenti, oltre a garantire loro “significativi vantaggi strutturali e competitivi”, pone in essere “una difficile sfida sul lungo periodo in termini di competizione sulle tariffe, sui prodotti, sulla copertura e infine sul lancio di nuove tecnologie e servizi”, aggiunge la società, sottolineando come un’ulteriore rallentamento o declino delle operazioni negli Usa potrebbe avere “un impatto negativo sul raggiungimento dei target dell’intero gruppo”.

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