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Reti Complesse: nuovi strumenti per la gestione delle vulnerabilità. Se ne è discusso al Convegno Enea

Italia


Si è svolto in questi giorni ilConvegno Internazionale Enea sulla sicurezza di reti e sistemi critici,  che ha riunito a Roma i più importanti esperti mondiali del settore – scienziati, manager della gestione dell’emergenza, specialisti di infrastrutture – per discutere di vulnerabilità delle grandi reti tecnologiche e sistemi di protezione dai rischi, per favorire una maggiore coscienza su tali tematiche e fare il punto sulle strategie più efficaci.

Punto di partenza del dibattito, la consapevolezza che lo sviluppo tecnologico dei Paesi industrializzati non può trascendere da una efficace gestione e un attento controllo delle infrastrutture tecnologiche, comprese le reti di telecomunicazioni e di calcolatori, ormai interconnesse e per questo più vulnerabili. L’interdipendenza, infatti, rende le reti più vulnerabili e ha imposto il problema della ricerca di nuove tecniche per la sicurezza al centro dell’attenzione della comunità scientifica internazionale.

Per garantire la sicurezza delle reti interdipendenti occorrerebbe, secondo Sandro Bologna dell’Enea, ‘istituire, da parte delle istituzioni, un soggetto specifico deputato al controllo della sicurezza’.  Per garantire la sicurezza e comprendere quali azioni mettere in atto per evitare ripercussioni a catena sull’intera rete di un malfunzionamento localizzato, ‘è determinante sviluppare modelli di simulazione – ha aggiunto Salvatore Tucci, dell’Università Tor Vergata e responsabile dei sistemi informativi della presidenza del Consiglio – e per questo è prioritario il ruolo della ricerca, per la quale occorrono investimenti concreti’.

In questa direzione, l’Enea opera già da tempo, sul versante della prevenzione e della gestione, con numerose attività di R&S finanziate dalla Ue. Fra queste, assieme a Terna e Telecom Italia rientra anche il progetto IRRIIS (Integrated Risk Reduction of Information-based Infrastructure Systems), per lo sviluppo di strumenti d’analisi e simulazione delle interdipendenze tra reti di trasmissione elettrica e reti di telecomunicazioni, e per lo sviluppo di tecnologie software volte alla loro protezione da guasti o intrusioni intenzionali. 
Sicurezza delle reti, quindi, ma anche gestione dei sistemi complessi.

E proprio su queste tematiche, operando in ambito nazionale, è stato illustrato il progetto CRESCO (Centro Computazionale di RicErca sui Sistemi COmplessi), per la creazione di un Centro di Supercalcolo dedicato alle applicazioni nel dominio dei Sistemi Complessi, tra cui l’analisi delle vulnerabilità e delle interdipendenze delle reti.

Per quanto concerne lo scenario italiano, inoltre, oltre a discutere dei progetti in corso nel corso del Convegno è stata posta particolare attenzione, in linea con le direttive di Bruxelles, sulla crescente necessità di definire un maggiore coordinamento tra operatori e istituzioni competenti, per assicurare una più rapida gestione  delle crisi. 

Roberto Vacca, moderando la tavola rotonda sulla collaborazione internazionale per la protezione delle infrastrutture critiche, ha infatti evidenziato i rischi dovuti alla complessità dei grandi sistemi tecnologici e delle loro interdipendenze, mettendo in luce come sia necessario addestrare numeri sempre più grandi di esperti nella gestione di sistemi complessi e ottimizzare standard e procedure di comunicazione. 
Inoltre, Vacca ha sottolineato l’importanza di “rendere trasparente il funzionamento del software: la sicurezza delle reti e infrastrutture complesse richiede anche innovazione nella teoria delle vulnerabilità delle organizzazioni umane e nei rapporti uomo-macchina. Vitali a tal fine le collaborazioni internazionali integrate che ENEA ha iniziato e conduce.”

Nel corso del convegno non si è discusso solamente di sistemi e soluzioni per la sicurezza delle reti, ma anche di nuovi approcci e nuove applicazioni. Pensiamo al Grid di cui si è dibattuto approfonditamente nella presentazione del progetto europeo Cyclopes, guidato dalla Francia e nel quale l’Italia partecipa, fra gli altri, con la Protezione Civile e il CNR 

Fra i suoi obiettivi, ha evidenziato Bernardo de Bernardinis, direttore generale dell’ufficio pianificazione, valutazione, prevenzioni rischi della Protezione Civile sviluppare le tecnologie Grid per realizzare una rete fra Stato e Regioni e per potenziare i centri funzionali delle Regioni’.  
La rete Grid, infatti, consentirà la condivisione di risorse di calcolo e l’accesso alle banche dati di grosse dimensioni dislocate in diverse regioni italiane fra cui le Marche che, in collaborazione con l’università di Bologna, ha realizzato un modello per dimostrare quanto i collegamenti fra le infrastrutture informatiche siano importanti per la Protezione Civile nei casi di emergenze.

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