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VoIP: l’impatto sul business tlc e sulle abitudini dei consumatori. Dall’Ocse le linee guida per uno sviluppo basato sulla neutralità tecnologica

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Dopo aver espresso la propria perplessità sulle reali potenzialità del WiMax, troppo caro e poco sicuro, l’Ocse torna su un argomento al centro dell’interesse dei consumatori e dell’industria tlc: il VoIP.

 

Le applicazioni VoIP, ha spiegato l’organizzazione, hanno il potenziale per ridurre i prezzi delle comunicazioni vocali e migliorare la competizione sul mercato, abolendo le barriere d’ingresso, ma bisogna assicurare che il suo sviluppo sia regolato da policy adeguate.

 

Le maggiori web company – da Microsoft a Yahoo!, da Google ad AOL e eBay – sono già saltate sul treno del VoIP, aggiungendo il servizio nei propri hardware e software. In alcuni casi questi prodotti permettono agli utenti di fare e ricevere chiamate dal telefono fisso.

Microsoft ha inserito la capacità vocale in Msn Messenger dopo aver acquisito una compagnia VoIP di nome Telio e ha integrato la funzione voice chat nella console Xbox.

Anche Google e Yahoo hanno incluso capacità vocali nei loro sistemi di Instant Messaging, mentre AOL ha introdotto il servizio TotalTalk, che unifica voce, IM, email, enhanced voicemail, applicazioni di gestione delle chiamate e la possibilità di fare e ricevere chiamate usando un telefono tradizionale senza avere il Pc acceso.

La popolarità del VoIP è stata anche confermata dall’acquisizione di Skype da parte di eBay per 2,6 miliardi di dollari.

 

Da canto loro, alcuni operatori incumbent stanno tentando di rispondere all’avanzata della telefonia su Internet trasformando le loro reti in reti IP, offrendo nuovi servizi come l’accesso a banda larga, il download di video e pacchetti a tariffa flat, oltre che proprie offerte VoIP.

 

Ma non dovunque è così: vi sono infatti mercati meno competitivi, anche se il loro numero è molto è molto limitato, in cui gli operatori aumentano il canone

per abbassare i costi delle chiamate oppure bloccano o rallentano i pacchetti dati, impedendo di fatto le comunicazioni vocali.

 

Gli operatori mobili, intanto, stanno cominciando a includere nelle loro offerte l’accesso a Internet, ma in molti casi i costi sono troppo alti per competere con la banda larga fissa e per il decollo del VoIP da rete mobile bisognerà attendere la maggiore diffusione del 3G e delle tecnologie wireless alternative come Wi-Fi e WiMax.

 

Il successo del VoIP, anche sui mercati maturi, dipende da diversi fattori, come la qualità del servizio e il livello di diffusione delle tecnologie non DSL (cavo, wireless).

 

Quantificare il numero esatto di utenti VoIP o di minuti di traffico è difficile e in un certo senso anche inutile, dal momento che la migrazione al VoIP va inserito in un contesto più ampio di affermazione dell’IP.

 

Secondo il rapporto Ocse, che riprende i dati di Point Topic, il numero globale di utenti VoIP retail è arrivato a marzo  2005 a quota 11 milioni. La cifra balza a quota 17,5 milioni calcolando i servizi VoIP Pc-based come Skype e facendo gli aggiustamenti basati sull’analisi dei minuti di conversazione.

 

L’affermazione del VoIP, ha spiegato l’Ocse, causerà probabilmente l’erosione del traffico voce sulle reti tradizionali e, quindi, sul lungo periodo dei profitti degli operatori. Inoltre, la telefonia su Internet porterà a una graduale riduzione delle tariffe praticate per i servizi voce tradizionali.

Spiega l’Ocse che ci vorrà ancora del tempo prima che il VoIP peer-to-peer sostituisca la telefonia tradizionale nell’immaginario e nelle abitudini dei consumatori, anche – ma non solo – per il fatto che ancora il servizio non garantisce le chiamate di emergenza.

 

Per quanto riguarda l’approccio regolamentare, l’Ocse suggerisce di basarsi sulla neutralità tecnologica che presuppone che i regolatori non favoriscano ne discriminino una particolare tecnologia.

Il concetto della neutralità tecnologica è un obiettivo per la maggior parte dei Paesi Ocse, ma ciò non vuol dire che il principio sia automaticamente trasferibile al VoIP, né che questo possa essere usato per soffocare l’innovazione tecnologica.

 

Se, infatti, le regole concepite per  la telefonia PSTN fossero trasposte direttamente al mercato VoIP, il servizio diverrebbe illegale o soggetto a imposizioni gravose che non gioverebbero alla competitività del settore.

 

Dove la competizione sia giudicata efficace e sostenibile, le regole specifiche del settore e di tipo public-utility dovrebbero essere ritirate, quando e dove appropriato, in favore di un mercato vocale retail regolato dalla sola concorrenza.

 

I consumatori, inoltre dovrebbero essere informati correttamente sulle caratteristiche del VoIP, soprattutto quelle che potrebbero avere conseguenze negative sulla loro sicurezza, in particolare la difficoltà a garantire le chiamate di emergenza e i rischi di attacchi informatici, virus, spam e intercettazione delle conversazioni.

 

L’Ocse, quindi, suggerisce una serie di guidelines per assicurare uno sviluppo armonico e sicuro della telefonia su Internet.

 

In base ai dati appena rilasciati da Juniper Research, i profitti dei servizi VoIP nel settore business raggiungeranno quota 18 miliardi di dollari nel 2010, trainati dalla sostituzione degli attuali sistemi di connessione, dall’abbassamento del costo delle chiamate e dalla massiccia crescita del mercato telecom cinese.

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