Roaming: salta meeting della  GSMA. Operatori in disaccordo sulla proposta di legislazione della Reding

di Alessandra Talarico |

Europa


Telefonia mobile

Le compagnie telefoniche europee sono alle prese con le polemiche scaturite dalla prossima azione legale della Commissione volta a ridurre le tariffe di roaming internazionale, giudicate troppo alte e poco trasparenti.

 

Per calmierarle, il Commissario europeo ai media e alla società dell’informazione Viviane Reding ha incaricato i suoi collaboratori di studiare nuove norme comunitarie che dovrebbero entrare in vigore entro il 2007.

 

Il team del commissario Reding sta ultimando i dettagli della nuova legislazione che dovrebbero essere pubblicati in settimana, ma nel frattempo,  la GSM Association, che riunisce 680 operatori Gsm di tutto il mondo, ha cancellato un meeting in programma per oggi nel quale si sarebbe dovuto fare il punto sulla proposta di legge.

 

Il palese disaccordo tra gli operatori è reso ancora più evidente dal fatto che molti dirigenti dovrebbero incontrare separatamente la Reding questa settimana.

Numerose le questioni causa di dissenso, ma soprattutto appare netta la divisione tra gli operatori nord europei e la loro controparte meridionale.

I primi accusano i colleghi di essere i maggiori beneficiari delle tariffe di roaming e di non voler quindi rinunciare a un privilegio che minaccerebbe significativamente i loro profitti.

 

Secondo gli analisti, infatti, il roaming rappresenta il 10-15% dei guadagni degli operatori, molti dei quali sono convinti che la mancanza di un approccio industriale comune renda inevitabile una legislazione ad hoc.

 

Un portavoce ha fatto sapere che la Commissione è al lavoro sulla bozza della legislazione: “volevamo prima ascoltare il parere e le proposte degli operatori per stabilire se potesse trovarsi una soluzione senza ricorrere alla legislazione. Ora presenteremo i nostri piani al pubblico e avvieremo una consultazione pubblica per valutare la nostra proposta”.

 

All’indomani della proposta della reding di adottare nuove norme per regolare il mercato del roaming, la GSMA aveva già definito la proposta “superflua e contraria ai principi di libero mercato”, alla luce dell’alto livello di competitività del mercato mobile europeo.

 

Riguardo invece la proposta della Reding di fissare le tariffe sugli stessi livelli di quelle applicate a livello nazionale, questa è stata giudicata “inappropriata poiché la maggior parte delle chiamate in roaming deve essere trasmessa su lunghe distanze”.

 

“Il roaming è un servizio premium per una ragione molto valida”, ha aggiunto Tom Phillips, Government and Regulatory Affairs Officer della GSMA.

 

Gestire le chiamate delle persone che si trovano al di fuori del loro paese sarebbe infatti un servizio fondamentalmente molto più complesso della normale routine nazionale.

 

“Una telefonata effettuata in roaming deve essere trasmessa attraverso la rete che l’utente utilizza in patria, anche se si sta chiamando un’altra persona che si trova nello stesso Paese”, ha spiegato Phillips.

 

La proposta di legislazione della Commissione, ha spiegato ancora la GSMA, “ignora l’attuale quadro normativo, che fornisce già ai regolatori gli strumenti per intervenire dove necessario”.

 

In base alle leggi comunitarie, infatti, i regolatori nazionali possono intervenire per regolare le tariffe di roaming all’ingrosso, nel caso in cui la concorrenza non stia funzionando adeguatamente.

 

“Diverse Authority nazionali hanno condotto indagini e deciso interventi“, ha ricordato la GSMA, sottolineando come gli operatori stiano già discutendo con la Commissione diversi aspetti della regolamentazione del mercato.

 

Chiedendo maggiore trasparenza sulle tariffe, la Commissione “ignora anche gli sforzi dell’industria in questo settore”.

 

GSM Europe, la divisione europea della GSMA, ha formalizzato la posizione degli operatori nel 2001, con l’introduzione volontaria di un Codice di Condotta sulla Trasparenza delle tariffe di Roaming.

 

Il Codice – sottoscritto finora da 71 operatori – stabilisce un livello minimo di informazioni da fornire agli utenti per assicurare la trasparenza.

“Negli anni scorsi, molti operatori hanno introdotto tariffe più basse e pacchetti discount, dando agli utenti maggiore scelta e valore”, ha concluso la GSMA.

 

Nel 2000 la Commissione ha avviato un’ampia inchiesta antitrust sui prezzi di roaming al dettaglio e all’ingrosso praticati in Europa che ha portato all’apertura di vari procedimenti antitrust contro gli operatori mobili di Germania e Regno Unito accusati di praticare tariffe di roaming internazionale all’ingrosso eccessive.

 

Tali procedimenti, ancora in corso, hanno finora comportato soltanto l’invio di alcune comunicazioni degli addebiti.

 

Inoltre, a partire dal 2004 la Commissione tiene sotto osservazione le due alleanze strategiche create per migliorare i servizi di roaming internazionale (“Starmap” e “Freemove“) per accertarsi che rispettino le disposizioni del trattato CE in materia di pratiche commerciali restrittive.

A ottobre del 2005, poi, la Ue ha inaugurato un sito per aiutare i consumatori a destreggiarsi nella selva dei prezzi.  

 

Il sito è stato per molte settimane il più visitato tra quelli della Ue, ma è anche servito a evidenziare che i prezzi di roaming – quando pubblicati dagli operatori, cosa che non sempre avviene – variano considerevolmente in seno ai 25 Stati membri.

 

Una prova, per il Commissario Ue, che gli attuali sistemi non funzionano e che è urgente una nuova regolamentazione che imponga maggiore trasparenza e autorizzi offerte mobili cross-border.

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